December 9, 2025

Due militari, uno in forze presso l’arma dei Carabinieri e l’altro appartenente alla Marina Militare avevano contratto debiti per quasi 200 mila euro per esigenze della famiglia, ma non riuscivano più a farvi fronte. Il caro vita, unitamente alle intervenute separazioni che si sa, impoveriscono entrambi i separandi, hanno ridotto questi padri di famiglia sul lastrico con inevitabili implicazioni di carattere personale e familiare.
Il tribunale di Brindisi ha ridotto dell’80 % i debiti totali di entrambi i soggetti, separati con a carico oneri di mantenimento verso i figli, mettendo in “sicurezza” grazie alle concesse misure protettive le abitazioni principali. Dovranno pertanto corrispondere ai propri debitori soltanto il 20% dei loro debiti in una dilazione quinquennale in un caso e quadriennale nell’altro con comode rate grazie a stralci di oltre 100.00 euro Doppio successo quindi per L’avv Fernanda MARTELLA che assisteva entrambi i lavoratori insieme alla commercialista Dott.ssa Ilaria Romano. Unite, con i due “organi di composizione della crisi da sovraindebitamento” nominati dal Tribunale di Brindisi, rispettivamente nella persona della Dr.ssa Simona Piliego e della Dr.ssa Roberta Perna , hanno lavorato con il comune obiettivo di restituire una vita dignitosa e serena a queste famiglie, sollevandole dalla condizione di indebitamento in cui erano precipitati loro malgrado; presentando due piani di risanamento che, con le garanzie di legge, hanno consentito ai debitori di salvare anche la casa di abitazione da eventuali azioni esecutive.
Il tribunale, pertanto, con una lettura rigorosa ed organica delle norme continua a garantire una seconda chance a singoli, famiglie e piccole e medie imprese e, nel caso in questione ha concesso l’utilizzazione degli strumenti previsti dal nuovo Codice della crisi così confermando la concreta possibilità per le fasce più deboli di riemergere dalle difficoltà che i debiti contratti avevano creato. Un atto di giustizia sociale che “La legge 3 garantisce, non come se fosse una sanatoria ma come uno strumento di giustizia sociale che offre una seconda opportunità. Troppo spesso, la scarsa conoscenza della norma o pregiudizi culturali spingono le persone a rassegnarsi a debiti che invece potrebbero risolvere legalmente. È fondamentale rivolgersi a un OCC e a specialisti: chiedere aiuto non è una vergogna”.

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