Nella mattinata di oggi, ho inviato una lettera aperta al prefetto di Brindisi Nicola Prete a fronte di alcuni quesiti, ritengo legittimi, scaturiti a margine dell’arrivo a Francavilla Fontana, di 42 migranti di origine siriana. In attesa di una risposta da parte della Prefettura, organo deputato a gestire l’emergenza nel nostro territorio, contatterò inoltre i responsabili del servizio di accoglienza locale per organizzare, già nelle prossime ore, una visita presso la struttura di via Zullino.
Di seguito, si riporta il testo della lettera già inviata al Prefetto Nicola Prete.
Eccellenza,
in queste ore, l’arrivo di 42 migranti siriani a Francavilla Fontana ha scosso l’opinione pubblica, facendo toccare con mano ad una intera comunità gli orrori e la disperazione portati della guerra . Uomini, donne, bambini. Francavilla, così come gli altri Comuni della provincia, non può rimanere indifferente al grido di aiuto urlato da chi è costretto a fuggire dal proprio Paese e dalla propria terra.
Per questo, credo sia corretto che vengano chiarite alla comunità le modalità e i criteri che, nelle scorse ore, hanno portato la Prefettura di Brindisi e l’amministrazione Comunale di Francavilla Fontana ad optare, per l’accoglienza dei migranti, ad uno stabile, il “Laboratorio Urbano” di via Zullino, che, di certo, non può essere ritenuto una struttura ricettiva né, tanto meno, un ricovero.
Come sono stati sistemati e accolti gli ospiti? In che modo viene garantito loro il vitto e l’alloggio? Quali spazi della struttura sono loro dedicati? Di quali attrezzature e confort dispone il plesso gestito da un consorzio? Con quali criteri, in definitiva, si è deciso di favorire tale affidamento diretto per la cura e la sistemazione dei migranti?
Quesiti che ritengo legittimi e che, pur scaturiti in una situazione di evidente emergenza, debbano trovare veloce risposta. Dico ciò nell’eventualità, purtroppo concreta, che le dinamiche capaci di portare anche nel nostro territorio tale drammatica situazione, possano ripetersi nel breve termine. Perché una cosa è l’emergenza. Un’altra è, invece, creare una vera e propria cultura dell’accoglienza che possa fronteggiare, oggi come domani, un fenomeno la cui portata futura è ancora sconosciuta.
Pietro Iurlaro
Senatore della Repubblica
No Comments