November 28, 2025

La Regione fa leggi e programmazione in settori strategici per lo sviluppo e la vita dei cittadini. L’agricoltura è uno di questi settori, e’ materia eminentemente regionale. Durante la recente campagna elettorale i candidati al consiglio regionale hanno parlato di tutto ma l’attenzione verso l’agricoltura e il mondo agricolo mi è sembrata non adeguata.

 

Mi permetto di ripetere, a questo punto, all’indomani delle votazioni, agli eletti brindisini in consiglio regionale, qualche riflessione da vitivinicoltore, dopo un’esperienza politica e amministrativa, ormai datata, maturata proprio in ambito regionale.

Tutti i candidati al consiglio regionale hanno affermato di voler rappresentare Brindisi per farla contare.

Non hanno convinto, però, molti elettori dato l’alto tasso di astensione (in città solo il 38% e’ andato a votare).

A chi oggi da eletto ha l’onere di rappresentare il territorio suggerisco di non trascurare il settore agricolo (materia di esclusiva competenza regionale) e di cui la campagna brindisina è gran parte.

L’agricoltura brindisina non è solo un settore produttivo: è una parte viva della nostra identità, del paesaggio e della storia di questo territorio.

Ho più volte sostenuto che Brindisi non è solo porto e industria.

Dalle campagne che circondano la città fino alle aree interne della provincia, l’agricoltura è una delle colonne portanti della nostra economia e della nostra cultura. La SAU (la superficie agraria utilizzabile) della città di Brindisi, dopo quella di Foggia, è la più ampia della Puglia.

È il settore che più di ogni altro ha plasmato il paesaggio, mantenuto vivi i luoghi, custodito saperi antichi e trasmesso valori di comunità e di lavoro.

Nonostante i danni della Xylella, il comparto agricolo provinciale continua a occupare migliaia di addetti diretti e un numero crescente di operatori collegati, dal turismo rurale alla trasformazione agroalimentare, fino alla logistica e ai servizi.

La quota di occupati in agricoltura nella provincia di Brindisi è di circa 11.500 persone, pari al 14,3% del totale: un dato superiore alla media nazionale. Di questi, il 50% sono donne, segno di una vitalità e di una specializzazione di rilievo.

In provincia risultano attive oltre 7.000 imprese agricole.

Eppure, di tutto questo, non c’è una piena consapevolezza nei livelli istituzionali, amministrativi e nelle stesse rappresentanze politiche. E’ tempo di riportare anche l’agricoltura al centro dell’agenda politica.

Non solo per affrontare le sue criticità – mancanza d’acqua, tributi consortili, caporalato, Xylella, speculazione sui prezzi ai produttori – ma per immaginare una strategia di lungo periodo.

Perché nel Brindisino l’agricoltura non è un settore del passato: è una risorsa viva, strategica, identitaria.Un motore che tiene insieme economia, paesaggio e comunità.

Dalle vigne al mare, dalle masserie all’entroterra, il lavoro agricolo tiene in vita il territorio, genera occupazione e custodisce un patrimonio di saperi e valori che non può essere disperso.

È anche un presidio territoriale: mantiene il paesaggio, contrasta l’abbandono delle campagne e rende attrattivo il territorio per un turismo nuovo, fondato su esperienze autentiche e sostenibili.

Oggi, per esempio, l’enoturismo, l’oleoturismo, le masserie didattiche e le aziende agricole multifunzionali sono realtà in crescita, capaci di raccontare la Puglia e generare valore.

A Brindisi, la vicinanza tra porto, città, mare e campagne è una ricchezza rara.Un piano regionale che integri enoturismo, Appia Antica e valorizzazione delle aree interne può diventare anche per i nostri territori la chiave per uno sviluppo equilibrato e sostenibile.

La vitivinicoltura, poi, pur tra le difficoltà che il settore sta affrontando, resta una componente essenziale di questa identità. In provincia di Brindisi si produce circa il 10% del vino pugliese. La DOC Brindisi, istituita nel 1979, interessa circa 3.000 ettari tra Brindisi e Mesagne e valorizza vitigni autoctoni come il Negroamaro e il Susumaniello, simboli della rinascita agricola salentina.

Eppure, il nome “Brindisi DOC” resta poco visibile sui mercati e nelle politiche regionali di promozione del vino pugliese. E non saranno certo le sagre paesane a valorizzare il vino di Brindisi.

Brindisi può e deve diventare “la città del vino e del mare”: un territorio dove qualità del prodotto e bellezza del paesaggio camminano insieme, dando valore alla stessa Puglia e alle sue radici.

Un laboratorio di sostenibilità dove l’agricoltura non è solo economia, ma cultura, paesaggio e vita. Ecco un impegno che suggerirei di prendere a chi e’ stato eletto dai nostri territori nel prossimo Consiglio regionale.

 

Carmine Dipietrangelo
vitivinicoltore

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