June 17, 2025

Attivisti pugliesi del M5S hanno raccolto ed esaminato una serie di segnalazioni relative ad inefficienze, sprechi, probabili ipotesi di reato, gravi casi di malasanità nell’ambito delle ASL pugliesi, tanto da rendersi promotori di un’azione volta scongiurare l’affossamento definitivo delle prestazioni sanitarie erogate ai cittadini pugliesi, nonché il reiterarsi di condotte da parte dei vertici della Sanità pugliese, certamente non improntate ai principi di trasparenza e meritocrazia, bensì inquadrabili nel solco della peggiore tradizione che vede troppo spesso la politica partitica imporre logiche nepotistiche e di spartizione nell’amministrazione della “cosa pubblica”.

 

Tale volontà d’intervento si è tradotta in un’interrogazione parlamentare a prima firma del sen. Maurizio Buccarella del Movimento 5 Stelle, indirizzata al Ministro della Salute, in cui si sollecita un intervento ispettivo da parte del Ministro e l’invito a considerare il commissariamento delle ASL pugliesi, come misura estrema ma necessaria al fine di riportare la sanità pugliese a decenti livelli di efficienza e trasparenza, a tutela della salute e dei diritti dei cittadini pugliesi.

 

Di seguito il testo integrale dell’atto parlamentare

Premesso che:

la gestione delle ASL pugliesi, travolta da numerosi scandali (ultimo in ordine di tempo quello delle violazioni sulle prestazioni aggiuntive dell’ASL di Bari nonché i diversi contenziosi su cui sta indagando la Procura) ha evidenziato, a parere degli interroganti, il totale fallimento della politica della sanità regionale del presidente Niki Vendola che, analogamente a quella del suo predecessore Raffaele Fitto, è stata caratterizzata dal raggiungimento del pareggio di bilancio a danno della qualità dei servizi sanitari;

nel rassicurare i cittadini sulla fornitura loro dovuta di prestazioni e servizi socio-sanitari efficaci ed efficienti, in realtà sono stati chiusi ospedali, ridimensionati ed accorpati interi reparti, con la finalità di incrementare l’assistenza territoriale e la nascita delle case della salute, tutto questo in totale assenza di un atto aziendale approvato dalla Regione Puglia;

nonostante i proclami e i buoni propositi più volte enunciati, le case della salute presentano carenze organizzative e gestionali tali da non soddisfare i bisogni di salute della popolazione pugliese, e i distretti e i servizi territoriali versano nell’immobilismo e nel caos più completo;

i cittadini pugliesi sono costretti a fare i conti con un sistema sanitario sempre più inefficiente, fatto di liste d’attesa infinite, personale allo stremo, costi elevati, taglio dei reparti e pessima gestione sia dei servizi territoriali, spesso diretti da 2/3 dirigenti con incarichi ad interim, sia degli ospedali. Come prevedibile questo sommarsi di incarichi ad interim nelle stesse persone, non avendo queste il dono dell’ubiquità, comporta che i pluridirettori (tali perché dirigono più distretti sanitari) non possano essere presenti in più uffici contemporaneamente con inevitabili disfunzioni nell’assistenza territoriale, privata della presenza di chi dovrebbe dirigere la struttura;

risulta agli interroganti che molti dei manager nominati dal presidente Vendola, pur in assenza di approvazione dell’atto aziendale da parte della Regione procedono a istituire dipartimenti, rimuovere dirigenti, azzerare incarichi, conferire strutture semplici complesse e strutture semplici a valenza dipartimentale in totale autonomia e senza alcun controllo da parte della Regione stessa;

a giudizio degli interroganti sono eclatanti tali accadimenti presso l’ASL di Bari, quanto succede presso l’ASL di Brindisi, dove l’individuazione delle strutture avviene ignorando normative nazionali e regionali, e le gestioni concorsuali dell’ASL di Taranto, per cui esistono diverse perplessità sulla procedura di alcuni concorsi, come quello di dirigente avvocato, per il quale, sempre più insistentemente, risulterebbe che si conoscano i nomi dei vincitori ancor prima che si svolgano le prove concorsuali;

