Il Consiglio regionale ha approvato a maggioranza il disegno di legge di modifica alla L.R. 2 maggio 2017 n. 9 (“Nuova disciplina in materia di autorizzazione alla realizzazione e all’esercizio, all’accreditamento istituzionale e accordi contrattuali delle strutture sanitarie e socio-sanitarie pubbliche e private”).
Il provvedimento, approvato con emendamenti, recepisce le osservazioni del Ministero della salute, andando a ridefinire in particolare la tipologia delle strutture sanitarie, socio sanitarie e riabilitative soggette all’autorizzazione alla realizzazione, cui devono sottostare anche nel caso di ampliamenti, ivi inclusi, tra l’altro, l’aumento del numero dei posti letto, posti letto-tecnici e grandi apparecchiature rispetto a quelli già autorizzati; di attivazione di funzioni sanitarie e/o socio-sanitarie aggiuntive e di trasferimento in altra sede di strutture già autorizzate.
Non sono soggetti ad autorizzazione gli studi medici, odontoiatrici e gli studi per l’esercizio delle professioni sanitarie, individuate dai regolamenti ministeriali, in attuazione dell’articolo 6 del d.lgs. 502/1992. Resta salvo l’obbligo di comunicare l’apertura del proprio studio all’azienda sanitaria locale competente per territorio, corredando in particolare con la planimetria degli ambienti ove si svolge l’attività e l’elenco delle attrezzature utilizzate. Il Dipartimento di prevenzione della ASL competente deve rilasciare il nulla osta allo svolgimento dell’attività professionale.
Sono soggetti ad autorizzazione all’esercizio gli studi odontoiatrici, medici e di altre professioni sanitarie attrezzati per erogare prestazioni di chirurgia o procedure diagnostiche e terapeutiche di particolare complessità, che comportino un rischio per la sicurezza del paziente. Prima dell’approvazione dell’apposita deliberazione della Giunta regionale i titolari di queste ultime strutture, attraverso un’apposita dichiarazione scritta, dovranno certificare l’effettuazione o meno delle prestazioni che comportino un rischio per la sicurezza del paziente. Dopo l’approvazione della deliberazione in questione gli interessati dovranno presentare domanda di autorizzazione adeguandosi ai requisiti richiesti.
Alla Regione compete il rilascio dell’autorizzazione all’esercizio per le strutture sanitarie e socio-sanitarie, nonché per i servizi di assistenza territoriale in regime domiciliare e per le attività di assistenza territoriale in regime domiciliare svolte dalle strutture che erogano prestazioni di assistenza territoriale residenziale, semiresidenziale e ambulatoriale.
Ridefinite anche le procedure per il trasferimento, nell’ambito della stessa ASL, delle strutture nel caso di necessità di interventi necessari per adeguare i requisiti strutturali e tecnologici.
I soggetti accreditati che operano attraverso più sedi e per più branche specialistiche e che sono titolari anche di laboratori di analisi, potranno attivare sempre nel territorio di competenza della ASL di riferimento, punti di prelievo presso le altre strutture dello stesso soggetto giuridico.
Fino all’approvazione del nuovo regolamento regionale che dovrà individuare il fabbisogno pugliese non saranno più rilasciate autorizzazioni al funzionamento per le strutture socio sanitarie, ad eccezione di quelle realizzate dalla ASL, dai Comuni, ASP (Aziende servizi alle persone) o da soggetti privati con il contributo del Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR), della Regione e dei Comuni. Regime transitorio anche per il completamento e trasformazione di strutture socioassistenziali già operanti e in possesso dei pareri espressi positivamente dagli organi competenti, rilasciati sempre antecedentemente alla data di entrata in vigore della legge.
Per Pino Romano (Presidente della Commissione Sanità) “Con il sì del Consiglio regionale alla D.L. che modifica la L.R. n. 9 e che stabilisce nuove norme per l’accreditamento delle strutture sanitarie e socio-sanitarie pubbliche e private della Regione Puglia abbiamo segnato un nuovo e importante passaggio per la qualità delle cure nella nostra regione, per l’attenzione al paziente e ai bisogni del territorio.
Il testo approvato, infatti, introduce delle novità importanti che pongono al centro la persona e che rispondono sempre più alla necessità dei cittadini. Gli elementi principali di cambiamento riguardano soprattutto il ruolo centrale affidato alla persona che non sarà più costretta a spostarsi da una struttura all’altra per andare incontro alle necessità del sistema sanitario ma potrà beneficiare di un sistema che lo raggiunge lì dove si trova.
La nuova norma quindi prosegue nell’ottica di una politica di riduzione della spesa e permette alla Puglia di completare l’inserimento nel Sistema Sanitario Regionale di tutta la gamma della riabilitazione in età geriatrica, della domiciliazione della cura e del potenziamento degli spazi, dei tempi di azione e dei fabbisogni. Non posso che ritenermi soddisfatto per il risultato ottenuto oggi, frutto di un lungo lavoro portato avanti in Commissione Sanità, e che oggi, con il sì dell’Aula, segna un passo decisivo nel coinvolgimento del paziente e dei familiari nel processo di cura così come della presa in carico completa della persona bisognosa di cure”./comunicato
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