May 26, 2025

I Media informano che il Consorzio ASI sta valutando la richiesta avanzata da Nubile e CISA per la riattivazione della “piattaforma polifunzionale”, ex termomeccanica ed in particolare quella dell’inceneritore per portare in combustione il CSS (combustibile solido secondario) prodotto nell’impianto comunale gestito dalla stessa Nubile Srl.
Appare come se tale valutazione, da parte del Consorzio ASI, sia solo legata ad aspetti legali, amministrativi e di fidejussioni, prescindendo da quelli ambientali, sanitari, della tecnologia obsoleta dell’inceneritore e della “qualità” dello stesso CSS prodotto da Nubile e che nulla contano i pareri degli Enti territorialmente competenti, nonché quelli della popolazione brindisina.
E’ necessario rammentare che il Consorzio ASI è proprietario della “piattaforma” e da questa, per molti anni, ha recuperato notevoli risorse economiche; il Consorzio, quindi, si è, per buona parte della sua esistenza, finanziato con un impianto di incenerimento che portava in combustione rifiuti “tossici, nocivi e pericolosi ospedalieri”, i peggiori in assoluto, rivenienti da tutta Italia ed i cui effetti sulla salute dei Cittadini non sono noti.
Fa specie, quindi, che tale valutazione cozzi pesantemente con le recenti dichiarazioni del Presidente del Consorzio ASI che, con convinzione, ha riportato la volontà di attivare, nel territorio industriale amministrato, una Area Produttiva Paesaggisticamente ed Ecologicamente Attrezzata (APPEA), secondo le indicazioni del recente Piano Paesaggistico Territoriale Regionale (PPTR).

 
Ebbene, si ha l’impressione che nell’ambito del Consorzio ASI non si abbia una reale contezza di cosa sia una Area Produttiva Ecologicamente Attrezzata (APEA secondo il Decreto n. 112/98 – Bersani) e quali siano le azioni di “governance” che portano a definire una program-mazione basata sui principi della “green economy”.
Se solo il Consorzio valutasse, con cognizione e razionalità, la realizzazione dell’APPEA, sono certo che lo stesso rigetterebbe la richiesta di Nubile e CISA, senza alcun altro tipo di valutazione.
Né è accettabile l’ombrello dell’occupazione dei dipendenti che, con tutta la solidarietà possibile, sono vittime dello stesso Consorzio, unico Ente economico in grado di produrre occupazione in funzione della capacità gestionale del territorio amministrato; altro che responsabilità addebitate alla “politica”, che ha tutti altri compiti.

 
Vi è quindi una sostanziale incongruenza fra il “voler” riattivare la piattaforma e puntare a realizzare un’APPEA.
Ancor di più oggi in Puglia, rispetto a gran parte dell’Italia, vi è una sostanziale incongruenza fra l’esistenza di Consorzi ASI, di gestione dei terreni industriali e gli stessi comuni che su quei terreni non hanno nessuna competenza; nel caso di Brindisi, ma il concetto è riferito a tutta la Puglia, i comuni di Brindisi, Ostuni, Fasano e Francavilla Fontana non avendo alcuna competenza nella gestione della porzione industriale del proprio territorio, farebbero bene ad eliminare lo specifico assessorato!
Ancor di meno contano, rispetto ai comuni, le volontà gestionali delle aziende industria-li insediate che, invece, subiscono lungaggini amministrative e maggiori costi dei servizi.
Ciò è in forte contrasto con la normativa nazionale vigente (DL 112/98) e con la stessa visione comunitaria che prevedono, appunto, una governance diretta di Enti elettivi (comuni) ed aziende insediate, sui territori industriali.

 

Con esplicito riferimento alle norme esistenti è evidente che il Consorzio ASI rappresenta un “inutile orpello” alle procedure di gestione dell’area industriale; “orpello” che da WP si identifica, appunto, come un passaggio “artificioso ed inessenziale”.
“Orpello” ancor più se prodotto da un Ente Economico nel quale vengono riversate risorse pubbliche, di estrazione politica ed il cui rimanente peso economico per la gestione, ricade solo ed esclusivamente sulle aziende insediate.
Oggi si legge che il Consorzio ASI è avviato verso l’istituzione della APPEA, come normata dal recente Piano Paesaggistico Territoriale Regionale (PPTR); ciò non mi meraviglia e, per certi aspetti è anche comprensibile, in quanto la scelta di attivare la APPEA porta a difendere e legittimare i posti di lavoro ma anche rendite di posizione.
Resta il fatto che ritengo non sia possibile condividere positivamente l’attivazione di un’APPEA sul territorio industriale di Brindisi e/o di Puglia con la presenza del Consorzio ASI come “Soggetto Gestore Unico” e neppure come componente; sarebbe come cadere dalla “padella alla brace”, non cambierebbe nulla e resterebbe il solito “orpello”.
Questo (APEA) ormai consolidato strumento comunitario e nazionale di programmazione e di crescita economica ed ambientale del territorio industriale, passa attraverso un “modello” che snellisca procedure, costi di gestione e segua i principi della green-economy; modello questo che non può essere rappresentato dal Consorzio ASI ma solo ed esclusivamente dalle professionalità intrinseche delle aziende insediate e dalla governance politica dell’Ente territoriale (Comune) elettivamente abilitato.

