Non si è mai pronti per un addio in questo limitato orizzonte terreno, esasperato nelle sue componenti materiali dalla scomparsa della spiritualità e di quanto è territorio dell’anima, aspetti cui purtroppo oggi assistiamo impotenti.
Egli rappresenta meglio di qualsiasi cantautore la sintesi fra gli aspetti concreti dell’esistenza (non dimentichiamo la provenienza da una Napoli che esprime nell’emergenza rifiuti e nella camorra una problematicità bassa e terrena, corporea ed umorale) e la loro sublimazione che parla di emozioni, anima e spiritualità.
Lasciare il palcoscenico all’improvviso, esenti dal degrado corporeo cui inevitabilmente la malattia conduce, e questo a qualsiasi età accada, potrebbe essere una grazia riservata e concessa non a tutti.
Due cantori dell’anima, Lucio Dalla da tempo e Mango recentemente ci hanno lasciato con tale modalità, quasi una jam session non preventivata e giunta forse inaspettata.
Oggi l’addio si rivolge a Pino, compagno da anni di spazi di vita, di angoli di paradiso sorti inaspettatamente nel caos postmoderno di una quotidianità degradata, emozioni pure che si rivolgono all’anima dovunque e chiunque essa sia.
Oggi si chiude il sipario su di un’esistenza che con la sua meravigliosa essenza musicale ha accompagnato le nostre vite, noi, generazione incerta e divisa fra il lasciarsi andare all’assenza ed al vuoto di scopi e di ideali, e l’espressione della massima presenza nella difesa dell’etica e di un umanesimo costruito all’alba del XXI secolo.
Caro Pino, un angolo del mio cuore ti ospiterà in eterno e non mi stancherò di richiamarti alla memoria dei miei figli e di quelli che verranno come un musicista dotato di grande empatia, in armonia con la musica degli spartiti , la melodia dell’anima ed il rumore dei quotidiani eventi.
Grazie! E buon viaggio.
Brindisi, 05/01/2015
Iacopina Maiolo
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