In merito alla problematica relativa ai rimborsi TARI occorre ribadire per l’ennesima volta che le somme incassate dai Comuni ai fini Tari devono essere, per espressa previsione legislativa, utilizzate solo ed esclusivamente per far fronte ai costi relativi al servizio di igiene pubblica urbana, per cui i rimborsi che scaturiscono dalla nuova interpretazione ministeriale sono legati ad una diversa distribuzione del carico tributario a seconda che i contribuenti posseggano o meno pertinenze, e non, quindi, a maggiori incassi del Comune come, invece, qualcuno tenta di far credere alimentando inutili polemiche.
Si precisa, inoltre:
che il regolamento Tari del nostro Comune, come previsto dalla legge, risulta essere stato depositato nei termini presso il Mef nel 2013 e nessun rilievo fino ad oggi è stato notificato in merito all’applicazione della Tari;
che il metodo di tariffazione applicato dal 2014 al 2017 è conforme alla risposta fornita dall’Anci in data 15/09/2014 al Comune di Mesagne, riguardante proprio la quota variabile sulle pertinenze; interpretazione, anche questo caso, fino a tutto il 2017, mai sconfessata dal Ministero;
che la legge istitutiva della Tari non dà alcuna definizione di pertinenza come, invece, accade per l’Imu.
Fatte queste necessarie e indispensabili premesse, si precisa che gli Uffici stanno da giorni lavorando sulla predisposizione del Piano finanziario Tari per l’anno 2018, anche in assenza di specifiche disposizione da parte del Mef, che con la circolare emanata a gennaio non ha risolto i maggiori problemi legati alla sua stessa nuova interpretazione, soprattutto riguardo al finanziamento della spesa. A ciò si aggiunga che, solo dall’insediamento di questa Amministrazione si sono date direttive in merito all’ aggiornamento delle banche dati delle pertinenze, con gli identificativi catastali; problema che, naturalmente, ha portato a maggiori sacrifici, in termini di lavoro da parte degli uffici.
Nello specifico si precisa che nel Piano Finanziario Tari 2018 saranno previste risorse per coloro i quali, avendo una pertinenza relativa all’abitazione principale hanno diritto ai rimborsi per l’anno 2014.
Riguardo alla definizione di pertinenza, non affrontata né dalla Legge né dal Ministero, il Comune si atterrà, come da costante giurisprudenza della Cassazione, a quanto previsto dal Codice civile in materia (art. 817).
Pertanto, ogni cittadino che ritenga di avere i requisiti per ottenere il rimborso della quota variabile, applicata negli anni precedenti sulla pertinenza, potrà presentare istanza di rimborso, che sarà evasa nei termini previsti dalla legge, previo i necessari controlli e verifica della regolarità della situazione contributiva. A tale proposito, si ritiene opportuno precisare che le istanze di rimborso, per l’anno 2014, potranno essere presentate entro il 2019.
Come si può facilmente notare, la soluzione del problema non è semplice e nessuno, dall’ANCI al MEF, ha sino ad oggi fornito un orientamento chiaro, esaustivo ed in linea con la legislazione vigente. Da ultimo, infatti, nell’annuale convegno dell’Agenzia delle Entrate sulle novità della manovra finanziaria 2018, tenutosi lo scorso 2 febbraio, è intervenuto il Dipartimento delle Finanze, prospettando le possibili soluzioni, che comunque andrebbero confermate, quanto meno, con una circolare ministeriale, atteso che, ad avviso di autorevoli esperti, servirebbe una modifica legislativa. Giova precisare che la soluzione proposta dallo stesso Ministero, in occasione del richiamato convengo, prevederebbe l’annullamento parziale in autotutela da parte del Comune della tariffa adottata negli anni precedenti, rideterminando così il carico tributario dei contribuenti. Pertanto, coloro i quali possedevano la pertinenza avrebbero diritto ad un rimborso, mentre alla restante platea di contribuenti, che hanno pagato meno, dovrebbero pervenire richieste di conguagli a debito. Siamo, quindi evidentemente, in presenza di una vacatio legis e non possiamo essere noi ad avventurarci in interpretazioni che, se successivamente sconfessate, potrebbero mettere a repentaglio l’intero Piano TARI.
Per questo motivo e nonostante le richiamate difficoltà, l’Amministrazione ha ritenuto doveroso adottare una linea interpretativa quanto più possibile aderente alla normativa finora vigente ed alla giurisprudenza consolidata in materia, in modo da venir incontro alle esigenze dei cittadini che ritengano di aver diritto ai rimborsi, in attesa che gli Organi competenti forniscano le necessarie istruzioni ufficiali in merito.
COMUNICATO ENZO FRANCAVILLA
ASSESSORE AL BILANCIO DEL COMUNE DI SAN VITO DEI NORMANNI
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