April 2, 2025

E appena giunta la tragica notizia dell’ennesimo infortunio sul lavoro che è costata la vita a Mario Rotiglio, operaio forestale Arif in forza nel cantiere di Ostuni, impegnato oggi, assieme ai colleghi della sua squadra, nell’attività di spegnimento di un incendio divampato per cause ignote. Abbiamo il timore che la squadra fosse sottodimensionata ma attendiamo fiduciosi l’esito delle indagini per poterne stabilire con certezza dinamiche e responsabilità.

Un’altra vittima di lavoro, un’altra famiglia che piange disperata la vita di un genitore impegnato a fare il proprio dovere, con responsabilità ed abnegazione, sul proprio posto di lavoro.

Quante altre lacrime, quanta sofferenza e disperazione dobbiamo continuare a soffrire prima di scrivere la parola fine?
La sicurezza e la formazione costituiscono la premessa essenziale per una seria politica preventiva per un lavoro svolto in sicurezza. Analogamente una legge speciale per i crimini da infortunio sul lavoro non può più essere rinviata.

Ci uniamo al dolore della famiglia in uno con tutti i colleghi forestali della Provincia di Brindisi ed in attesa di avere informazioni dettagliate su cause, circostanze e responsabilità, abbiamo, in uno con le Segreterie Regionali FAI FLAI E UILA, richiesto un incontro urgente all’assessorato regionale dell’agricoltura ed al Direttore regionale Arif.

Le Segreterie Territoriali di FAI-CISL, FLAI-CGIL, UILA-UIL

 

La CGIL di Brindisi esprime la più sentita solidarietà e il cordoglio alla famiglia di Mario Rutiglio, 67 anni, tragicamente deceduto mentre era impegnato nelle operazioni di bonifica in seguito a un incendio a Ceglie Messapica. La nostra comunità si stringe attorno ai suoi cari in questo momento di immenso dolore. Tuttavia, la CGIL condanna con fermezza lo stillicidio continuo di morti sul lavoro. Per noi è inaccettabile che si continui a morire nei luoghi di lavoro.

Pur aspettando gli esiti delle indagini per comprendere cosa sia realmente accaduto, appare evidente che ci sono molte criticità a partire dalla carenza di organico. Una domanda sorge poi spontanea: si può mandare una persona di 67 anni a tagliare tronchi?

La situazione all’ARIF è preoccupante. La carenza di organico è cronica e sta mettendo a rischio la sicurezza e la salute dei lavoratori. Nonostante nel 2023 siano andati in pensione 200 operai, non è stato previsto un adeguato turnover. Questo significa che il carico di lavoro grava sempre sulle stesse persone, aumentando il rischio di incidenti. La mancanza di personale è aggravata dalla sciatteria nell’organizzazione dei turni di lavoro. I turni attuali non rispettano le normative vigenti in materia di sicurezza, esponendo i lavoratori a rischi elevati, soprattutto durante le ondate di calore. È inaccettabile che operai, spesso di età avanzata, siano costretti a lavorare in condizioni così pericolose.

La formazione del personale è un altro punto critico. Gli operai non ricevono la formazione adeguata per affrontare situazioni ad alto rischio come l’antincendio boschivo (AIB). Nonostante le numerose segnalazioni della FLAI CGIL e della CGIL, le nostre preoccupazioni sono state sistematicamente ignorate. Questa indifferenza ha creato un ambiente di lavoro insicuro, con conseguenze tragiche.

Non possiamo dimenticare che il 17 luglio scorso, un’altra tragedia ha colpito la nostra comunità con la morte di Nicola Lasalata e Giuseppe Martino, entrambi 45enni, vigili del fuoco deceduti mentre erano impegnati nello spegnimento di un incendio a Nova Siri, Matera. In questa tragica occasione vogliamo ricorda e denunciare nuovamente che anche il Corpo dei Vigili del Fuoco di Brindisi è sottodimensionato e sottoposto a grande stress lavorativo. Il problema si acuisce puntualmente nella stagione estiva dove solo grazie allo straordinario spirito di sacrificio, che li ha sempre caratterizzati, i nostri vigili del fuoco affrontano centinaia di emergenze quotidianamente. Anche su questo fronte bisogna affrontare con urgenza il problema della carenza degli organici prima che sia troppo tardi.

