La classe politica che ha gestito l’Italia negli ultimi 30 anni ha consentito il progressivo accumularsi un debito pubblico pari a circa 2100 miliardi di euro. Questa enormità che grava come un macigno sulle spalle dei contribuenti e sul futuro dei nostri figli è il frutto di tutta una serie storica di ruberie che dal terremoto dell’Irpinia in poi ci hanno portato fino agli ultimi scandali dell’Expo di Milano, del Mose di Venezia e di Mafia Capitale a Roma.
Con la stagione di “Mani pulite” ci eravamo illusi che la Magistratura avrebbe fatto piazza pulita del malaffare ma in realtà nulla è cambiato in meglio.
Accanto a questi scandali di rilievo nazionale si accompagnano poi in ogni Regione ed in ogni comune dello stivale casi di corruzione e ruberie varie che hanno arricchito pochi spregiudicati ed impoverito l’intera nazione. Oggi il governo Renzi propone per risolvere il problema un allungamento delle pene massime da 8 a 10 anni e l’avvio di un iter per la confisca dei beni.
Ma davvero c’è qualcuno che crede che questo spaventerà corrotti e corruttori?
L’amara realtà è invece che tutto continuerà ad essere come prima perche buona parte della classe politica nazionale è geneticamente predisposta al malaffare.
Pertanto la soluzione al problema non è combatterlo a posteriori, quando il danno alla collettività si è già realizzato, ma prevenirlo sul nascere avvalendosi di due importanti leve già a disposizione dello Stato che sono la Guardia di Finanza ed i Carabinieri.
Il politico acquisisce e mantiene il consenso grazie alla gestione clientelare del denaro pubblico e dei posti di lavoro. Sarebbe sufficiente che ogni appalto superiore ai 1000 euro della pubblica amministrazione vedesse convergere la buste con le offerte anziché negli uffici comunali, regionali o delle ASL direttamente presso i comandi della Guardia di Finanza.
Anche per quanto riguarda i pubblici concorsi per evitare che questi continuino ad essere “pilotati” facendo vincere i soliti noti a danno dei meritevoli sarebbe sufficiente far presenziare agli esami ed ai giudizi conclusivi un ufficiale dei carabinieri.
E per evitare infine che connivenze vengano a realizzarsi anche tra i militari si potrebbero sorteggiare gli ufficiali da dedicare a questo servizio attingendoli all’ultimo momento da altre regioni e conferendo loro una adeguata gratifica economica.
Questa soluzione potrà sollevare obiezioni e polemiche, potrà far parlare di “militarizzazione della cosa pubblica” e di “generalizzazione qualunquista e di approssimazione di giudizio” ma visto il sistematico e vergognoso ripetersi dei fatti riteniamo che sia questa la via maestra per iniziare a salvare davvero l’Italia.
L’immagine della classe politica è drammaticamente precipitata agli occhi della nazione e praticare trattamenti palliativi e non risolutivi reiterando gli scandali potrebbe dare la stura alla violenza di frange estremistiche aprendo la strada a periodi oscuri come quelli già vissuti durante i famigerati “anni di piombo”.
Salvatore Valentino – Consigliere comunale PD
Presidente Associazione politico-culturale “Brindisi Democratica”
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