 
In definitiva, sperando che il futuro dell’area industriale di Brindisi sia orientato su criteri di conduzione differenti rispetto al passato, non posso esimermi dal pormi alcuni quesiti che riguardano proprio gli aspetti ambientali dell’attuale gestione e dovuti a presumibili ingerenze nelle competenze quali:
L’aver effettuato, già a partire dal 2003, la caratterizzazione chimica dei terreni pubblici e privati dell’area industriale e non aver effettuato la caratterizzazione dei primi 60 cm. di terreno, hanno costituito un danno notevole per l’economia pubblica e privata della zona industriale ed un asfissiante prolungamento della procedura di rilascio dei terreni agli usi consentiti?
L’aver autorizzato (congiuntamente alla Provincia) lo smaltimento abusivo di oltre 5.000 tonnellate di RSU in “ecoballe” napoletane, da parte della ex Alfa Edile, è stato un danno ambientale per la zona industriale ed un danno economico per il Comune di Brindisi e dei Cittadini che dovrà attivare la bonifica?
Aver preventivato il raddoppio della discarica per rifiuti pericolosi e l’attivazione dell’inceneritore della “piattaforma”, dal Consorzio tanto auspicata, è stato un ulteriore danno paesaggistico ed ambientale all’area industriale?
Ecc.
Si potrebbe continuare ad elencare attività in contrasto con il “modello” individuato nelle APPEA, ma crediamo che quanto riportato sia sufficiente per confermare, con la massima correttezza e rispetto dei ruoli, che il Consorzio ASI rimane un “inutile orpello”.
Brindisi ha bisogno di ben altro!

 

 

prof. dott. Francesco Magno

5 Comments

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    Sergio
    23 Aprile 2015

    Brindisi ha bisogno di ben altro, soprattutto ha bisogno di sentire meno banalità scritte da “presunti” esperti in materia. Specie da chi non più di due settimane fà, poneva la sua benedizione sul progetto di A2A con la sola eccezione di vietare la combustione dei composti clorurati (cause di diossina), escludendoli a monte del processo. Ora non si capisce perchè ciò non sia possibile farlo con un impianto peraltro già esistente, pubblico e che come tanti altri già esistenti, potrebbe dotarsi di tecnologie altamente avanzate in grado di operare con la massima cura e rispetto dell’ ambiente

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      Francesco
      13 Maggio 2015

      Leggo solo oggi il commento all’articolo e scrollandomi di dosso ogni risposta offensiva, che pur ci starebbe, intendo evidenziare quanto il sig. Sergio abbia difficoltà nel leggere e capire quanto scritto. Tenendo presente che dal 2007 (vedi compatibilità ambientale-vIA sul sito della provincia) ho creato la GreenAgora’ srl, società destinata al recupero di tutte le differenti tipologie di polimero plastico, come avrei potuto proporre per A2A la combustione di solo quelle non clorurate? Se il sig. Sergio avesse letto con attenzione avrebbe rilevato, fatto salvo che sia a conoscenza dei procedimenti citati, che la proposta era ben altra!!!! Quindi ancor prima di offendere, curando presumibilmente i propri interessi, controlli la parte residuale di cervello che ancora funziona e lo spero per lei Sergio.

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    Sergio
    14 Maggio 2015

    Esimio sig. magno, la sua saccenza fa rabbrividire. Non c’ è bisogno alcuno che offenda me, perchè per trovare parole forti e colorite, le basterà guardarsi indietro e vedere che razza di lavoro ha svolto con la perimetrazione del SIN. Si risparmi le offese e i complimenti, continui a scrivere i suoi papiri, a farsi belli con Legambiente non ci vuole chissà quale cervello, visto che il mio, come dice sua maestà, non funziona. Segua il mio consiglio, eviti di inalberarsi, tanto non è che la gente cambierà opinione su di lei da quello che scrive. Stia bene

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    francesco
    15 Maggio 2015

