July 27, 2024

Brundisium.net

 Signor Enel, chi le parla è l’anima della Brunda o Brention messapica, della Brundisium romana, sì insomma della Brindisi dei giorni nostri. E l’argomento che ho intenzione di trattare – la dismissione della Centrale “Federico II” di Cerano – rientra tra quelli non sempre simpatici tra locatario e inquilino.

 

Premetto che non intendo parlare di quello che ha dato alla mia città in tanti anni di convivenza. Anche perché, deve ammetterlo, non si è sforzato molto. Anzi, a dirla tutta, mi pare che non abbia voluto veramente bene a Brindisi perché, per amare, ci vuole un cuore che pulsa amore mentre il Suo alita solo carbone.

 

Il primo appunto che Le faccio in qualità di affittuaria è la mancanza di riguardo nei miei confronti. Tanti anni fa Lei ha firmato (non fosse mai accaduto!) con la sottoscritta un contratto di locazione e non capisco perché il preavviso di disdetta, non l’abbia comunicato al mio rappresentante legale, vale a dire all’attuale Commissario straordinario del Comune.

 

Nossignore, ignorando le clausole contrattuali e venendo altresì meno alle più elementari norme di cortesia nei riguardi di un’anziana signora quale io sono, Lei, in occasione di un vertice sull’ambiente tenutosi recentemente a Parigi riguardo alla riduzione delle emissioni di gas nell’atmosfera, ha spifferato – urbi et orbi – decisioni che mi riguardano direttamente.

 

Se ho ben compreso il Suo impianto ha già dimezzato la produzione passando dai 16,5 terawatt/ora del 2004 agli 8 del 2016, con una riduzione del carbone di circa il 40%. Bene!, mi sono detta. Finalmente un respiro per l’ambiente e le persone. Senza immaginare che questa riduzione sottintendeva il completo abbandono della centrale. Come dire, si sta passando da un estremo all’altro.

 

Adesso mi piacerebbe sapere cosa succederà quando, tra poco più di una decina d’anni, giungerà il momento della proclamata dismissione del “mostro” (scusi la franchezza) che insiste sulla mia terra.

 

Ma poi non è nemmeno questo il punto che mi ha spinto a parlarle. Né m’interessa il Suo programma “Futur-E” che prevede la vendita, in tutto il Paese, di 23 centrali tra olio-gas, olio, gas, turbogas, ciclo combinato e carbone. E non m’interessa nemmeno sapere che ha già venduto a tre acquirenti la centrale a carbone di Porto Marghera, sul cui sito si svilupperanno nuovi insediamenti industriali. O che, sul fronte dei concorsi di progettazione, la centrale di Alessandria prevede la realizzazione di un parco dedicato agli sport estremi.

 

 

Signor Enel, quello che m’interessa è tutt’altro. E glielo esplicito in due punti.

 

Per prima cosa, nel momento in cui mi riconsegnerà le chiavi del sito che le ho affittato, pretendo – come da contratto – che me lo restituisca nelle condizioni in cui glielo ho ceduto.

 

Le rammento che su questa terra, nei millenni, è passato di tutto. E devo dire che non sempre chi l’ha occupata si è comportato bene. Per esempio, nel 49 a.C., un certo Giulio Cesare, per impedire al nemico Pompeo la fuga verso l’Oriente cinse d’assedio la città e sbarrò l’uscita del porto costruendo una diga in terra e pietre e, come se non bastasse, vi affondò zattere e infisse pali. Questa circostanza, a causa del conseguente impaludamento del porto, per alcuni secoli mi ha fatto ammalare di malaria.

 

E pensare che, per magnificare la sicurezza del porto, si diceva: “Tres esse in orbe portus Junii, Julii et Brundusii”. Cioè, nel mondo ci sono tre porti, quello di Giugno, di Luglio e di Brindisi, a significare che qui le navi stavano sempre così sicure, come vogliono essere, per il mare, nei mesi di Giugno e Luglio.

 

Ma le offese al territorio non si limitano a questa. Che dire, infatti, della spazzatura che lasciavano nei “castra” i “milites” delle legioni romane al momento d’imbarcarsi per l’Illiria, la Macedonia, la Tracia o la Grecia? Stesso discorso vale per i pellegrini delle Crociate, forse santi nello spirito ma di sicuro sporcaccioni nei riguardi dei luoghi in cui sostavano prima di partire per la Terra Santa.

