Gli agenti del Commissariato di di Ostuni hanno arrestato in flagranza di reato Giovanni Basile, 41 anni, noto pregiudicato già in regime di arresti domiciliari con un fine pena al 2032 per reati gravissimi anche di stampo mafioso.
Basile, dopo le formalità di rito e come disposto dal PM di turno presso la Procura della Repubblica di Brindisi, Dottor Giampiero Nascimbeni, è stato condotto in carcere.
Tutto è partito nella serata di sabato scorso, quando la sala operativa del Commissariato veniva allertata da una richiesta d’intervento per forti grida provenienti dall’abitazione del Basile a Villanova di Ostuni.
Giunti sul posto, gli agenti della Squadra Volante hanno notato vistose macchie di sangue sugli indumenti del pregiudicato, sul pianerottolo, sulla porta e all’interno della stessa casa.
Subito dopo i poliziotti, nell’ispezionare il giardino, hanno trovato una persona a terra ridotta in fin di vita. L’uomo è stato soccorso dal personale medico e trasportato d’urgenza dapprima all’ospedale di Ostuni e di seguito, stabilizzata, presso quello di Brindisi nel reparto di neuro-chirurgia ove è tuttora in costante osservazione ma non in pericolo di vita.
I sanitati hanno riscontrato varie fratture della zona cranica e facciale con una prognosi di 30 giorni salvo complicazioni.
La complessa indagine del Commissariato ostunese, nonostante i contorni di non collaborazione dei convolti, ha dimostrato la piena responsabilità del Basile quale autore del gravissimo pestaggio alla luce delle prove che venivano raccolte anche con l’ausilio di personale della Polizia scientifica di Brindisi intervenuto sul posto.
Inoltre nel corso della perquisizione dell’area interessata dal crimine, il personale operante ha rinvenuto una pistola calibro 6.35 perfettamente funzionante, non inserita all’interno della banca nazionale delle armi presenti in Italia e pertanto di importazione clandestina.
Alla base del violento accadimento, vecchi rancori maturati nell’ambiente criminale in cui aggressore e aggredito sono inseriti; ciononostante l’attività investigativa prosegue.
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