Come dei turisti fra i turisti, siamo andati a ritrarre alcuni angoli del centro storico brindisino. Essi emanavano ancora odori, umori e suoni della nostra adolescenza. Vecchi amici d’infanzia che rimangono per sempre insieme ai personaggi e alle loro storie.
Una ricchezza che andava raccontata e documentata in maniera quasi poetica, cruda e suggestiva. Luoghi di gioventù sospesi tra realtà e immaginazione.
Esperienze vissute che parlano alla vita e diventano dei nuovi e preziosi compagni di viaggio.
Come in un set cinematografico, siamo gli attori di un passato che sembra possedere poteri magici insieme ai tanti significati umani e sociali.
Siamo i testimoni di una intera comunità che ha vissuto all’aperto, ispirata dai giochi di strada e dal suo inesauribile romanticismo polveroso e operaio.
Valori umani che hanno animato amorevolmente gli angoli pulsanti di una zona bellissima.
Il suono delle campane, le querce, i chiostri, il vento, l’affaccio sul mare e il soffio della gioventù ci rende forti, orgogliosi e consapevoli di aver vissuto in modo sereno e creativo in una zona della città incantevole e meravigliosa, insieme all’antica cultura popolare.
La vita scorre inesorabile con tutte le sue gioie, dolori e tradimenti.
Ritorni a riflettere nei posti che hanno contribuito a crescere e a diventare un uomo.
Cerchi ancora qualcosa in quelle strade: un vecchio amico, un conoscente, una leggenda da ascoltare, o forse te stesso.
Le rughe scavano solchi profondi sulla fronte mentre i graffi continuano ad affondare sulla tua non più giovane pelle. Fanno meno male, perché diventano cicatrici nel tempo.
Il suono delle campane a mezzogiorno e il vento che ti accarezza indicano una nuova strada da percorrere.
C’è una nuova storia da raccontare. La speranza nei vicoli esiste ancora.
MARCO GRECO
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