June 16, 2025

La Funzione Pubblica CGIL di Brindisi ha indetto per venerdì 19 dicembre 2014, dalle ore 14,30 alle 17,00, presso gli uffici amministrativi della ASL BR, siti in via Napoli, 8 Brindisi, l’assemblea del personale precario in servizio presso la ASL BR e la Società in House “Sanitaservice ASL BR, per affrontare concretamente il percorso di stabilizzazione del personale precario, che da anni viene ingiustamente sfruttato senza avere garanzie di lavoro stabile e duraturo.

 

La Corte di giustizia europea, infatti, ha condannato l’Italia per l’abuso del contratto a termine, ritenendo la normativa italiana sui contratti di lavoro a tempo determinato nella scuola contraria al diritto dell’Unione.

 

La sentenza “può essere allargata a tutto il pubblico impiego, perchè stabilisce che non c’è differenza tra lavoro pubblico e privato, non ci può essere una reiterazione continua dei contratti di lavoro.

In particolare, la Corte ha rilevato che l’accordo quadro del 18 marzo ‘99, che disciplina il lavoro a tempo determinato, si applica a tutti i lavoratori, senza distinzione in base alla natura pubblica o privata dello stesso. Si applica, quindi, anche ai docenti e al personale Ata assunti con contratto annuale. Lo stato italiano ha abusato nell’utilizzare in modo continuativo i contratti a tempo determinato. In particolare, non ha indicato nei contratti né le ragioni che giustificavano il rinnovo né la durata massima totale dei contratti né il numero dei loro rinnovi.

 

Secondo la sentenza la normativa italiana, non prevedendo criteri obiettivi e trasparenti per verificare se il rinnovo risponda davvero a reali esigenze, non può rispettare l’accordo quadro. In sostanza, essa non contempla nessuna misura diretta a prevenire e a sanzionare sul serio l’abuso di ricorso al contratto a termine da parte dello stato italiano.

In parole povere, il comportamento dello Stato italiano ha violato quella parte del citato Accordo che pone, al fine di evitare abusi nell’utilizzo di contratti a tempo determinato, tre limiti o “paletti” precisi:

 

1) criteri obiettivi per il ricorso a tali contratti, il cui cumulo non può comunque eccedere

2) una determinata durata o

3) un determinato numero di rinnovi.

 

La sentenza europea impone allo Stato di rimediare assumendo i precari con contratti a tempo indeterminato ovvero procedendo a sostanziosi risarcimenti.

Per il resto del pubblico impiego, statale e parastatale, degli Enti locali, delle Società in House, del Sistema Sanitario, dove il precariato è comunque abbondante, la sentenza conferma la serietà e invalicabilità di tutti i “paletti”, perché da un lato la causale oggettiva deve essere valutata in concreto come oggettiva temporaneità e dall’altro ogni debordo dal limite dei 36 mesi dà luogo senz’altro a quelle sanzioni di trasformazione e/o risarcitoria, ma poiché per il settore della scuola l’unica soluzione politicamente praticabile è quella della stabilizzazione, anche per gli altri settori i giudici dovranno razionalmente scegliere la trasformazione a tempo indeterminato.

La logica della sentenza e della direttiva 1999/70 risulta completamente opposta a quella perseguita dal governo Renzi con la parte del Jobs Act entrata in vigore qualche tempo fa col decreto Renzi-Poletti, che prevede la totale eliminazione della causale per il ricorso ai contratti a tempo determinato. Bene hanno fatto quindi,  i giuristi democratici a impugnare tale decreto in sede europea e bene ha fatto la Cgil a compiere analogo ricorso.

 

COMUNICATO STAMPA FP CGIL BRINDISI

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