December 11, 2024

alessandra pontecorvoHo avuto la fortuna di poter andare via da Francavilla all’età di 19anni per continuare i miei studi nella capitale e, pur non avendo mai avuto la sensazione di essere scappata dal mio paese, ringrazio i miei genitori per avermene dato la possibilità.

Una volta arrivata a Roma e presa la laurea triennale, passatemi la battuta, lo studio è stato solo un pretesto: la nobile, nobilissima, arte della Politica si è impossessata di me e mi ha totalmente rapito e condizionato in ogni mio gesto, in ogni mia decisione e in ogni mia scelta da quasi 10anni a questa parte.

Se non fossi venuta a Roma e non avessi vissuto quotidianamente la militanza giovanile e universitaria prima e di partito ora, probabilmente la mia vita avrebbe preso un’altra direzione, e non so dire se questo sia un bene o meno.

 

Tutto questo panegirico per dire che, avendo mantenuto la residenza in quel di Francavilla e, seppur distante, seguendone le vicende politiche e sociali più di quanto non facciano molti dei francavillesi presenti in città, mi sento di poter esprimere a buon diritto un’opinione su quanto è accaduto a queste elezioni e, grazie anche al mio distacco e ad una visione e conoscenza della politica più ampia, di potermi rivolgere a tutti i leader dei diversi partiti riconducibili all’area moderata (come va tanto di moda ora) o se preferite al vecchio centrodestra partendo appunto dal centro rappresentato in queste elezioni da Ferrarese e Curto, fino ad arrivare alla destra di Fratelli d’Italia, passano per Forza Italia di Vitali e Iurlaro e mi permetto di farlo perché per la prima volta da quanto ho iniziato a fare politica ho realmente avuto difficoltà nel trovare un posto sulla scheda dove apporre la mia croce, nonostante il dovere di partito mi imponesse una scelta obbligata quantunque non condivisa.

 

Scrivo questa lettera prendendo spunto da una frase di Foscolo sentita ieri in altri contesti ma che si addice perfettamente a questa situazione, “Non esistono errori, ma solo opportunità per conoscere le cose” ed è vero, ogni errore per quanto grossolano, consapevole o casuale può e deve sempre essere accolto come un opportunità per accrescere la conoscenza e l’esperienza di ciascuno, ed è da qui che voglio partire.

Inutile dire che di errori negli ultimi vent’anni il centro destra francavillesi ne ha commessi fin troppi, alcuni in buona fede, alcuni dettati dall’inesperienza, altri dalla paura; poi ci sono stati quelli scaturiti dall’orgoglio, dalla presunzione o dalla arroganza,alle volte le due tipologie si sono alternate e così chi prima era inesperto è diventato successivamente borioso e chi un tempo è stato arrogante si è scoperto quanto meno intimorito per non dire addirittura codardo.

Tutto questo ha portato alla disfatta dell’8 giugno, al dolore, anche fisico, di vedere il cortile interno di castello imperiali colorato da bandiere rosse sventolanti al ritmo di “Bella Ciao”.

 

Nascondere la disfatta, non solo in termini di numeri assoluti del candidato sindaco di centro destra, seppur non unitario a primo turno, ma anche in termini di consenso personale dei vecchi colonnelli o dei giovani politicanti, dietro l’astensionismo, gli accordi più o meno palesi, il voto di protesta, e la condizione generale del centrodestra italiano è sbagliato e non consente un’analisi lucida dell’accaduto.

 

La verità è che le scelte, politiche e personali, perpetrate negli ultimi vent’anni hanno creato un vuoto pneumatico che è esploso nella giornata di domenica e che ha costretto persino persone di destra a scegliere Bruno solo per cercare di fermare questo declino che da troppo tempo caratterizza la nostra parte ideologica.

Non essere riusciti a mettere da parte le disamine personali, non essere riusciti ad ammettere che c’è un tempo per ogni cosa, credere costantemente di essere intoccabili tanto da non preoccuparsi minimamente neppure dei termini usati durante i comizi o della sobrietà (in tutti i sensi) dei propri candidati, ha portato al classico tiro eccessivo della famigerata corda, che per quanto intessuta in maniera fitta e resistente, ha raggiunto il suo punto di rottura.

 

Di questo tutti voi leader di un’area che da due giorni a questa parte soffre e non poco, dovrete rendere conto.

Dovrete rendere conto di aver concesso a pochi, pochissimi, giovani capaci di crescere, fatto salvo per i fedelissimi. Dovrete rendere conto di non essere riusciti a sedervi intorno a un tavolo come persone civili e discutere del bene di questo Paese.

Dovrete rendere conto di non avere avuto la lucidità e la lungimiranza di trovare una sintesi su programmi e persone che esulasse per una volta dai singoli.

Dovrete rendere conto alla cittadinanza di aver consegnato il Paese nelle mani della sinistra con tanto di fiocco e bigliettino di congratulazioni.

 

Da oggi, dopo che avrete preso atto dei vostri errori e fatto un bagno di umiltà, avete una grande opportunità che va sfruttata a pieno, vi aspetta una legislatura (indipendentemente da quanto essa duri) all’opposizione.

È stando all’opposizione che si dimostra agli elettori e ai cittadini di essere realmente attaccati al proprio paese più che al proprio scranno.

Fare opposizione è faticoso ma rende liberi dai compromessi e consente scelte politiche coraggiose.

Avete l’opportunità, dato che molti scenderanno da quello che fino ad oggi è stato il carro dei vincitori, di selezionare una nuova classe dirigente e prepararla per il prossimo appuntamento elettorale.

Avete l’opportunità di rischiare e puntare su persone nuove capaci di sorprendere con il coraggio della giovane età e la freschezza dell’inesperienza mettendovi nella condizione di padri nobili di quello che dovrà necessariamente essere un percorso comune.

Infine avete l’opportunità di far sedere intorno a un tavolo le nuove leve per cercare una sintesi tra le varie anime senza per questo dover ingoiare rospi e calpestare il vostro orgoglio di uomini feriti.

Avete l’opportunità di dimostrare che la fiducia che la cittadinanza ha riposto in voi nelle precedenti tornate elettorali non è stata completamente inutile, e che la débâcle di domenica scorsa è solo frutto di errori e di poca lucidità momentanea.

 

Fate un passo indietro e guardatevi dall’esterno, capirete che questa sconfitta può servire a rilanciare il centro destra francavillese.

Questa volta però cercate di non sbagliare perché errare humanum est, perseverare autem diabolicum e la prossima volta non ci sarà un’altra opportunità ad attendervi.

 

Con la speranza di tornare agli antichi fasti

 

Alessandra Pontecorvo – Militante

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