A 30 ore dall’inizio dell’incendio che ha investito la Norman Atlantic sono state recuperate 356 persone mentre a bordo ne restano 122.
Lo rende noto la Marina Militare Italiana che per tutta la notte ha proseguito nelle difficili operazioni di salvataggio dei passeggeri rimasti intrappolati sul ponte del traghetto a causa dell’incendio divampato nella stiva alle ore 4.3o di ieri.
Nelle ultime ore le operazioni hanno assistito ad una sostanziale accelerazione, grazie alle migliorate condizioni meteo-marine ed alla presenza tangibile della Nave Anfibia San Giorgio che ospita e rifocilla tutti i passeggeri tratti in salvo.
E’ stata una notte difficile per gli occupanti della Norman Atlantic, sebbene sulle loro teste abbiano operato senza mai risparmiarsi uomini in divisa a bordo di elicotteri con visione notturna.
A bordo del traghetto sono stati portati anche personale medico ed infermieristico e materiale per il ristoro.
Secondo la testimonianza di un cittadino turco che era a bordo del traghetto ci sarebbero 4 morti, due uomini e due donne. L’uomo spiega di averli visti mentre stava cercando di arrivare sul ponte per essere salvato. Dalla Marina Militare, però, non arriva alcuna conferma.
Gli elicotteri della Marina Militare hanno continuato a fare la spola tra la Norman Atlantic e la Nave San Giorgio per trasportare i passeggeri ma la maggior parte di essi ha dovuto affrontare una nottata difficilissima. Una circostanza questa che, senza intaccare in alcun modo il grande lavoro dei soccorritori, aprirà certamente la porta delle polemiche sulla gestione della crisi.
Infatti, dopo aver avuto la certezza che l’imbarcazione sarà trainata direttamente nel porto di Brindisi scortata dalla nave San Giorgio, da più parti ci si è chiesti se non vi fossero soluzioni alternative che potessero impedire a circa 200 persone di trascorrere la notte all’addiaccio, sul ponte di una nave alla deriva, con temperature intorno allo zero e con previsioni di pioggia battente.
In alcune interviste rilasciate anche ad organi di informazioni nazionali, è stato Mimmo Consales, Sindaco di Brindisi, nonché componente dell’Unità di Crisi istituita presso la Prefettura di Brindisi, a chiedere conto della scelta. Secondo Consales – ma l’opinione è comune a molti osservatori – sarebbe stato preferibile avere una base logistica nella più vicina Albania (a poco più di 10 miglia dal punto dell’incidente) piuttosto che trainare il traghetto per circa 70 miglia fino in Italia.
In questo modo si sarebbe evitata una lunga notte di apprensione. Tra l’altro, come se non bastasse, le operazioni di rimorchio della Norman Atlantic sono state rallentate da almeno tre rotture dei cavi che connettono il traghetto al rimorchiatore Marietta Barretta.
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