Abbiamo appreso con stupore e tristezza della chiusura del negozio di strumenti musicali “Idee Musicali” di Antonio Baldassarre.
L’esercizio era una delle ultime e coraggiose realtà rimasta in città che si occupava anche di partiture per l’insegnamento, riparazioni, accordature e noleggi per gli spettacoli.
La crisi di questo settore è un tema attuale. Ci sono diversi segnali di difficoltà e chiusure in tutte le città italiane. Il Covid ha accentuato le problematiche, ma il commercio on line ha indebolito il settore non potendo competere con i prezzi delle piattaforme musicali.
Nel mondo della musica molti negozi di dischi faticano a vivere. Anche a Brindisi, nonostante la varietà e la ricchezza di alcuni negozi storici degli anni passati, il mercato dei vinile e del CD si è trasferito in alcune librerie ma soprattutto sulle piattaforme online.
Entrare oggi in un negozio di dischi o di strumenti musicali è come andare al museo e respirare la storia della musica. Cominciano a farsi notare la mancanza di vetrine variopinte con addosso la curiosità di provare uno strumento o di spulciare gli scaffali dei dischi con il gesto del castoro.
In un periodo di consumo di musica liquida, auto tune e cover band, continuare a respirare musica vera e originale significa mettere nelle condizioni la comunità di vivere in maniera creativa condividendo incontri, concerti e seminari, anche attraverso le risorse locali.
Essere propositivi nella propria terra può rappresentare una forma potente di rivoluzione culturale e di sostegno costante a tutte le attività, anche a quelle commerciali.
Un sogno che aveva preso forma negli anni passati grazie alla tenacia di alcuni soggetti innamorati del territorio.
La musica nella nostra città ha nuovamente bisogno di fiducia e calore. Può essere ravvivata nei numerosi locali del centro storico attraverso nuovi incontri propositivi e risolutivi tra i gestori, gli abitanti e le Istituzioni locali.
La scena musicale brindisina conserva un’anima autentica.
Una vibrazione sottile che ha attraversato il tempo senza aver mai ricevuto il giusto valore e soprattutto continuità ai suoi festival e spettacoli musicali.
Negli ultimi anni si sono persi alcuni concerti di notevole qualità e spessore come il Festival del Blues Città di Brindisi, Yeahjasi! Brindisi Pop Fest, le rassegne dedicate al jazz, fino a quell’esperimento ben riuscito del Maestro Stefano Miceli di organizzare per la prima volta un’Orchestra stabile nel Nuovo Teatro Verdi con le esibizioni al Concerto di Capodanno e inaugurando la stagione sinfonica con i concerti dedicati all’ONU e alla Polizia di Stato.
Oggi ben vengano i dj set nelle piazze, le cover band, i saggi di fine anno e il vernacolo nelle periferie. Ma per rendere una città attrattiva, valorizzare artisti, luoghi e spettacoli, far crescere una comunità serve di più, molto di più.
MARCO GRECO
No Comments