Nel terzo millennio è emerso il bisogno di una nuova modalità di apprendimento in cui l’interazione tra studenti, insegnati e il rispettivo spazio scolastico sia più organica e la tecnologia favorisca la massima collaborazione e acquisizione dinamica delle competenze. E’ stato questo uno dei temi centrali della fiera convegno JOB & Orienta 2015, svoltasi a Verona dal 26 al 28 novembre, durante la quale sono stati proiettati tre video, realizzati dagli studenti, e selezionati tra tutti quelli partecipanti. In essi gli allievi coinvolti hanno esposto gli ideali e le speranze su cui costruire la scuola del futuro, da cui il nome del concorso, Scuola 3.0, indetto dall’Assessorato al Diritto allo Studio e alla Formazione della Regione Puglia e l’Arti – Agenzia Regionale per la Tecnologia e l’Innovazione.
Il Liceo ‘Simone-Durano’ ha aderito all’iniziativa, cosciente del ruolo che ha l’innovazione nel sistema educativo, e ha appreso con entusiasmo la notizia che tre suoi studenti si sarebbero recati a Verona per presentare la loro opera Immaginando la Scuola 3.0…, una delle tre fortunate scelte. I tre alunni, Riccardo Barletta, regia, Antonio de Punzio, animazione, e Mauro Mosaico, compositore delle musiche del video, tutti frequentanti il quinto anno, raccontano, nell’intervista che segue, le fasi di realizzazione del cortometraggio, e ciò che hanno provato nel corso di questa esperienza, a Verona e alla fiera.
Come vi siete organizzati non appena avete aderito al progetto? Avevate già pensato a come distribuire i ruoli?
Mauro: Il primo giorno abbiamo deciso come avremmo affrontato la settimana, cosa avremmo fatto durante le riprese, ossia: scrittura del video, registrazione della musica e così via.
Riccardo: Quando ci è stato assegnato il progetto abbiamo deciso di rimanere il pomeriggio a scuola perché c’era poco tempo e avremmo dovuto consegnare il cortometraggio entro una settimana. Quindi abbiamo preparato una scaletta e pensato a come strutturare il video: siamo partiti con le interviste, poi abbiamo proseguito con una scena di intermezzo, con la visione della scuola del futuro, concludendolo nuovamente con altre interviste.
Antonio: Inizialmente avevamo stabilito i ruoli con Riccardo alla regia e Mauro a occuparsi della musica, mentre l’aspetto dell’animazione è stato considerato solo in seguito.
Come è stata l’esperienza di lavorare insieme a tanti studenti? Che rapporto si è instaurato tra i partecipanti durante le riprese?
Riccardo: E’ stato arduo gestire gli aspetti tecnici, come il montaggio, la registrazione della musica, le riprese, e coordinarsi contemporaneamente con i professori e gli studenti-attori impegnati a recitare ruoli primari e secondari, eppure ce l’abbiamo fatta, pur avendo solo sei giorni di tempo. L’approccio con i volontari è stato molto bello e abbiamo conosciuto persone nuove, inoltre ci siamo trovati bene vedendo come tutti i ragazzi fossero persone in gamba, con delle idee precise su come sarà, o dovrebbe essere, la scuola 3.0, e prendessero sul serio l’esperienza.
Mauro: Personalmente non mi sono quasi mai approcciato ad un lavoro di gruppo in cui si costruisca qualcosa insieme agli altri: andare in giro per le classi, reclutare attori, comparse e cosi via. È stato qualcosa di nuovo per me ed è stato un grande piacere vedere come tutti si siano dimostrati disponibili, in primis i professori che hanno permesso senza troppi problemi agli alunni di partecipare durante le ore di lezione.
Antonio: Il set è stato un luogo piacevole, dove ci si divertiva, in cui si sono instaurati rapporti di amicizia con nuove persone.
Parlatemi di come ognuno di voi ha lavorato e le difficoltà che ha affrontato.
Riccardo: Mi sono occupato della regia e ho scelto delle persone che potessero darmi realmente una mano, quali Mauro e Antonio. Questo ruolo è molto complesso perché, a differenza dei registi che hanno a disposizione un discreto budget e che possono scegliersi assistenti che si occupino del montaggio e della ripresa, noi abbiamo dovuto gestire tutto da soli. Il difficile è stato organizzarsi con i professori per i permessi agli alunni affinché potessero partecipare; questo riduceva ulteriormente il già poco tempo a disposizione. Riprendere, posizionare le luci, montare aggiungendo animazioni e musica inoltre, sono risultati un lavoro di 20 ore, in cui c’erano un centinaio di girati da selezionare minuziosamente; un lavoro così estenuante, e con così poco tempo a disposizione, che penso avrei rinunciato se i miei compagni e professori non mi avessero dato la giusta carica. Alla fine il montaggio è risultato semplice ma d’impatto, grazie anche a Mauro, con la musica, e ad Antonio, con le animazioni.
Mauro: E’ stato possibile registrare la musica grazie ad un professore del liceo musicale che ha messo a disposizione la sua aula, con annessa strumentazione. Necessitavamo di una musica che accompagnasse la scena senza sfociare nel protagonismo e che non la sovrastasse. Alla fine il commento musicale è risultato semplice ma abbiamo confezionato un prodotto originale con musica e animazioni più che accettabile considerando il poco tempo concessoci.
