La giornata mondiale contro la violenza alle donne, istituita dalle Nazioni Unite nel 1999, ricorda il brutale assassinio delle tre sorelle Mirabal, Patria, Maria Teresa e Minerva, avvenuto il 25 novembre 1960 ad opera di sicari del dittatore Trujillo nella Repubblica Dominicana. La giornata ha lo scopo di chiamare alla responsabilità i governi, le organizzazioni sociali e l’opinione pubblica nella prevenzione ed il contrasto della violenza maschile sulle donne.
L’associazione Io Donna gestisce un Centro Antiviolenza a livello volontario dal 1991; è uno snodo del 1522; aderisce all’associazione nazionale D.i.Re (Donne in rete contro la violenza).
D.i.Re riunisce 73 centri antiviolenza sul territorio nazionale che nel 2014 hanno accolto e sostenuto 16.678 donne; hanno ospitato in case rifugio 681 donne e 723 bambini/e, loro figli.
In Italia le donne continuano ad essere uccise in prevalenza da partner ed ex partner; secondo la ricerca condotta sulla stampa dalla Casa delle Donne di Bologna sono 115 le vittime e 101 i tentati femicidi nel 2014. Dal 2004 ad oggi si contano 1.157 femicidi, in media una donna ogni due giorni muore a causa della violenza maschile.
A CHE PUNTO SIAMO? DONNE ACCOLTE NEL 2015
Il Centro Antiviolenza “Io Donna” da gennaio ad ottobre 2015 ha accolto 38 donne, offrendo aiuto ed assistenza. Esse vi sono giunte attraverso il 1522, internet, la rete amicale, i servizi e le forze dell’ordine. Quasi la metà delle donne accolte vive in città e la restante parte viene dalla provincia di Brindisi. Si tratta nella quasi totalità di donne italiane (36 e 2 straniere) che hanno denunciato forme multiple di violenza: fisica (25 donne); psicologica (28); economica (10); stalking (9); violenza sessuale (2). Tutte le violenze si sono verificate nelle relazioni d’intimità ad opera di partner ed ex-partner. Le fasce d’età più rappresentative vanno dai 30 ai 40 anni (9 donne) e dai 40 ai 50 anni (19).
Le donne hanno tentato di modificare la relazione con l’uomo; si sono impegnate a crescere i figli, sforzandosi di garantire loro delle sicurezze. Ciononostante abbiamo rilevato che i figli minori in 13 casi hanno assistito alle violenze familiari. Le donne si sono dovute confrontare con le strategie maschili che hanno imposto loro isolamento, solitudine e ricatti. Nel tempo la speranza di un cambiamento, spesso promesso ma non mantenuto da parte maschile, le ha bloccate in uno stato di sospensione, privandole dell’energia e della progettualità necessarie a costruire un percorso autonomo per sé.
Dal lavoro di accoglienza segnaliamo al contempo alcuni rilevanti cambiamenti: a) le donne sopportano la violenza domestica per un tempo minore rispetto al passato; b) riconoscono con maggiore chiarezza le forme di violenza subite, compreso lo stupro nella relazione di coppia; c) un numero crescente di donne intraprende percorsi di ricostruzione del Sé e di autonomia con l’obiettivo di superare la condizione di maltrattamento; d) sempre più donne denunciano alle forze dell’ordine le violenze subite, soprattutto lo stalking che, quando si verifica a seguito della separazione, ne rappresenta il momento di maggiore pericolo.
Riceviamo: Lunedì, Mercoledì, Venerdì dalle ore 18.00 alle ore 20.00, tel. 0831/522034
Cell.320/3253755 email: associazioneiodonna@hotmail.it sito: www.assocazioneiodonna.com
Associazione “Io Donna”
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