riguardo al suddetto concorso per dirigente avvocato, risulta agli interroganti che sarebbero stati depositati in Procura i nomi di coloro che risulteranno vincitori, i quali sarebbero riconducibili al top management dell’Azienda sanitaria locale di riferimento;

sempre relativamente all’ASL di Taranto fa sorgere, a parere degli interroganti, alcune perplessità sulla trasparenza della gestione della stessa il fatto che in assenza di atto aziendale approvato dalla Regione e, pertanto, in violazione di precise norme regionali, quali la circolare n. 151 del 25 giugno 2013 prot. 7293 (che prevede che prima di sopprimere o istituire strutture si deve essere autorizzati da un atto aziendale approvato dalla Regione Puglia), il top management di detta ASL abbia istituito la struttura semplice a valenza dipartimentale “Rischio Clinico”, mai esistita prima, nominando come responsabile della neonata struttura il dottor Marcello Chironi, marito dell’attuale direttore sanitario, dottoressa Maria Leone;

il presidente della Regione Puglia ha nominato, in una regione caratterizzata da grosse criticità ambientali e sanitarie, quale assessore alla sanità il consigliere regionale Donato Pentassuglia, esponente del Partito democratico di Taranto, rinviato a giudizio con l’accusa di favoreggiamento e aggravata nell’inchiesta Ilva, la stessa per la quale anche il presidente Vendola risulta, con diversi titoli di reato, rinviato a giudizio;

risulta agli interroganti che vi siano gravi responsabilità relativamente alle condizioni igieniche precarie riscontrate dai Nas dei Carabinieri nei reparti dell’ospedale Santissima Annunziata di Taranto, in particolare presso il reparto di rianimazione dove gli investigatori hanno rilevato la presenza di vermi ed altre gravi anomalie. Risulta, inoltre, che siano in corso indagini in merito ad autopsie eseguite erroneamente su corpi diversi da quelli indicati, evidenziando gravi responsabilità dei dirigenti preposti e del managent aziendale;

in particolare la ASL di Taranto, pur avendo attivato nel 2010 un registro tumori, volto a monitorare la diffusione delle patologie tumorali nel territorio ionico, non ha promosso iniziative specifiche di screening finalizzate al potenziamento della prevenzione e alla diagnosi precoce;

considerato che:

nella stessa valutazione dei direttori generali ASL, operata dalla Regione Puglia per verificare il raggiungimento dei 9 obiettivi di gestione prefissati, nessuno ha raggiunto pienamente i risultati ed in particolare il giudizio sul direttore generale di Taranto, dottor Scattaglia, è stato negativo. (già nel gennaio 2014 l’amministrazione regionale non rinnovava l’incarico del dottor Scattaglia al vertice dell’azienda sanitaria locale tarantina). Poco dopo, però, inspiegabilmente si sono ritenuti raggiunti i suddetti obiettivi attraverso, a parere degli interroganti, misteriose alchimie argomentative, su cui sarebbe opportuno fare chiarezza;

la maggioranza delle ASL pugliesi sono oggetto di indagini penali e di criticità evidenziate anche dalla Corte dei Conti,

si chiede di sapere quali iniziative intenda assumere il Ministro in indirizzo al fine di disporre le dovute ispezioni presso le strutture sanitarie interessate dalle vicende sollevate in premessa e, nel caso, se ritenga vi siano gli estremi per proporre il commissariamento delle ASL della Regione Puglia, vigilando che gli incarichi dei commissari straordinari non ricadano sugli stessi soggetti che attualmente ricoprono cariche di top management, in quanto, a giudizio degli interroganti, fautori e responsabili della scellerata gestione delle Aziende sanitarie stesse.

No Comments