Riceviamo e pubblichiamo integralmente una lettera aperta di una delegazione di lavoratori precari della Asl di Brindisi.
Questa è la storia di 22 lavoratori precari della Asl di Brindisi, 22 famiglie , 22 speranze , 22 storie diverse, ma accomunate dallo stesso destino.
Tutto ha inizio nel 2001 quando viene assegnata la gara di appalto del servizio denominato “attività di supporto alla gestione dei flussi informativi dei centri di spesa “ alla ditta Biosal di Novoli, la stessa prorogata fino al 2011.
Nel maggio 2011 la Asl di Brindisi ha affidato alla Sanitaservice di Brindisi (società in house unipersonale della Asl di Brindisi) il servizio di supporto amministrativo suddetto, per un periodo di anni tre, a decorrere dal 16 agosto 2011.
In data 13 maggio 2011 è stato pubblicato un avviso indirizzato agli operatori per l’internalizzazione del servizio suddetto, e dopo l’acquisizione della documentazione necessaria all’espletamento del bando pubblico, l’ Amministratore Unico della Sanitaservice ha pubblicato la relativa graduatorie, denominata “servizio di supporto amministrativi ex ditta Biosal”.
I 22 operatori risultati idonei sono stati assunti con contratti di lavoro subordinato AIOP di impiegato d’ordine categoria B, a tempo determinato part-ti,e, con decorrenza 16/08/2011 per un periodo di tre anni.
Nel contratto firmato era esplicitato il richiamo alla clausola sociale e lo stesso contratto si autodefiniva non prorogabile alla scadenza: per questo motivo nel 2012 i lavoratori iscritti alla CISL FP di Brindisi (15 su 22) , hanno avviato una vertenza sindacale impugnando il contratto suddetto.
Allo scadere del contratto ( 14/08/2014) i 22 lavoratori precari vengono convocati presso la Direzione Territoriale del Lavoro di Brindisi (sorte toccata successivamente anche ai 5 lavoratori del servizio di screening senologico) in presenza dell’Amministratore Unico della Sanitaservice , dei sindacati firmatari del contratto nazionale AIOP, per firmare una proroga di altri tre anni a seguito del passaggio nel servizio di Logistica Integrata.
Dopo oltre 10 anni di servizio, tanta esperienza e competenza lavorativa acquisita, una graduatoria, un successivo passaggio di cantiere con clausola sociale e due contratti a tempo determinato, i 22 lavoratori 8più altri 5 dello screening senologico) rimangono gli unici precari nell’organico della società in house della Asl di Brindisi.
Una vicenda contorta , figlia di politiche improvvisate e spesso non capaci di risolvere il problema.
Negli ultimi mesi a seguito dell’ennesima internalizzazione a tempo indeterminato del servizio Cup e del pulimento, la discriminazione è sotto gli occhi di tutti.
I lavoratori hanno sensibilizzato il Consigliere Regionale Giovanni Brigante e il consigliere regionale Maurizio Friolo, entrambi, il primo presidente e il secondo componente della Commissione Sanità della regione Puglia, ed entrambi facenti capo a schieramenti politici di colore diverso, ma entrambi disposti a dare ascolto.
L’ennesimo schiaffo è stata la legge sulla stabilizzazione che da poco ha iniziato l’iter di approvazione in consiglio regionale pugliese, e che vede le società in house fuori dalla stabilizzazione,
Da questo momento in poi i lavoratori hanno deciso di parlare e di denunciare la condizione di disagio a cui sono sottoposti, non vendendo un futuro dopo oltre 10 anni.
È inaccettabile, impensabile ed impossibile fare parte di una pubblica amministrazione quando si deve lavorare, ed essere, di contro, considerati precari e non necessari, quando la politica, sia aziendale che regionale che gioca a nascondino sulla responsabilità nella risoluzione del problema.
Una delegazione di lavoratori precari della Asl di Brindisi.
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