Mario Rutiglio sarebbe andato in pensione tra non molto e per tutta la sua vita ha svolto il suo lavoro con coraggio e dedizione, salvaguardando il patrimonio boschivo della nostra comunità. È un’ingiustizia che un lavoratore così dedito sia stato messo in una situazione tanto pericolosa a un’età così avanzata. Questo non deve mai più accadere.

Chiediamo che si convochi immediatamente un tavolo per affrontare tutte le problematiche relative alla carenza di organico per i lavoratori impegnati nei servizi AIB. Queste carenze sono spesso alla base degli incidenti mortali sul lavoro. La CGIL è da sempre impegnata nella battaglia per la sicurezza sul lavoro, per evitare che sciagure del genere si ripetano. Non è accettabile che una persona di 67 anni, età avanzata per un lavoro così usurante, sia stata inviata a spegnere un incendio.

La sicurezza sul lavoro non può essere compromessa. Esigiamo rispetto per la vita e la dignità dei lavoratori.

Antonio Macchia
Segretario Generale Cgil Brindisi

 

Ieri sera, a pochi giorni di distanza dalla morte dei due vigili del fuoco morti in Basilicata, la notizia del decesso di un lavoratore forestale, Mario Rotiglio, deceduto nel corso delle operazioni di spegnimento di un incendio nel brindisino. Ancora un rogo dunque, domato nella serata di ieri, tra le 20 e le 21, che ha provocato l’ennesima morte sul lavoro. Al vaglio degli inquirenti i dettagli sulla dinamica che ha portato al decesso, al momento si sa che il lavoratore stava effettuando operazioni di bonifica, schiacciato da un tronco che stava tentando di salvare dalle fiamme, albero che, poi, lo ha travolto.
Ieri la Uila, unitamente alle altre organizzazioni sindacali, ha chiesto un incontro d’urgenza all’assessorato alle Risorse Agroalimentari della Regione Puglia e ai vertici di Arif.

Sulla vicenda interviene Gabriele De Gasperis, Segretario Uila Nazionale: “L’ennesimo incidente mortale, in questo caso di un operaio forestale, aumenta l’inaccettabile contabilità delle vittime sul lavoro e ci riporta alla necessità improrogabile di porre in essere tutte le azioni necessarie per raggiungere l’obiettivo di zero morti sul lavoro. Nel manifestare la nostra vicinanza alla famiglia ed ai colleghi, il dolore di questa ennesima morte ci porta a ribadire con ancora più forza le nostre richieste, a partire dal rinnovo del CCNL di settore, per un impegno sempre più serio nella formazione dei lavoratori e per una sempre più attenta organizzazione del lavoro. In un’Italia vessata dalla siccità e dagli incendi dobbiamo pretendere una reale politica di investimenti nella forestazione a partire dalla sicurezza e per una dotazione di personale adeguata. Il nostro collega è caduto sul lavoro quando mancavano pochi mesi alla sua pensione, ed in questo senso il tema del turn-over, così come del riconoscimento per i lavoratori forestali della disciplina dei lavori disagiati e gravosi, è sempre più centrale per impedire che quello che è accaduto si ripeta.”

Pietro Buongiorno, Segretario Generale Uila Puglia aggiunge: “Una tragica estate, l’ennesima, questa che stiamo vivendo. Non possiamo vivere di deja vù, come avviene, purtroppo, anche per il fenomeno del caporalato che torna alla ribalta solo attraverso fatti di cronaca che ne sottolineano la drammaticità. Un paese civile trova la cifra della sua civiltà nella garanzia dei diritti: il diritto al lavoro, il diritto alla salute, il diritto alla vita. Sono tre diritti che si legano a doppio filo, rispettiamo la dignità del lavoro, ma anche l’inalienabilità del diritto a vivere una vita serena. Zero morti sul lavoro: lo ribadiamo con forza e con rabbia, bisogna profondere il massimo sforzo nel contrastare il fenomeno delle morti bianche. Lo ripeto: nel 2024 si può morire sul lavoro. Non si può e non si deve”.

Luigi Vizzino, Segretario Generale Uila Brindisi conclude: “Affranti e costernati per la vita persa sul lavoro da un nostro iscritto, un lavoratore qualificato, dipendente affidabile, oltre che un padre che lascia i suoi cari mentre svolge il suo lavoro. Prevenzione, formazione e politiche di contrasto alla elusione delle misure sulla sicurezza devono rappresentare la risposta minima all’ennesima vittima sul lavoro. Alla famiglia esprimiamo la nostra rispettosa vicinanza”.

UFFICIO STAMPA UILA PUGLIA

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