September 7, 2024

Con l’imminente consultazione politica alle porte, ci si aspettava il risveglio di tutte le forze politiche e i movimenti con lo scopo, a detta di tutti, di individuare il miglior percorso possibile per risolvere i problemi della città.

 

Tuttavia già dalle prime battute si ha l’impressione che ognuno segua un proprio obiettivo, chi vuole entrare a far parte della macchina amministrativa, sgomitando ed eliminando competitor politici più attempati e navigati, altri creando movimenti col solo scopo di far confluire il pacchetto di voti a sua disposizione con intenti personalistici, altri ancora sentendosi illuminati dalla grazia divina ritenendo di dover esserci sempre e comunque. Tutti però non hanno alcuna intenzione di fare un passo indietro o fare ammenda di tutte le stupidaggini dette e fatte negli ultimi anni.

 

Il tanto auspicato rinnovamento, di cui tutti parlano senza specificare in qualche modo come questo si debba concretizzare, andrebbe chiarito o quanto meno delineato cercando di trovare una sintesi che possa essere accettata da tutti. Un passo avanti verso quel ricambio generazionale che fino ad oggi è rimasto forse solo nelle intenzioni.
Per questo abbiamo oggi bisogno di porre dei punti fermi sul significato di rinnovamento che per noi e per quanti condividono il nostro pensiero, significa rottura con il passato.

 

Una sorta di evoluzione rispetto al passato che non può prescindere eventualmente dalla cancellazione dei tanti politicastri che si sono succeduti nel corso degli ultimi anni.

Un’evoluzione che non si può concretizzare se non attraverso un radicale cambio di mentalità e soprattutto un approccio diverso alle problematiche, consequenziale al cambio di mentalità stesso.

 

Cambio di mentalità necessario a riconoscere che negli ultimi 25 anni si è millantato di voler avvicinare il cittadino alle istituzioni salvo poi operare in direzione esattamente contraria eliminando le circoscrizioni, riducendo i componenti del consiglio comunale, eliminando le rappresentanze elettive provinciali fino a tentare, con un’assurda azione di governo, di modificare la costituzione che gli stessi hanno giurato di difendere all’atto del proprio insediamento.

 

Anni in cui, chi concorre all’elezione del consiglio comunale, lo fa col solo scopo di raccogliere più voti possibili, concetto condiviso in verità da tutti i gestori della politica, perché più voti hai più diritto hai ad acquisire l’agognato assessorato o qualche ruolo negli enti di secondo grado, dimenticando che gli eletti in consiglio comunale sono gli unici veri tutori della linea politica e programmatica uscita vincitrice dalla competizione elettorale.

 

Cambio di mentalità doveroso perché ci sono comportamenti che non sono più accettabili. Non è più accettabile che qualcuno approfitti del ruolo conquistato col consenso dei cittadini per appropriarsi indebitamente di qualsiasi cosa, perché sarà pur vero che ormai chi ruba non va quasi mai in galera, ma chi lo fa si sporca indelebilmente la faccia, anche se si tratta di una vasca di cozze. Non è più accettabile che i voti dei cittadini diventino merce di scambio per acquisire poltrone o amicizie da utilizzare al momento opportuno e per ottenere incarichi attraverso pseudo assessorati in paesi sperduti sul suolo italico.

 

Politica è una cosa, amministrare è altro, le due cose devono essere necessariamente separate per evitare commistioni pericolose che negli ultimi anni hanno aggrovigliato la macchina amministrativa su se stessa.

 

Senza andare troppo a ritroso basta guardare le vergognose sindacature che si sono succedute negli ultimi 30 anni, una collezione di arrestati inframezzati da due personaggi anomali, Ortese e Maggi, fatti subito fuori da sua maestà ENEL.
Un’ulteriore spunto di riflessione su questo ragionamento, ci viene suggerito dalla venuta a Brindisi di un noto esponente politico di centrosinistra, invocato a difesa di coloro che proprio di rinnovamento non vogliono sentir parlare.

 

Allora ci chiediamo se la venuta a Brindisi di D’Alema, può essere mai letta nell’ottica di un sostanziale rinnovamento.
Può essere foriero di rinnovamento un D’Alema che, dopo aver attraversato prima, seconda, terza repubblica, pur di garantirsi nuovamente un posto comodo in senato è disposto, per raccattare voti, ad accogliere tutti, giustificando il suo essere contro attraverso coloro che erano contro il suo partito?
Ci chiediamo ancora se tutti i buoni propositi di quei dirigenti di Articolo 1, che stavano lavorando in tutt’altra direzione, siano andati perduti, piegati ai poteri forti che non vogliono ascoltare ragione di cambiamento.
Quindi rinnovamento, cambio di mentalità, rottura col passato, ma anche consapevolezza.

 

Noi siamo consapevoli che qui a Brindisi la coincidenza delle elezioni politiche e amministrative non faccia bene alla nostra città, così come siamo altrettanto consapevoli che se coloro che in qualche modo possono invertire questa rotta, non concorrono a farlo, perderemo tutto o quel poco che ci resta da perdere.

 

Siamo consapevoli che solo facendo leva sulla nostra dignità, la dignità delle persone per bene, la dignità della maggioranza dei brindisini che sono persone per bene, possiamo permetterci di digrignare i denti e cercare di arrestare questa deriva che ci vede da anni perdenti su tutti i fronti.

 

Sono discorsi che noi di Proiezione Futuro sentiamo fare da più parti ma abbiamo la netta sensazione che ognuno dia un proprio significato alle parole.

 

Proprio per questo noi di Proiezione Futuro riteniamo corretto avviare, con chiunque voglia dare un contributo, un confronto dialettico finalizzato a dare sostanza alle idee.

 

Su questo percorso che vuole essere una sfida, che vuole essere un modo diverso di approcciarsi, per evitare che negli ultimi giorni, obtorto collo, i poteri forti si impongano come loro sanno fare, siamo a disposizione per confrontarci.

 

 

PROIEZIONE FUTURO

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