May 6, 2025

Torchiarolo si è fermata. Per un dolore troppo grande da contenere, che ha scosso le radici della comunità e travolto anche i paesi limitrofi. È il dolore di tre giovani vite spezzate – Luigi Perruccio, 22 anni, Sara Capilunga e Karina Ryzkhov, entrambe 21enni – in un tragico incidente stradale che ha reso un’auto noleggiata per una sera, una trappola di fuoco.

Sabato sera, i tre ragazzi viaggiavano a bordo di una Porsche noleggiata. Una corsa dalla marina di Lendinuso al Paese, interrotta bruscamente contro un albero d’ulivo. L’auto si è ribaltata e ha preso fuoco, senza lasciare scampo agli occupanti. Una tragedia esplosa in pochi secondi sotto gli occhi impotenti di chi ha tentato invano di soccorrerli e di tutta la provincia che ha pianto tre giovani vite.

Davanti alla Chiesa Madre, in un abbraccio che ha superato le mura dell’edificio, centinaia di persone si sono radunate per l’ultimo saluto. Tre bare bianche, tre fotografie, tre corone di fiori. Sulla bara di Karina, la ragazza ucraina accolta da Torchiarolo prima come ospite, poi come figlia, sventolava la bandiera del suo Paese: un ponte tra due patrie unite ora nel dolore.

Durante la funzione, presieduta da monsignor Michele Seccia, arcivescovo di Lecce, la liturgia si è fatta voce di una ferita collettiva: «Oggi forse il silenzio diventa molto più eloquente», ha detto il vescovo, dando voce a un lutto che chiede di trasformarsi in monito. “Le tragedie non capitano per caso. Pensate non una, ma cento volte prima. Se questi eventi non diventano lezioni di vita, non servono a nulla”. Non una predica, ma un appello paterno, rivolto soprattutto ai giovani, affinché la rabbia non ingoi la fede, ma si tramuti – se possibile – in consapevolezza.

All’esterno della chiesa, tre lunghi striscioni urlavano silenziosamente: “Per sempre”. È il grido degli amici, il tentativo disperato di trattenere chi se ne va troppo presto.

Intanto l’intero paese ha vissuto una sospensione simbolica: scuole chiuse, saracinesche abbassate, bandiere a mezz’asta. Il papà di Sara, nel momento forse più straziante, ha stretto la foto della figlia in un gesto che dice tutto ciò che le parole non possono.

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