Maltrattava e picchiava la giovane moglie. Con questa accusa gli agenti dell’ufficio immigrazione di Brindisi, diretto dalla Dott.ssa Stefania Occhioni, hanno posto agli arresti domiciliari S.A., 24 anni, cittadino marocchino.
Il provvedimento è stato emesso dalla Dott.ssa Paola Liaci, g.i.p. presso il tribunale di Brindisi su richiesta della Dott.ssa Savina Toscani, pubblico ministero della locale Procura della Repubblic.
L’uomo, residente a Sandonaci, incensurato, regolarmente soggiornante sul territorio nazionale, dopo aver fatto giungere regolarmente in Italia la giovane moglie marocchina, l’ha percossa e maltrattata anche se la donna era incinta.
La donna aveva inizialmente chiesto aiuto al personale dell’ufficio immigrazione nel momento dell’istanza per il rilascio del permesso di soggiorno ma ha rifiutato categoricamente di formalizzare la denuncia.
Da quel momento però gli agenti dell’Ufficio hanno monitorato continuamente l’evolversi della vicenda sino a quando una notte di agosto la straniera è stata ricoverata in ospedale a seguito di percosse del marito. Ed è proprio in occasione di quel ricovero che la donna ha dato alla luce una figlia.
Dopo le dimissioni dall’ospedale, lo stato di stanchezza fisica e mentale, la continuazione degli atti perpetrati dal marito manesco e le serie difficoltà nell’accudimento della neonata hanno portato la donna ad abbandonare l’abitazione ed il marito e affidarsi al personale dell’ufficio immigrazione per ricevere protezione.
La giovane madre e la piccola adesso si trovano in una casa rifugio lontano dalla famiglia mentre il marito è stato arrestato e condotto presso la sua abitazione in esecuzione della misura cautelare agli arresti domiciliari.
“La vicenda – scrive la Dott.ssa Occhioni – oltre che per il risvolto umano ha una sua valenza giuridica in quanto la misura cautelare è stata applicata sulla base della nuova normativa per il contrasto della “violenza di genere” che ha l’obiettivo di prevenire il femminicidio e proteggere le vittime.
La normativa ha inasprito le pene per i delitti di stalking e di maltrattamenti in famiglia ed in particolare quando il fatto è consumato contro familiari e conviventi e quindi ai danni del coniuge, anche divorziato o separato, o dal paRtner allargando il ventaglio delle ipotesi di arresto in flagranza di reato”.
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