La questione energetica a Brindisi è stata ed è la principale vertenza sociale che da anni costituisce un vero e proprio vulnus alla salubrità ambientale della nostra comunità. Se non vi fosse stata una politica “compiacente” oggi non continueremmo a ripetere cose già dette: la centrale di Brindisi Nord (ex Enel, ex Edipower) avrebbe dovuto essere dismessa alla fine del 2004 con la piena tutela – lo sottolineiamo con forza – del diritto al lavoro di tutti i dipendenti dell’impianto .
Giorni addietro l’attuale proprietà della centrale, la societa’ A2A Energiefuture, ha chiesto e ottenuto un incontro con l’Amministrazione comunale per presentare un nuovo progetto da realizzare nell’area della centrale in questione. Progetto in ordine al quale ci riserviamo di esprimere un giudizio più puntuale dopo un esame accurato. L’area interessata, di proprietà della società A2A, è situata a ridosso del porto commerciale e di quello turistico, per cui è inammissibile prevedere il trattamento in quel sito di 70.000 tonnellate all’anno della frazione organica dei rifiuti solidi urbani.
La chiusura della centrale è prevista anche nel Documento Programmatico Preliminare per il PUG che, approvato dal Consiglio comunale a larghissima maggioranza nel 2011, prevedeva per quell’area una destinazione d’uso legata alla retroportualità; e venne discusso e in buona parte condiviso dalle locali associazioni ambientaliste e di cittadinanza attiva.
Sorprende che la società A2A (soggetto privato) sia stata accompagnata nell’incontro con l’Amministrazione Comunale dal massimo responsabile dell’Agenzia regionale dei rifiuti (quindi dirigente pubblico), Avv. Gianfranco Grandaliano, che confidiamo non abbia così inteso esprimere il suo appoggio al progetto prima ancora di conoscere il pensiero dell’Amministrazione Comunale ignorando atti comunali della massima importanza.
Il Forum continua quindi a ritenere che la centrale Brindisi Nord vada dismessa e che la società A2A, come previsto dalla autorizzazione integrata ambientale, debba farsi carico dello smantellamento e della bonifica, preliminarmente rispetto a qualsiasi soluzione tecnica futura che, in ogni caso, non può contemplare il trattamento di rifiuti e che deve tutelare l’occupazione dei lavoratori ancora oggi in carico all’impresa.
FORUM AMBIENTE SALUTE E SVILUPPO
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