“Grave carenza personale di supporto al P.S. di Ostuni demansionamento infermieri” è all’oggetto di una lettera aperta inviata dalla Cisl Fp al Direttore Generale, al Direttore Sanitario, al Direttore Amministrativo e al Capo Area del Personale ASL Brindisi oltre che ai Direttori Medico e Amministrativo del P.O. di Ostuni/Fasano.
Di seguito ne riportiamo integralmente il testo:
Malgrado si siano succedute, nel corso degli anni, norme contrattuali e D.M. (per tutti il 739/84) che hanno visto l’infermiere responsabile dell’assistenza generale infermieristica disegnando il profilo di un professionista intellettuale competente autonomo e responsabile, all’interno del P.O. di Ostuni e più nello specifico all’interno della U.O. di Pronto soccorso, attraverso una disposizione di servizio (prot. n° 55631 del 01/09/2012 a firma del Direttore Medico) si sono gettate le basi per demansionare l’importante figura in parola.
Sarebbe appena il caso di fare presente che malgrado il Pronto Soccorso di Ostuni sia interessato da un costante aumento delle emergenze e delle richieste di soccorso, sia l’unico Servizio nella ASL Br ad essere privato della figura del personale di supporto durante il turno notturno.
Non appare pleonastico fare presente che la predetta disposizione devia fortemente da quanto il legislatore, la normativa vigente e il Codice deontologico della figura professionale dell’Infermiere stabiliscono.
Il demansionamento programmato (vietato e non ammesso neppure di fatto, immediatamente risarcibile ex art. 1226 C.C. art.1218 e 2043 C.C.), ricondotto a dequalificazione professionale, a stress lavorativo concorre a limitare fortemente la qualità delle cure, dell’assistenza oltre il decoro dell’esercizio professionale, esponendo i professionisti a gravi responsabilità di natura civile e penale.
L’assenza del personale di supporto obbliga, infatti, il personale infermieristico ad allontanarsi spesso dal Pronto Soccorso, per erogare prestazioni non proprie quali ad esempio il rifacimento dei letti, l’igiene dei malati, la chiusura dei ROT, l’accompagnamento dei pazienti in carrozzina o barella alle diagnostiche e reparti, la pulizia dei ferri chirurgici, etc. etc. (prestazioni tipiche del personale di supporto secondo l’Accordo Stato Regioni del 22 febbraio 2001).
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A tutto quanto sopra si sommano le normali attività di cura che, causa il surplus lavorativo sopra descritto, vengono inficiate provocando una ricaduta negativa sull’incolumità dei pazienti/cittadini/utenti.
D’altro canto si deve registrare che la presenza di personale ausiliario alla professione infermieristica, rappresenti un numero importante nei servizi non dedicati alla cura quali: farmacia, magazzino, la direzione sanitaria, ecc.ecc.
Ora, la Scrivente chiede alle SS.LL. un immediato intervento per sanare la situazione sommariamente descritta considerato che, alle nostre precedenti note e allertamenti verbali, ad oggi, con la solita tecnica della “spallucce”, si è dimostrato un’attenzione residuale a quella U.O. che più di tutte rappresenta l’ancora di salvezza nei momenti di emergenza sanitaria.
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