July 27, 2024

Brundisium.net

“L’Aggiustatore di libri” (Les Flàneurs Edizioni) di Michele Bombacigno è uno dei libri più apprezzati dai lettori brindisini. Un racconto piacevole, avvincente e pieno di sentimento. Una sorta di omaggio alle passioni, la scrittura, la letteratura, ai libri più seguiti dal suo autore. Un’opera editoriale piena di umanità dove la musica mantiene una propria natura costante durante il racconto, a cui è stata abbinata anche una playlist da ascoltare durante la lettura dei capitoli. In attesa di ospitare lo scrittore brindisino a Yeahjasi Brindisi Spazio Musica, abbiamo realizzato una breve intervista all’autore del romanzo.

 

Cosa ti ha ispirato a scrivere questo romanzo?

Il mio romanzo è nato, innanzitutto, come atto d’amore per le mie grandi passioni, la lettura e la scrittura, con il fine, anche, di rendere una sorta di omaggio ai tanti scrittori (ma anche ai traduttori, per i quali provo una gratitudine e un’ammirazione che sfiora le venerazione) e ai tanti libri che hanno reso più ricca e più bella la mia vita. E poi mi faceva piacere, ovviamente, parlare del mio hobby di “aggiustatore” di libri di scrittori non professionisti. Un hobby che è una bellissima e appagante esperienza, non solo di scrittura, ma anche umana.

 

“L’aggiustatore di libri” si basa sulla vita fantastica di Diego Altisarte, un tranquillo impiegato cinquantenne. Cosa porta al protagonista cambiare radicalmente la propria di vita?

Dopo una vita ordinaria, grigia, Diego si rende conto che, spinto da necessità e considerazioni di natura pratica, ha rinunciato a coltivare le sue passioni e a inseguire i suoi sogni – e quindi la felicità – accontentandosi di “non essere troppo infelice”, occupato per anni in un lavoro routinario che non lo soddisfa e imprigionato in un matrimonio naufragato da tempo. E allora decide di ribellarsi e di dare una svolta radicale alla sua vita, spaventato dalla prospettiva di arrivare alla fine dei suoi giorni senza avere veramente vissuto.

 

Il racconto provoca emozioni durante la lettura e pone un interrogativo importante: Può un sogno cambiarti la vita?

Sì, penso di sì, ma nel senso che un sogno – almeno così l’ho visto io nel mio romanzo – può essere la manifestazione illuminante, una specie di epifania,dell’esito di un percorso intimo che porta alla piena consapevolezza di quel che si vuol fare della propria vita, una consapevolezza che naturalmente può esplicitarsi e acquisirsi anche in tanti altri modi.

 

La storia l’avevi già in mente o si è sviluppata anche in maniera inaspettata mentre scrivevi il racconto?

Quando ho cominciato non avevo un’idea molto precisa della storia che avrei scritto. Ho buttato giù di impulso il primo capitolo senza sapere se mi avrebbe portato da qualche parte e dove, eventualmente. Ma poi la trama si è dipanata con grande naturalezza ed è andata avanti… quasi da sola, come per una piccola magia, e le varie vicende si sono susseguite facilmente, spesso sorprendendomi e facendomi sentire al tempo stesso scrittore – anche se fatico a definirmi tale – e lettore. E questo è stato fantastico. Se avessi progettato la storia fin dall’inizio in tutto il suo sviluppo probabilmente non mi sarei divertito tanto.

 

Nei capitoli colpisce la scelta delle parole, l’ironia sottile e la profondità dei testi. Quanto c’è di personale nel tuo nuovo libro?

Be’, sì, c’è qualcosa di me nel libro. Io e Diego abbiamo diverse cose in comune. Anzitutto, ovviamente, l’amore per la lettura, per le parole, per le storie, così come il desiderio di provare a coniugare riflessione e leggerezza e di continuare a sognare nonostante… una certa età; il suo lavoro coincide, poi, con il mio hobby di “aggiustatore” di libri; alcuni personaggi sono ispirati a persone reali a me vicine, ma poi hanno assunto una ben distinta personalità, vivendo di vita propria, così come diversi altri personaggi e molte delle vicende narrate sono assolutamente frutto di fantasia.

 

Perché hai dedicato “L’aggiustatore di libri” a tutti gli scrittori non famosi del mondo?

Perché, proprio come Diego Altisarte, credo che l’esperienza della scrittura, peraltro spesso faticosa e tutt’altro che facile, sia meravigliosa e sempredegna di ammirazione, anche a prescindere dagli esiti più o meno felici. Senza considerare, poi, che ci sono tanti autori misconosciuti, o quasi, che meriterebbero invece ben altra considerazione e successo.

 

Cosa significa essere artigiano della parola, come si autodefinisce Diego, il protagonista del romanzo?

Diego è innamorato delle parole, ama lavorare su qualunque testo, “per sgrezzarlo, affinarlo, sfrondarlo, limarlo, tagliando e aggiungendo, scomponendo e ricomponendo”, ama arrovellarsi, in maniera quasi maniacale, nella ricerca del termine più giusto, andare a caccia, con pazienza infinita, del più piccolo refuso, e a questa attività, tanto più che lui non presume di essere un vero editor, gli sembra che si attagli di più la definizione, forse anche un po’ romantica, di artigiano della parola.

 

“L’aggiustatore di libri” rivendica in qualche modo il diritto alla libertà. Può l’arte rendere libero l’uomo attraverso la consapevolezza e il talento?

È una bella domanda… Ci sarebbe molto da dire, ma, volendo sintetizzare, penso che il talento non sempre, non necessariamente, rende libero l’uomo. Ma l’Arte, la Cultura – non la semplice istruzione, che è altra cosa – sì, credo proprio di sì. Credo che sia uno strumento fondamentale di consapevolezza e quindi libertà.

 

Che ruolo ha la scrittura nella tua vita?

Un ruolo fondamentale. Scrivere mi diverte, mi consente di sognare, di “viaggiare”, di vivere altre vite in altri mondi, di capire meglio me stesso, mi fa sentire creativo, mi dà equilibrio, mi aiuta ad affrontare con maggiore serenità gli ostacoli che la vita mi pone davanti. In una parola, mi fa stare bene! Ma mi piace precisare che più della scrittura, tanto più perché non coltivo particolari ambizioni, per me è importante la lettura. Divoro libri su libri e a questo magnifico passatempo, che continua a divertirmi e ad arricchirmi, non potrei mai rinunciare.

 

MARCO GRECO

 

No Comments