    Senta sig. Sergio, eviti di leggermi… non ne ha obblighi. Constato che passa dalla proposta fatta sull’impianto di A2A e sulla quale avrei gradito una risposta, alla “perimetrazione” e ciò per il solo viscerale gusto di offendere e destinare a me la “rabbia”di una sua condizione di precarietà lavorativa. Mai nei miei scritti e nella mia attività di volontario di “Legambiente” ho riportato considerazioni contro i lavoratori; anche se, forse e per esempio, con una maggiore attenzione nei “tempi” di combustione dei rifiuti, avreste potuto evitare la precarietà gestendo per almeno 5/6 anni anni ancora la discarica ….. ed altro. Sulla “perimetrazione” lei ritiene, ove conoscesse la norma che la prevedeva (L 406/1998 art. 1 comma 1) che io avessi il potere di sostituirmi al Ministero? Immagini per un attimo e scrollandosi da dosso la sua comprensibile rabbia per il lavoro perso, se l’ipotesi di essere stato “capro espiatorio” di altri che, pur avendo reali responsabilità sulla gestione della Z.I. abbiano pensato bene di addebitare a me responsabilità che non potevo avere. Si chieda inoltre, senza la perimetrazione ministeriale e della zona agricolo del Parco delle Saline, avremmo mai conosciuto la “contaminazione acuta” (citazione di ARPA) esistente, continuando ad inserire nella catena trofica umana, prodotti alimentari bioassorbenti metalli pesanti. Oppure si chieda per quale motivo la caratterizzazione pubblica e privata (con fondi pubblici) è bloccata dal 2004 per non aver caratterizzato i primi 60 cm? Le assicuro, sig. Sergio, che continuerò a fare volontariato per gli interessi diffusi che rappresenta Legambiente e che sono nettamente diversi da quelli suoi che, se pur comprensibili, restano limitati ad una sfera di interessi propri. Infine, stia tranquillo che non mi “inalbero” per quanto da lei scritto, le sue offese mi scivolano addosso. Per ultimo, mi faccia la cortesia di non leggermi più, tanto lei non continuerà a capire nulla di quanto riportato. Mi stia bene anche lei e mi auguro risolva i suoi tanti problemi.

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    Sergio
    15 Maggio 2015

    Odio le discussioni, specialmente quelle puerili. Ma mi spiegherà in che lingua legge le risposte, visto che qui l’ unico che offende è lei??!! Il fatto di essere una vittima dello scellerato modo di fare politica a Brindisi, ivi compreso la smania di protagonismo di alcuni “comitatini”, non mi porta di certo a lanciare offese a destra e a manca gratuitamente. E infatti non l’ ho fatto. Ma nessuno può obbligarmi a tapparmi la bocca, come evidentemente lei auspica, su questioni di importanza personale e pubblica. I suoi innumerevoli contributi, dietro cui si cela il solito NO a investimenti di un certo tipo, saranno utili a qualcuno ma a me rafforzano la convinzione che in questa città ci sia una sorta di tacito accordo per non fare nulla. Vi illudete di poter ribaltare un territorio in cui l’ industria ha fino a qualche anno fà fatto la voce grossa (in alcuni casi, anche esagerando), semplicemente attingendo alle vostre “conoscenze” in materia. Non vi accorgete invece che tutto ciò che è costato soldi e fatica allo Stato, andrebbe mantenuto, valorizzato e maggiormente controllato; certo anche le aziende devono fare la loro parte (parlo di aziende e non di lavoratori, visto che si rivolge a me come se l’ aver saturato la discarica due tre anni prima, e non sei, sia da attribuire a noi operai). Comunque la gestione della discarica non mi appartiene per cui io parlo di ciò che conosco e nè lei nè nessun altro potrà cambiare la verità e cioè che quell’ impianto (parlo della linea di termodistruzione, turbo-alternatore,ecc.) ha fatto egregiamente il suo dovere. Dati, numeri, report sono a sua disposizione. Chi tanto si è sciacquato la bocca a suo tempo quando l’ impianto chiuse per l’ autodenuncia di Veolia, oggi non parla. Non dice nulla soprattutto del fatto che quella denuncia altro non era che un modo di pararsi il “di dietro” in un operazione commerciale che aveva prodotto dei danni economici a Veolia, secondo i loro calcoli. La Procura respinse ogni accusa di Veolia, se per lei anche questo è niente.. Inoltre la cosa ha avuto un seguito e sentenze di vari tribunali hanno chiarito per bene le cose, affermando il funzionamento assolutamente a norma dell’ impianto e il “complotto” da parte di Veolia che si è addirittura servita di uno studio privato che ha dichiarato il falso. Ovviamente sono tutte cose su cui ci stiamo rivalendo, oggi sò bene che a lei come a tanti altri obiettori, non gliene fregherà un fico secco, ma il sudore che ci abbiamo messo in quella piattaforma dovrà servire a dimostrare come sravano realmente le cose. In ultima analisi, eviti le parole “solidarietà”, o “vicinanza” quando nomina i lavoratori della Piattaforma, perchè si è solidali quando si sposa un progetto comune, certo anche criticandolo, pretendendo miglioramenti e tecnologie all’ avanguardia, ma che vadano nella direzione di una riattivazione dell’ attività esistente. Da lei e dalla sua associazione sono usciti solo NO, insieme a proposte di una banalità allucinante. Conservo ancora il suo intervento quando disse: “I lavoratori, essendo poche decine, non sarà difficile sistemarli in qualche azienda del posto”.. Bene, eccoci quà, stiamo ancora aspettando la “sua” sistemazione; nel frattempo campiamo i nostri cari alla meno peggio, collezioniamo delusioni e ci scanniamo per evitare di andare a rubare. Mi fermo quì, impari ad accettare le critiche e pesi le sue parole, rifletta a quale destino state mandando centinaia di eccellenze di Brindisi. E non offenda, che cà nisciun è fess.