December 4, 2024

SuE’ pienamente da condividere l’artico apparso su “Agenda Brindisi” dell’edizione di oggi 9 giugno 2017: “il Caso Tancredi” particolarmente nel fare emergere la carenza dei brindisini nel rispetto del patrimonio storico, in particolare se confrontato con le vicine città di Bari e Lecce.

 

Non sono però contento come un monumento si ritiene realizzato in un epoca diversa da quella citata erroneamente nell’articolo, creando confusione
Si insiste che la fontana venne costruita nel 1192 dal re normanno Tancredi per onorare il matrimonio di suo figlio Ruggero con Irene di Grecia figlia dell’imperatore di Costantinopoli.

 

La sua portata storica è molto più importante.

Questa fontana fu costruita in epoca romana alla convergenza di arterie viarie importanti, nell’area d’accesso in città da nord come il termine della Via Appia. Strada che fu costruita da Roma a Brindisi in lotti successivi dal 312 a.C. al 191 a.C.

 

I Romani, grandi costruttori, realizzarono pure a Brindisi, nel I secolo d. C., sotto l’imperatore Claudio (10 a. C. circa-54 d. C.), un acquedotto che portava acqua alle numerose fontane tra cui quella più grande che venne nominata “la fontana grande”

 

Fu restaurata dal normanno re Tancredi, quando tornò a Brindisi con il figlio Ruggero per fargli sposare la principessa Irene di Grecia.

 

La parte terminale della via Appia e la fontana furono restaurate nel 1540 sindaco Bartolomeo Tomasino e dal governatore della provincia d’Otranto Ferdinando Loffredo, come ricorda una seconda iscrizione, non più leggibile come la precedente, che si rivolgeva direttamente al viandante, con l’invito a fermarsi e a bere.
Dopo secoli d’incuria e totale abbandono che l’avevano ormai ridotta a un cumulo di macerie, nel 1828 venne praticamente ricostruita, con il recupero di elementi importanti come i due mascheroni presenti all’interno delle nicchie laterali e le piccole cupole di tradizione araba; viene anche detta Fontana dei Crociati perché costituiva un riferimento logistico importante per i cavalieri che si accingevano a partire per Gerusalemme.

 

La sua confusione sulla ubicazione ed esatta denominazione avvenne quando nel 1929 gli storici Brindisini spostarono il termine della via Appia alle colonne romane e poiché la fontana risultava un centinaio di metri da detto termine, la fontana veniva a trovarsi ubicata (per logica) nella vicina zona “sciabiche”.

 

Aldo Indini
Cultore di storia locale

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