Incredibile ma, purtroppo, vero. Dopo l’esclusione di Brindisi dai fondi previsti dal Just transition fund, ennesima doccia fredda per il territorio escluso dai piani per la realizzazione dell’alta velocità e l’alta capacità con i fondi del Pnrr. Gli investimenti, registriamo con grande amarezza e preoccupazione si fermano al solo capoluogo di regione e tagliano fuori Brindisi e l’intero Salento.
La materia è troppo importante per essere trascurata anche perché su questa direttrice passa buona parte dello sviluppo del nostro territorio che non può continuare ad essere ignorato dal governo che continua ad andare contro gli stessi principi ispiratori del Piano nazionale di ripresa e resilienza i quali puntano a ridurre i divari esistenti tra le varie aree del Paese.
Ci chiediamo infatti dove sia finito quel 40% dei fondi da destinare al Sud e dove siano finiti i fondi da destinare ad un’area importante come Brindisi e il Salento (Lecce e Taranto compresi) per alta capacità ed alta velocità essenziali per aree in cui ad esempio si registra un aumento esponenziale del turismo.
Un territorio che punta ad aprirsi non può restare isolato. La partita della mobilità è importantissima anche per lo sviluppo di settori come la logistica su cui il territorio brindisino sta puntando molto. Ed è cruciale anche per quanto riguarda la sostenibilità ambientale.
Registriamo invece che per il governo la Puglia si ferma a Bari che ottiene finanziamenti per le tratte Bari-Napoli (2 ore e 40 minuti di percorrenza) e Bari-Roma (3 ore di percorrenza) mentre vengono negati i collegamenti veloci per chi viaggia in treno da Brindisi, Lecce e Taranto. E registriamo anche il territorio resta tagliato fuori anche dal corridoio europeo TEN-T Scandinavia-Mediterraneo, finanziato in parte con fondi del Pnrr. Salento quindi cancellato nella estensione della linea ad Alta Velocità sulla dorsale Adriatica stralciandolo dal Documento Strategico della Mobilità Ferroviaria di passeggeri e merci.
La partita della mobilità è importantissima per il nostro territorio, le nostre aziende perché significa sviluppo e possibilità di crescita per tutti. Da tempo la Camera del lavoro di Brindisi aveva lanciato l’allarme su questo tema, chiedendo l’impegno di tutti per evitare di restare esclusi dal Documento Strategico della Mobilità Ferroviaria in discussione al Parlamento, siamo stati purtroppo ancora una volta facili cassandre. Con la manovra erano stati destinati 32 miliardi di euro per potenziare e migliorare le infrastrutture e i trasporti nell’ottica dello sviluppo sostenibile, 16 di questi erano relativi al trasporto ferroviario. Perché Brindisi e Lecce territori sempre in fermento, poli turistici sempre più gettonati oltre che centri produttivi importanti, devono restare esclusi dagli interventi?
Constatiamo purtroppo che di quei fondi al nostro territorio non sono state destinate nemmeno le briciole. Diventa sempre più evidente la volontà di disegnare una Italia a due velocità, partendo dalle mobilità ferroviaria e passando per l’Autonomia differenziata, riportando in maniera dirompente alla ribalta la questione Mezzogiorno d’Italia, anche per questo saremo in piazza a Napoli il 20 maggio prossimo. E’ l’ora che gli amministratori e i rappresentanti politici del Mezzogiorno si sveglino e decidano se stare dalla parte dei cittadini di questo territorio o se preferiscono girarsi dall’altra parte consentendo ulteriori scippi di risorse necessari per il nostro sviluppo.
Antonio Macchia
Segretario Generale Cgil Brindisi
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