 

E così via con tutti quelli che hanno passeggiato su questa splendida terra. Dai Goti ai Longobardi, ai Bizantini, ai Saraceni, ai Normanni, agli Svevi, agli Aragonesi, agli Angioini, agli Spagnoli… E tutti, salvo qualche eccezione, hanno devastato, rubato e violentato persone e suolo.

 


L’ultimo grande invasore – mi perdoni la franchezza – è stato proprio lei, Signor Enel! Infatti, con il Suo megaimpianto ha creato notevoli danni a un territorio che, prima del suo arrivo, era una stupenda campagna ricca, tra l’altro, dei famosi meloni “sarginischi” e degli estesi carciofeti. Tutte coltivazioni andate irrimediabilmente perdute.

 

Ma anche il mare prospiciente la centrale era uno dei più belli della costa, con il caleidoscopio dei suoi colori, i profumi delle brezze, le ondeggianti praterie di posidonia, la ricchezza di pesci di ogni genere. E anche quelle acque che costituivano il sostentamento dei pescatori non esistono più.

 

Signor Enel, lei, oltre a deturpare un paesaggio che aveva resistito a millenni di storia, ha fatto scomparire, nella zona sud, sia l’agricoltura che la pesca! Come il re Mida che trasformava in oro tutto ciò che toccava, Lei ha fatto morire tutto quello che le stava intorno.

 

E spero abbia il buon gusto di non rinfacciarmi che, in compenso, ha fatto “elargizioni” alle istituzioni cittadine. Io rispetto la Sua volontà di dare di più ai territori delle altre centrali. Ci mancherebbe! Lei è il padrone e, come tale, può fare quello che vuole. E lo ha fatto. Ma tenga a mente che non può impedirmi di sentirmi umiliata anche per gli spiccioli che ha distribuito. Se poi avesse “regalato” a gente al di fuori delle istituzioni locali questo non farebbe che aggravare ulteriormente la Sua posizione. Ma sono sicura che così non è stato!

 

Quindi Le rammento che, prima di abbandonare il sito, dovrà effettuare tutte le opere di bonifica atte a restituire al terreno, intriso di veleni, la primitiva vocazione alle colture agricole. E tenga presente che potrà avere anche chiuso le pendenze legali con Greenpeace ma che la sottoscritta è fermamente intenzionata ad andare in fondo ove lei pensasse di lasciare ad altri questa pesante eredità!

 

Il secondo punto di cui intendo parlarle riguarda la sorte che attende i 450 dipendenti diretti della centrale termoelettrica e i 680 dell’indotto. A tal proposito voglio ricordarle che la dismissione della centrale a carbone di Brindisi Nord e le difficoltà a realizzare gli investimenti presentati da A2A per la riconversione della ex centrale Edipower con la perdita di centinaia di posti di lavoro devono costituire un importante precedente e, a partire già da oggi, un Suo preciso obbligo morale, oltre che giuridico, affinché questa iniqua storia non si ripeta.

 

Signor Enel, sia ben chiara una cosa: la de-carbonizzazione non può e non deve essere pagata dai lavoratori e dalle loro famiglie! Lei ha tanta esperienza e, davanti a sé, un tempo ragionevolmente lungo per pianificare al meglio questa dismissione (se di dismissione totale si tratterà).

 

Un’ultima cosa: non disdegni di parlare chiaramente con chi è al governo della città. Non riserbi i Suoi progetti, a medio o lungo termine, esclusivamente a beneficio dei consessi internazionali. Lo tenga sempre bene a mente: Brindisi Le ha dato tanto in confronto a quel poco che ha dato lei.

 

“Perché non parli?”, disse Michelangelo, battendo con il martello il ginocchio di Mosè. Ora sono io a provocarla, anche se senza martello: “Parli!”. Affinché tutto si svolga nella massima chiarezza e senza il ricorso alla coda dei contenziosi legali.

 

La saluta, senza particolare acrimonia, il Suo locatario.

 

Guido Giampietro

 

One Comment

  • Rispondi
    Antonio
    15 Agosto 2017

    Bell’articolo. Sono in trepidante attesa di leggere una risposta da parte di ENEL. Io credo che non ve ne sarà alcuna. Credo altresì che i rappresentanti di ENEL non leggano neanche questo sito. Rimane lo scempio fatto al territorio, i morti di cancro, l’elemosina di posti di lavoro (spesso di basso profilo) ed aver “svenduto” un pezzo della nostra città. CHE SCHIFO! Come scrisse Greenpeace sul camino della centrale : STUPID . Ed ho detto tutto!