October 12, 2025

Un enorme cavallo azzurro, è apparso davanti al CPR di Restinco, in mezzo alle campagne di Brindisi. Non una statua qualunque, ma Marco Cavallo, simbolo di libertà e di diritti, nato dall’immaginazione collettiva ispirata da Franco Basaglia, lo psichiatra che contribuì alla chiusura dei manicomi in Italia e, più in generale, a un profondo cambiamento dell’approccio alla salute globale.
Oggi, quel cavallo azzurro viaggia per liberare anche le persone migranti rinchiuse nei CPR, i Centri di Permanenza per il Rimpatrio: luoghi di detenzione senza reato.
Brindisi è stato uno dei primi territori italiani ad ospitare una di queste strutture, un centro che unisce attualmente in modo ambiguo detenzione e accoglienza, ospitando nello stesso spazio sia un CPR che un CARA (Centro di accoglienza per richiedenti asilo). Un’anomalia che, come ha sottolineato il Comitato cittadino, alimenta confusione e alienazione, normalizzando la privazione della libertà per reati puramente amministrativi come tappa del percorso migratorio.
Come “No CPR Brindisi”, abbiamo fatto parte del comitato promotore di questa tappa pugliese del viaggio di Marco Cavallo, perché crediamo che sia urgente riportare all’attenzione pubblica queste realtà incostituzionali e disumane, spesso nascoste e dimenticate, e intrecciare la lotta per i diritti delle persone migranti a quella per una salute mentale pubblica, comunitaria, non medicalizzata e non repressiva.
I CPR sono lager di Stato, come Basaglia chiamava i manicomi, e devono essere chiusi, CHIUSI definitivamente!
Un’intera giornata per rompere il silenzio che li circonda è stato l’obiettivo.
Cominciata davanti al CPR di Restinco, con un presidio partecipato da attiviste e attivisti, sindacalisti, operatori, realtà locali, cittadine e cittadini, gli interventi hanno denunciato l’invivibilità del centro, anche alla luce delle testimonianze raccolte da chi ha potuto entrarvi: condizioni di vita segnate da “solitudine e disperazione” causate da “isolamento, sofferenza e abuso di psicofarmaci”.
Cartelli con i nomi dei “morti di CPR” hanno accompagnato il corteo cittadino, partito nel pomeriggio da Piazza Cairoli fino a Piazza Duomo, insieme a Marco Cavallo e alla Cavallina Terrona, una scultura realizzata artigianalmente, simbolo di resistenza del Sud e della dignità delle marginalità, portata dal Centro Marco Cavallo di Latiano. Una festa di resistenza e di comunità ha animato le strade del centro di Brindisi.
In serata, nella cornice dello spazio culturale Santa (ex convento Santa Chiara), si è tenuta la mostra “La Guantanamo Adriatica – Occhi dall’alto sui CPR in Albania”, a cura di Anna Lodeserto, e lo spettacolo teatrale “Reietti. Come creammo i CPR”, scritto e interpretato da Oscar Agostoni, con la collaborazione di Helga Bernardini di Disturbi Teatro.
Uno spettacolo intenso e toccante, che ha narrato, grazie a un lavoro accurato di ricerca e documentazione, l’intera vicenda di Moussa Balde, morto suicida in un CPR a Torino. Al termine dello spettacolo, un collegamento telefonico con la madre e il fratello di Moussa ha permesso al pubblico di inviare un lungo applauso commosso, per far sentire il sostegno di una comunità che lotta con loro e li sostiene.
Una rete che resiste, una lotta che continua. Come ha ricordato chi è intervenuto durante la giornata, la presenza di Marco Cavallo in Puglia è stata anche un’occasione per denunciare lo smantellamento della salute mentale pubblica, in particolare nella nostra Regione, dove si assiste da anni al taglio dei fondi, alla chiusura dei servizi e alla privatizzazione silenziosa dell’assistenza.
Tuttavia, esperienze come quella di Latiano, animata da Carlo Minervini, psichiatra e attivista per la salute mentale di comunità, e dall’associazione 180amici Puglia, mostrano che una salute mentale di comunità, basata sulla dignità e sull’emancipazione, è possibile.
La lotta per la chiusura dei CPR è parte di una battaglia più ampia: per un’Italia libera da gabbie, razzismi e marginalizzazioni.
Fino a quando i confini non saranno solo uno spazio d’incontro, le nostre rivendicazioni non finiranno.
Fino a quando l’ultimo CPR non sarà chiuso, noi non ci fermeremo.
Un enorme cavallo azzurro ci starà accanto in questa lotta, a ricordarci che possiamo farcela, che la libertà è un diritto di tutte e tutti, e che nessuno deve essere lasciato indietro.
Grazie a chi ha reso possibile questa giornata: ai collettivi, ai sindacati, alle associazioni, ai professionisti della salute mentale, alle realtà teatrali, culturali e sociali, a chi ha cucinato, ospitato, parlato, ascoltato, camminato con noi.
Oggi Marco Cavallo è stato a Bari, dove ha concluso il suo viaggio.
Come No CPR Brindisi, continueremo a esserci, a denunciare, a costruire alternative, a unirci a chi resiste, perché un’altra società è non solo possibile, ma necessaria.
Chiudiamo i CPR. Ovunque. Per sempre.
NO CPR Brindisi
Brindisi 12 ottobre 2025

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