May 25, 2025

Sentiamo la necessità nuovamente, alla luce di quanto si continua a sproloquiare all’interno dell’azienda Telcom, di chiarire la nostra posizione sulla vertenza in atto aperta dall’Azienda in data 28 gennaio scorso con la quale dichiarava un esubero di 65 unità lavorative.

Nell’Assemblea Generale del 7 febbraio, i lavoratori tutti hanno espresso le loro preoccupazioni circa le prospettive future per uscire fuori da questa situazione di precarietà e di ricorso continuo agli ammortizzatori sociali, in seguito ad una crisi generale che ha colpito anche questa realtà produttiva da circa sei anni.
Inoltre si rimarcava la necessità di individuare soluzioni organizzative ed operative atte a superare le difficoltà in atto.
Da qui la richiesta alle Segreterie Territoriali di chiedere all’Azienda delucidazioni ufficiali in merito al Piano Industriale prima di sottoscrivere eventuali utilizzo di nuovi Ammortizzatori Sociali.

 

Da quell’Assemblea scaturì la proclamazione dello Sciopero Generale tenutosi il 10 u.s., che ebbe una sua rilevanza non solo numerica ma anche politica, in seguito all’incontro, richiesto ed ottenuto dalle OO.SS., svoltosi presso la Residenza Municipale alla presenza del Sindaco di Ostuni che si rese subito disponibile ad ascoltare le preoccupazioni dei lavoratori e delle OO.SS.
A quell’incontro (invitato dal Sindacato), partecipò per l’Azienda il Dott. Alfonso Casale il quale nel suo intervento affermò che gli ammortizzatori sociali erano necessari per mantenere in piedi l’Azienda in attesa di risvolti positivi del mercato.

Premettiamo intanto che solo nell’incontro del 16 febbraio scorso, presso Confindustria, l’Azienda ha ufficializzato l’eventuale ricorso al Contratto di Solidarietà al fine di non procedere al licenziamento dei lavoratori, senza però dimostrare con quali soluzioni tecniche-organizzative si intenda superare le difficoltà in essere, così come previsto dalla normativa vigente. Cioè un Piano Industriale che possa garantire, alla fine del Contratto di Solidarietà, il superamento degli esuberi dichiarati nella Procedura aperta.

 

Ricordiamo a tutti che la legge 223/91 prevede 75 giorni (di cui 45 in sede sindacale e 30 in sede Istituzionale) di discussione e confronti con la controparte prima di dichiarare chiusa la procedura con un eventuale Accordo.

Come OO.SS. non abbiamo mai affermato che siamo contrari all’utilizzo dell’ammortizzatore sociale per evitare i licenziamenti dei 65 lavoratori, (anche perché è da cinque anni che sottoscriviamo Accordi in tal senso), dal confronto però esigiamo garanzie per il futuro di tutte le maestranze e in modo particolare dell’integrità Aziendale.
E questi chiarimenti, noi OO.SS. li abbiamo chiesti alla Proprietà, fino ad oggi rimasta insensibile alle nostre richieste.

Ci spiace, ancora una volta, venire a conoscenza di tentativi arroganti di divulgare false notizie e falsi pensieri delle OO.SS. e di pressione psicologica nei confronti dei lavoratori, come ci spiace constatare il tentativo in atto di procedere unilateralmente alla riduzione dell’Orario di Lavoro in alcune realtà lavorative.

 

Preme ricordare a tutti quanti che l’Azienda deve attenersi a quanto previsto dal CCNL e pertanto eventuali modifiche dell’Orario di Lavoro senza Accordo sindacale è illegittimo, perciò, intimiamo l’Azienda a sospendere eventuali abusi e a non utilizzare, per coprire tali ore, strumenti di recupero a carico dei lavoratori.

Alla luce di quanto sopra espresso, ci preme evidenziare la nostra immediata disponibilità nel proseguire il confronto, in funzioni di nuove argomentazioni rispondenti alle nostre richieste, attraverso la presenza delle massime rappresentanze aziendali.

 

COMUNICATO SINDACALE FILCTEM CGIL, FEMCA CISL, UILTEC, UGL CHIMICI

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