E’ ufficiale. La regione Puglia ha conferito al territorio di Brindisi il titolo e la funzione di PATTUMIERA REGIONALE.
Infatti il presidente della regione Puglia, con ordinanza n. 10 dell’8 agosto 2014, forse non ritenendo ancora sufficienti i 540 giorni accordati in precedenza, ha voluto prorogare per ulteriori 90 giorni, a partire dal 14 agosto 2014, lo smaltimento della grandissima quantità di rifiuti prodotti dai 21 comuni dell’ex ATO Ba/5 nella discarica di Brindisi situata in contrada Autigno.
Anche in questa circostanza, come in tutte le altre occasioni, non sono stati chiariti, come si sarebbe dovuto fare per una questione di trasparenza, ma anche di rispetto della legge e dei cittadini brindisini, i motivi per cui a parere della regione“ la discarica di Brindisi rappresenta l’unica soluzione al fine di scongiurare un’emergenza ambientale, in quanto non risultano disponibili altri siti di discarica nella stessa provincia di Bari, né nelle province limitrofe ove smaltire il rifiuto dell’impianto di Conversano”.
Infatti riesce difficile comprendere perché non sia stato e non sia possibile utilizzare, anche temporaneamente e/o a rotazione, le discariche di Andria, Trani, Giovinazzo, Massafra, Cerignola o di Deliceto, che oltretutto potrebbero risultare più economiche per effetto delle minori distanze da percorrere.
Secondo questa logica aberrante, ove dovessero sopravvenire altre emergenze in Puglia, tutti i rifiuti potrebbero essere smaltiti solo a Brindisi; in quella che evidentemente ritengono sia la pattumiera regionale.
La trovata geniale consiste nel fatto che il Presidente della Regione Puglia, per salvaguardare gli interessi dei comuni dell’ATO Ba/5 e scongiurare una emergenza ambientale, non ha trovato niente di meglio che creare le condizioni perché tale emergenza abbia a verificarsi nel territorio di Brindisi. Un territorio che per soddisfare esigenze nazionali e regionali si è guadagnato la certificazione di area ad alto rischio ambientale, ma anche quella di territorio ad elevata concentrazione di stabilimenti industriali a “ rischio di incidenti rilevanti” per la possibilità che possano verificarsi eventi di grande entità, ma anche costituire pericolo grave per l’ambiente e per la salute umana.
In nessuna considerazione è stato tenuto il dissenso motivato, espresso in tutte le salse e in tutte le sedi dalla popolazione Brindisina,
dall’Amministrazione Comunale, dall’Amministrazione Provinciale e dall’ASL di Brindisi, per le prevedibili deleterie conseguenze ambientali, che si possono verificare nel nostro territorio, gravato per così lungo tempo dallo smaltimento di una così rilevante quantità di rifiuti.
Intanto c’è da evidenziare il paradosso che il comune di Brindisi, pur essendo proprietario della discarica, non ha ricevuto nemmeno un euro dalle diverse migliaia di tonnellate di rifiuti scaricati in questi mesi dai comuni dell’ATO Ba/5, che stanno riducendo il periodo di attività della discarica, accelerandone il completamento. Nondimeno il comune, e quindi i cittadini, dovranno sostenere il peso economico di dover gestire la discarica dopo il suo completamento per circa 30 anni, in cui sono stati versati anche rifiuti della Ba/5.
In molti c’è la convinzione che a Brindisi si stia applicando il metodo Taranto.
Che sulla decisione della regione stiano influendo in maniera determinante motivi attinenti il maggior peso elettorale e della rappresentanza politica degli altri territori pugliesi rispetto a quelli di Brindisi, e che a parti invertite, la Regione Puglia non avrebbe mostrato per le nostre esigenze, la stessa disponibilità e lo stesso accanimento nei confronti di un altro unico territorio.
Un comportamento che ripropone pratiche del vecchio modo di fare politica e di amministrare i territori, che desta grande preoccupazione, attenuta in parte dalla constatazione che siamo finalmente giunti al termine di questo ciclo regionale.
Quello che fa specie in questa circostanza è il silenzio dei consiglieri regionali di questo territorio sulla questione, ma forse non solo di quella, che fa emergere la necessità di un ricambio della rappresentanza, per affidarla a chi non ha timore alcuno di battere i pugni sui banchi del consiglio, di alzare la voce, di togliere il consenso a chi col proprio comportamento oltraggia pervicacemente e consapevolmente la comunità brindisina.
Vincenzo Albano
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