Il Sindacato Cobas denuncia la grave situazione che si è venuta a creare in seguito alla decisione del sindaco Riccardo Rossi di prorogare fino al 30 settembre 2020 il servizio di assistenza domiciliare educativa mentre Il dirigente al bilancio, Simeone, non ha voluto controfirmare perché non in linea con le decisioni relative al piano di predissesto del comune di Brindisi.
Uno stop che portato la cooperativa Amani, che gestisce il servizio, a sospendere le attività.
Il Sindacato Cobas e una delegazione di lavoratori del servizio sospeso incontreranno domani mattina alle ore 9,00 il sindaco Rossi per capire quale soluzione adottare.
Luigi Verardi, della Segreteria CISL FP Taranto –Brindisi ha scritto la seguente lettera aperta al Sindaco Riccardo Rossi ed all’Assessore ai Servizi Sociali Isabella Lettori:
Egregio Sig. Sindaco,
questa O.S. è costretta a stigmatizzare, la grande confusione all’interno dei servizi sociali del comune di Brindisi, ove, pur a stento e a singhiozzo, non si riesce a far ripartire tutti i servizi previsti in favore della cittadinanza.
L’epidemia generata dal Covid-19 ha dimostrato, nel caso ce ne fosse stato bisogno, di come sia importante che al cittadino, a maggior ragione in momenti di crisi, siano offerti servizi di supporto, informazione, consulenza e assistenza e come gli stessi rappresentino l’espressione di coesione sociale di una comunità.
Proprio i servizi che avrebbero dovuto garantire tale ponte nei confronti di una cittadinanza spaventata e frastornata da un evento imprevedibile quale la pandemia, sono stati sospesi lasciando sia i cittadini già seguiti che coloro che hanno vissuto nuovi disagi, in uno stato di completo abbandono!
Ci spiace dirlo, ma si è pensato bene di gestire le emergenze da Covid-19 garantendo esclusivamente l’erogazione di buoni alimentari grazie alle risorse economiche statali destinate, come se non esistessero altre esigenze.
Ma andiamo per ordine al focus del problema.
Alla fine dello scorso anno, accampando problemi di disequilibrio finanziario in fase di redazione del bilancio di previsione, l’amministrazione comunale ha operato tagli sulle risorse normalmente assegnate al Sociale, colpendo in maniera massiva e massiccia la rete sociale e tutti i lavoratori che garantiscono da oltre un ventennio interventi di prossimità alla cittadinanza con supporto ed assistenza specialistica.
A marzo, causa lockdown, si sospendono inopinatamente TUTTI i servizi, in barba a tutte le direttive ministeriali, lasciando minori e famiglie in uno stato di isolamento e i lavoratori a casa.
Gli stessi servizi, a singhiozzo ripartono nel mese di maggio, gradualmente e alla spicciolata quasi tutti (e su questo bisognerebbe fare una riflessione nel merito), in un ordine che farebbe pensare che forse c’è una visione del sociale….peccato però che non si comprenda quale sia!
Tale perplessità viene confermata non solo dal ritardo con il quale, ancora ad oggi, non sono stati pubblicati i bandi per l’avvio dei centri estivi o per le iscrizioni dei bimbi agli asili nido, ma ancor di più dalla notizia che in questi giorni alcuni servizi quali Ade e Polo scadono senza che ci siano, al momento, informazioni sul proseguo.
Peggio ancora giunge la notizia che non solo non è stata ancora prevista la proroga ma che la mancata prosecuzione sarebbe determinata da ipotesi di ulteriori tagli economici allo studio.
Ancora si intende realizzare tagli economici sul sociale a fronte di oltre un milione di euro di economie prodotte dalla sospensione degli stessi servizi esternalizzati durante il periodo di lockdown ?
È impensabile che tutto il dissesto economico creato negli anni passati debba ricadere prevalentemente sullle famiglie e gli operatori dei servizi sociali esternalizzati, vicini da sempre ai bisogni di tutta la comunità locale.
Pertanto questa OO.SS. chiede l’immediata ripresa di tutti i servizi senza che venga previsto alcun taglio di ore alle famiglie ed ai lavoratori, atteso che non si possa fare cassa, depauperando le risorse destinate alle politiche sociali.
Per quanto sopra, questa O.S. chiede l’immediata convocazione di un tavolo di confronto sul futuro delle politiche sociali nella città, alla luce dei nuovi bisogni emersi post covid-19 e degli intendimenti del governo cittadino.
Di seguito la nota di Antonio Macchia, Segretario Generale CGIL Brindisi
Le spiegazioni possono essere diverse e ampiamente conosciute, ma sempre più numerose e tangibili sono le storie di coloro che oggi, nel nostro territorio, scivolano verso la povertà estrema e la grave marginalità sociale: persone anziane, giovani senza famiglia, donne sole o vittime di violenza, padri separati, persone con problemi di salute fisica, mentale o di dipendenza, migranti che fuggono da guerre o che arrivano in Italia alla ricerca di un lavoro.
A complicare la situazione ha influito sicuramente l’emergenza pandemica, aggravando il quadro economico, già di per sé estremamente delicato nel comune di Brindisi, i cui effetti si potrebbero riverberare sul sistema sociale. Ma il punto è proprio questo: occorre invece invertire l’attuale paradigma e passare dall’attuale emergenza ad un nuovo modello di sviluppo in cui Protezione, Inclusione Sociale e Welfare diventino fattori strategici per il rilancio del nostro territorio.
In quest’ottica, è necessario che tutte le Parti interessate, in primis il Comune di Brindisi, trovino responsabilmente adeguate soluzioni per una buona programmazione sociale, dando innanzitutto prosecuzione a tutti i servizi in scadenza d’appalto a cominciare dal Polo Servizi Territoriali e Servizio di Assistenza Domiciliare Educativa, senza dimenticare i 5 Lavoratori ex “Punto Luce” ed i Lavoratori dello Sportello Sociale. Così come pure occorre far ripartire a pieno servizio tutti i restanti servizi tra cui l’ADI/SAD.
Sgomberiamo quindi il campo da ogni fraintendimento: i Servizi Sociali ed i Lavoratori incardinati negli stessi da un normale rapporto di lavoro devono essere custoditi per contemperare il benessere collettivo delle persone e la salvaguardia di tutti i livelli occupazionali. Per fare questo è’ importante che la Giunta Comunale non cada nella trappola della burocrazia o di qualche burocrate, ma deve invece produrre soluzioni operativamente percorribili tese a risolvere i problemi.
La situazione rappresentata rischia di implodere in tutta la sua drammaticità. Serve una forte responsabilità istituzionale e collettiva per garantire gli obiettivi di sviluppo dei Servizi Sociali nella città, sulla base dei bisogni del territorio.
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