August 6, 2025

Il processo di decarbonizzazione che riguarda Brindisi, e che tutti a parole dicono di sostenere, finisce puntualmente per trasformarsi nella fiera dell’ipocrisia. L’ordine del giorno presentato e approvato alla Camera dei Deputati, firmato anche da Mauro D’Attis, non mira davvero a favorire la transizione energetica: il suo unico scopo è aprire la strada a una discussione politica nazionale sul nucleare, tema che resta fortemente divisivo. Lo dimostra la motivazione contenuta nell’atto parlamentare, secondo cui il rinvio del phase out del carbone al 2038 servirebbe a “coordinare la chiusura delle centrali a carbone con l’avvio di nuovi impianti elettronucleari”.

Ci saremmo aspettati invece che D’Attis legasse la richiesta di proroga tecnica del phase out all’individuazione e allo stanziamento delle risorse indispensabili per sostenere il processo di decarbonizzazione e gli investimenti delle imprese che, con fiducia, hanno aderito alla manifestazione di interesse del Mimit di qualche mese addietro.

Quella del Governo di centrodestra rappresenta una colpevole inerzia, che nel tempo è stata acuita dagli improponibili progetti fallimentari di Salvini e dai vaniloqui di Pichetto Fratin e Urso.

In assenza delle opportune garanzie, l’iniziativa della manifestazione d’interesse rischia di restare l’ennesima operazione di propaganda del centrodestra, senza effetti concreti né risultati.

Poco serve che D’Attis si compiaccia per il suo ruolo nell’accordo di programma e nella nomina del Commissario di Governo, se poi a quest’ultimo vengono affidate solo responsabilità, senza gli strumenti operativi e le leve normative, finanziarie e agevolative indispensabili per avviare davvero la reindustrializzazione e la transizione energetica.

La parziale smentita del Sindaco Marchionna e del gruppo consiliare di Forza Italia, che parlano di un “funzionamento minimo” della centrale di Cerano, non è certo una rassicurazione credibile sul futuro del lavoro e delle imprese. Dubbi che permangono anche dopo le dichiarazioni di circostanza del Ministro Urso in risposta ad un’interrogazione parlamentare, in cui ha ribadito in sostanza il percorso attuato senza dare ulteriori garanzie sui tempi, con un’istruttoria che si trascina da mesi, e sulle risorse disponibili. Un clima di incertezza dunque che è aggravato dalla schizofrenia delle dichiarazioni rese negli scorsi giorni, passando da un’invito perentorio ad Enel di smantellare e liberare gli spazi ad una richiesta poco chiara di rimanere e continuare a produrre fino al 2038.

Per questo rivolgiamo un appello alle forze sindacali: facciano fronte comune, mettendo da parte le divisioni, sul tema della decarbonizzazione, pretendendo dal Governo garanzie per la continuità lavorativa del comparto energetico e prospettive reali di nuova occupazione.

È necessaria una strategia sindacale chiara e unitaria, condivisa con le associazioni datoriali, che punti a obiettivi concreti e rifiuti ogni tentativo di dividere il territorio, le imprese e i lavoratori con il ricatto occupazionale.

 

Francesco Cannalire, segretario cittadino PD Brindisi e consigliere comunale

 

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