December 29, 2025

Dura presa di posizione del Partito Democratico sulla vicenda della centrale di Cerano, dopo l’informativa resa il 29 dicembre dal ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin in Consiglio dei Ministri. Due comunicati, firmati dall’onorevole Claudio Stefanazzi e dal segretario cittadino del PD Francesco Cannalire, convergono su un punto netto: i continui rinvii e le formule ambigue del Governo stanno di fatto certificando la chiusura dell’impianto, senza alcuna strategia per Brindisi.

 

Per Stefanazzi, quella del ministro è “l’ennesima supercazzola”, un rinvio che nei fatti coincide con una scelta precisa: la chiusura definitiva di Cerano. Una decisione assunta nel modo peggiore, ignorando il destino dei lavoratori dell’indotto e cancellando senza alternative un’esperienza industriale che ha segnato il territorio per decenni. Il deputato PD parla apertamente della “più grande operazione di de-industrializzazione mai subita dal territorio brindisino”, portata avanti attraverso le partecipate pubbliche Enel ed Eni, senza garanzie occupazionali né un piano credibile di riconversione. “Dopo aver spremuto questo territorio – afferma – oggi lo Stato saluta e se ne va. È una pagina indegna”.

 

Sulla stessa linea Francesco Cannalire, che definisce quella del Governo “un’eterna non-scelta”. Il phase-out al 31 dicembre 2025 viene confermato, ma subito dopo si introduce l’ipotesi di una generica “riserva” per Cerano, priva di contenuti concreti: nessuna chiarezza su regole, tempi, risorse e ricadute occupazionali. “Questa ambiguità non è prudenza, è pressappochismo”, sottolinea Cannalire, ricordando che attorno alla centrale e alle grandi partecipate pubbliche si è sviluppato un intero tessuto economico e produttivo che oggi viene lasciato nell’incertezza.

 

Il segretario cittadino del PD accusa il Governo Meloni di evocare la sicurezza energetica senza assumersi la responsabilità della sicurezza sociale ed economica del territorio. “Non c’è un piano industriale credibile, non ci sono tutele vincolanti per i lavoratori, non c’è una strategia che dica cosa nasce al posto di ciò che si chiude”, afferma, parlando di una de-industrializzazione che avanza “pezzo dopo pezzo”.

 

Entrambi i comunicati convergono su un appello finale: è necessaria una svolta immediata, con impegni chiari, risorse, tempi certi e garanzie reali per lavoratori e imprese. “Brindisi – conclude Cannalire – non può restare appesa a una formula vaga e a un’informativa inutile”.

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