Antonio: L’idea di utilizzare le animazioni è nata dall’impossibilità, per via della scadenza imminente, di realizzarne altre di diverso genere, ossia in stop motion. Inoltre, all’inizio stavamo creando delle immagini con photoshop per rendere l’idea dell’ aula 3.0 da inserire nel video, ma essendo il tempo molto ridotto abbiamo optato per queste animazioni, sui cui ho lavorato per sette ore, in un’unica giornata, risultate comunque gradevoli, perché hanno colorito il video e svolto efficacemente la loro parte.
Qual è il momento delle riprese che vi ha coinvolto maggiormente?
Riccardo: Il momento che più mi ha coinvolto, già mentre riprendevo, dunque ancor prima di vederlo in fase di montaggio, è stato quando abbiamo intervistato i ragazzi affetti dalla Sindrome di Down. Mi ha colpito davvero molto, a dispetto dei luoghi comuni dettati dall’ignoranza, come abbiano risposto in maniera originale e, perché no, tenera. Li abbiamo inseriti alla fine del video non per isolarli, ma al contrario per valorizzarli, dandogli una maggiore attenzione, perché abbiamo voluto opporci al fatto che a volte, i giovani diversamente abili subiscono un isolamento forzato nell’ambiente scolastico. Mi sono piaciute molto anche le scene girate all’esterno, avendo potuto ammirare, e mostrare riprendendo, le bellezze del nostro territorio.
Com’è stata la vostra esperienza a Verona?
Riccardo: E’ stato un viaggio gradevole. Arrivati a Verona abbiamo alloggiato in un bellissimo hotel e siamo stati accolti benissimo. Poi abbiamo girato un po’ per la città ammirandone il valore artistico, un’esperienza davvero piacevole. Il secondo giorno ci siamo recati alla Fiera “Puglia Job e Orienta 2015”. Siamo stati invitati nello stand della scuola 3.0, il più importante tra tutti, dove dovevamo presentare il corto, dunque esporne il significato e la realizzazione. Quando è arrivato il momento ero abbastanza agitato poiché dovevo parlare per la prima volta davanti a persone molto importanti, tra le quali il ministro in persona. Nonostante questo, è stato gratificante, dopo tanto lavoro, renderle partecipi di questo progetto su cui abbiamo speso tanto sudore e fatica.
Ringraziamo l’accompagnatore, il docente Valentino De Luca, il cui comportamento è stato lodevole, anche per aver reso ancora più divertente questa bellissima esperienza a Verona.
Mauro: Non ricordo solo il freddo di Verona, bensì una città romantica, simbolista e bella da morire. I Veronesi sono persone speciali. Siamo stati trattati benissimo da tutti, in particolar modo dal professore De Luca che ci è rimasto fedelmente accanto per tre giorni e ci ha assecondato quando poteva. La fiera era immensa e il pass ci ha aiutati a visitarla senza problemi. L’organizzatrice del concorso ci ha accolto nello stand della scuola 3.0, facendoci i complimenti e assicurandoci che il momento del discorso sarebbe stato meno formale di quanto pensassimo; infatti, nonostante l’emozione, i presenti hanno cercato di metterci a nostro agio e noi abbiamo parlato e risposto alle domande con molta tranquillità e serenità. C’erano anche gli autori degli altri video partecipanti, anch’essi molto originali. Il mio cuore è rimasto a Verona, è stato davvero fantastico.
Antonio: Si è rivelata un’esperienza stimolante, il giusto premio per la dedizione con cui abbiamo lavorato a questo progetto in una settimana intensissima.
Da quest’esperienza avete tratto degli insegnamenti che potranno esservi d’aiuto in futuro?
Antonio: Ho avuto modo di mettere alla prova le mie conoscenze e competenze, di affinarle, ho più dimestichezza con il montaggio, le riprese, ecc., inoltre ho potuto sperimentare nuove modalità, per esempio arrivando a comprendere come inserire le animazioni nel video, qualcosa di nuovo per me.
Riccardo: Ogni progetto è formativo e questo non fa eccezione. Mi ha aiutato a capire come gestire alcune situazioni, l’esperienza accumulata qui mi sarà certamente d’aiuto in futuro, soprattutto volendo diventare un regista. Ovviamente la tecnica si perfeziona col tempo e penso che se andassi a rivedere un vecchio video, come sarà questo tra un po’ di tempo, non sarà tanto per riutilizzarne la forma, anzi, ne studierò piuttosto i difetti. L’utilità sarà poter osservare cosa c’è di migliorabile; credo che sarà questo il vero insegnamento che ne trarrò.
Oltre ai tre autori, è bene ricordare la partecipazione di tanti altri studenti, tutti coloro che hanno espresso nel corto il comune desiderio di una scuola moderna, innovativa, dove non vi siano barriere tra insegnanti e alunni, in cui ognuno possa esprimere al meglio se stesso.
Mattia Tagliente
IIIB Arti Figurative
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