Di seguito riportiamo integralmente una lettera aperta inviata da Michela Almiento, Segretario Generale della CGIL di Brindisi al Presidente dell’Autorità Portuale Hercules Haralambides.
Egregio Presidente,
a distanza di una settimana dall’episodio di violenza subito, nell’associarmi al sentimento unanime di condanna per il gesto inconsulto e ingiustificabile commesso da Lino Giurgola esprimo a lei, al Segretario Generale e a tutte le lavoratrici e i lavoratori dell’Autorità Portuale piena solidarietà.
Mi scuso se lo faccio in ritardo, ma quanto accaduto mi ha profondamente turbata. Quando si conoscono direttamente le persone che diventano protagonisti di eventi così drammatici, si resta emotivamente coinvolti, e in questi giorni tante sono state le domande che mi sono venute in mente e a molte di esse non ho ancora trovato risposta.
Intanto, leggendo i diversi interventi pubblicati, ho avuto conferme su chi sia Lino Giurgola: un imprenditore tenace che ha impegnato tutte le sue energie in attività in cui il porto è sempre stato al centro. Questo nostro amato porto, che tutti percepiamo essere fonte primaria di economia e sviluppo, ma che, di fatto, oggi, continua ad essere in parte mortificato nelle potenzialità.
Intanto, Giurgola sta già pagando per l’atto violento di cui si è reso protagonista, ma noi possiamo, tutti, archiviare il caso come un evento drammatico causato da un folle?
I segnali che emergono da quanto letto sulla vicenda chiamano alla necessità di un approfondimento cui l’Autority , attraverso un coinvolgimento delle stesso Comitato Portuale, non può sottrarsi. Sarebbe importante, a mio avviso, chiedersi:
1) Perché un imprenditore, dopo aver investito somme ingenti per nuovi macchinari, rinuncia a un appalto, o meglio, alla parte residuale di un appalto?
2) La Committente a quali condizioni aveva affidato le attività?
3) Siamo certi che si tratti di condizioni dettate dalle regole del “mercato globale” o siamo di fronte al solito problema di commesse affidate con il criterio del “massimo ribasso” ?
4) Se fosse così, si tiene conto che il massimo ribasso è spesso causa di “concorrenza sleale” che danneggia le imprese e che non tutela i lavoratori interessati? Né quelli che perdono il lavoro, come in questo caso per i lavoratori in carico a Giurgola, né quelli che svolgono il lavoro per conto di chi subentra, perché spesso gli Organi di Vigilanza e Controllo hanno potuto verificare che sono sottopagati e che non ci sono margini economici per garantire il rispetto delle norme in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro. Premetto che le mie non sono accuse, non ho elementi conoscitivi per farne, ma sento il dovere di chiedere che si faccia chiarezza.
5) Considero il porto un “bene comune” e l’Autority, cui è affidata la gestione, deve essere garante di procedure di decisione che sappiano ben coniugare e conciliare l’interesse generale con tutti gli interessi in gioco. Perché, invece, continua ad emergere il malessere di operatori portuali e commerciali per la mancanza di un’interlocuzione costruttiva con l’Ente, finalizzata a fare sistema e a gestire al meglio le opportunità che si costruiscono?
Cercare di dare risposte a queste domande, magari insieme, potrebbe aiutare tutti noi a fare chiarezza, perché il dubbio può annichilire, causando quello stato d’animo sicuramente meno adatto per affrontare la crisi.
Michela Almiento
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