La casa natale del Beato Bartolo Longo deve restare di proprietà pubblica, a Latiano.
Conduco questa battaglia da anni, al fianco dell’Associazione latianese “L’Isola che non c’è”, di personalità della politica, delle professioni, della cultura e di testimonial come Al Bano Carrisi. Una vera “crociata”: nel 2014, a nome dell’intero Consiglio regionale della Puglia sollevai l’esigenza di un vincolo architettonico per l’edificio via Santa Margherita, da parte della Soprintendenza per i beni culturali. E infatti l’immobile è stato dichiarato di interesse storico
È stato un traguardo importante, ma ora bisogna fare il passo successivo: acquisire il bene al patrimonio indisponibile del comune latianese. Una petizione e una raccolta di fondi stanno per essere lanciate nel web dall’Associazione culturale “L’Isola che non c’è” di Latiano per sollecitare l’Amministrazione comunale ad acquistare la casa, da destinare a patrimonio della collettività, ad un uso pubblico rispettoso della figura e del nobile operato del fondatore della Basilica di Pompei.
A sostegno di questa buona causa, rivolgo un appello alle Istituzioni, in particolare a Michele Emiliano presidente della Regione Puglia, al ministro dei beni culturali Dario Franceschini e al sindaco di Latiano Cosimo Maiorano, perché per primi vogliano valutare l’ipotesi dell’esercizio del diritto di prelazione sul bene storico. Sarebbe una soluzione determinante, assecondata simbolicamente e anche materialmente dalla raccolta fondi.
L’iniziativa consegnerebbe la casa di Bartolo Longo a Latiano, ai pugliesi, a tutti i devoti, la renderebbe un autentico bene collettivo. Tutto questo in coerenza con l’aspirazione dei cittadini latianesi e il progetto che appassiona tutti, di invitare Papa Francesco in Puglia, nella città del Beato.
Onofrio Introna
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