La presentazione recentemente svoltasi a Brindisi dello studio epidemiologico redatto dal gruppo di ricerca guidato dal prof. Forastiere ha permesso di chiarire un aspetto della complessa questione della relazione tra salute e ambiente: quello dell’impatto delle attività industriali sulla salute collettiva negli ultimi decenni. Lo studio, commissionato dalla Regione Puglia e svolto con una metodologia estremamente sofisticata, intendeva rispondere alla semplice domanda se alle emissioni delle centrali elettriche e del polo chimico si potessero attribuire malattie e decessi nel periodo dal 2000 al 2013. Come era prevedibile, la risposta è stata purtroppo positiva e lasciano il tempo che trovano i tentativi di Enel di sminuire questo risultato con argomentazioni che nulla hanno a che fare con lo studio stesso come l’invocato confronto con il dato nazionale.
Quanto qui interessa mettere in rilevo è il dato, confermato dallo studio Forastiere, che sebbene le emissioni si siano fortemente ridotte nel corso dell’ultimo decennio, per la loro intrinseca qualità anche a basse concentrazioni continuano a nuocere. E’ pertanto necessario pretendere, da parte delle istituzioni rappresentative degli interessi dei cittadini, l’adozione nei procedimenti autorizzativi delle attività industriali delle migliori tecnologie disponibili. E questo vale anche per l’autorizzazione integrata ambientale recentemente rilasciata alla centrale di Cerano nella quale si poteva disporre molto meglio di quanto fatto in termini di tutela dell’ambiente e della salute.
Nessuno può ragionevolmente attribuire alle emissioni industriali tutte le criticità sanitarie della popolazione locale. E’ ben noto il ruolo di altri determinanti di salute come il traffico urbano, il riscaldamento, la qualità e l’accessibilità dei servizi sanitari, l’istruzione, il reddito, il lavoro e la sua sicurezza, la criminalità. Ma l’evidenza e le esigenze che ne derivano, accertate in diversi contesti mondiali da ricerche scientifiche, che anche le emissioni industriali hanno il loro impatto sanitario oltre che ambientale, a Brindisi ed al Sud hanno dovuto percorrere una via piena di ostacoli dovuti a disattenzioni, collusioni e semina di minimizzazioni e dubbi.
Ora che la qualità degli studi a disposizione ha ottenuto un grado di persuasività elevato rimane aperta la questione del cosa fare. Perché le presentazioni degli studi e i convegni sono utili solo nella misura in cui le loro indicazioni vengono portate avanti sul piano politico e sociale con quotidiani impegni. Per il passato bisogna che delle risultanze dello “studio Forastiere” si tenga conto in vista delle scelte future, come per esempio per la localizzazione dell’impianto di compostaggio della A2A. Per il presente è necessario pretendere un’attività sanitaria di prevenzione, diagnosi e cura all’altezza delle patologie emerse dallo studio epidemiologico per non gravare la popolazione anche della beffa di non potersi curare adeguatamente. Per il futuro è necessario avviare subito una discussione pubblica su tutte le situazioni che hanno impatto sulla salute ponendosi degli obiettivi di miglioramento a breve e lungo termine. Situazioni come quelle accennate (lavoro, traffico e mobilità, scuola, lavoro, urbanistica, terza età, sicurezza ecc) se affrontate sullo sfondo il tema della salute e del suo miglioramento consentiranno sicuri progressi della convivenza civile.
Sul piano politico ci attendiamo che questo problema riceva un’attenzione privilegiata nella prossima campagna elettorale amministrativa e sia oggetto di proposte concrete nei programmi delle diverse forze politiche. Sul piano sociale il tema della salute richiama inevitabilmente una proposta del Forum datata ma sempre attuale: quella di un incontro pubblico promosso dalle istituzioni locali per mettere a punto impegni concreti necessari per dare seguito allo “studio Forastiere”. Un momento di partecipazione che, partendo proprio dallo stato di salute della città, possa formulare proposte per ridurre sul territorio le disuguaglianze sociali che sono il nemico numero uno del benessere di una comunità.
FORUM AMBIENTE, SALUTE E SVILUPPO
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