Sono circa tremila le opere che compongono il patrimonio librario antico della Biblioteca comunale ostunese che, tra libri, volumi e manoscritti di particolare pregio, conta oltre 500 edizioni recentemente catalogate appartenenti al Fondo Antico. Ha avuto inizio a ottobre dello scorso anno la complessa operazione di catalogazione e restauro, riservata a 241 volumi, tra i più preziosi che la Biblioteca intitolata a Francesco Trinchera Senior possiede.
Tra i tesori sottratti all’inevitabile deterioramento imposto dal passare del tempo, è stato rinvenuto casualmente un volume inedito, rilegato con un’antica pergamena risalente al 1579. Il volume e la sua copertina sono stati restaurati separatamente e adesso la Biblioteca comunale possiede tra le sue fortune un documento unico, redatto a Lecce in occasione di un’operazione commerciale. Il documento riguarda una transazione creditizia che coinvolge un esponente della nota famiglia Granafei e un gruppo di mercanti tra cui spiccano i Riglietta, la transazione si contestualizza nel territorio di Mesagne e appartiene ad una precisa categoria di negoziazioni creditizie ricca di spunti e informazioni sul tessuto sociale del tempo. Il ritrovamento del documento è stato possibile proprio grazie al costante lavoro di catalogazione, recupero e ridefinizione del Fondo Antico. Tra i 241 volumi recuperati e i più di 500 catalogati, sono stati rinvenute anche una cinquecentina e un incunabolo.
«Allo scopo di preservare e valorizzare un così ragguardevole patrimonio storico-culturale – spiega la Direttrice della Biblioteca comunale, Francesca Garziano – il Fondo Antico è attualmente sottoposto a due interventi complementari, catalogazione e restauro. Infatti, se le operazioni di recupero garantiscono la tutela dei volumi, la catalogazione ne assicura la fruibilità e dunque la valorizzazione. Il rinvenimento dell’inedito si deve al costante lavoro di ricognizione a cui è sottoposto il Fondo Antico e alla precisa volontà di preservare gli esemplari dal deperimento, assicurando la piena fruibilità di un patrimonio altrimenti deprivato del suo stesso valore storico».
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