Una bambina minuta e timida sta in mezzo ad un recinto. Solleva un braccio e inizia a camminare come se seguisse le linee di un cerchio disegnato nella terra. Accade l’incredibile: “Siete”, il cavallo che sta nello steccato con lei e che la sovrasta con la sua altezza, comincia a muoversi seguendo il suo ritmo. Ha capito che il capobranco è lei: quella piccola alta sì e no un metro e cinquanta, magrolina, che frequenta la prima media.
Gli adolescenti della Cooperativa “Prisma” di Ostuni, coordinati dalla dott.ssa Isabella D’Attoma, hanno passato un’intera giornata, giovedì 10 luglio, al centro ippico “Asd Zizzi” di Pozzo Faceto insieme a Francesco Attanasio, counselor specializzato nella mediazione del cavallo e all’Associazione Astera, per la quale erano presenti Angela Andriola e Sonia Clarizia. Il progetto, realizzato con l’aiuto dell’istruttore di equitazione Fabio Rubino e della pedagogista Maria Teresa Balestra, è stato organizzato nell’ambito di “Cavalli e carezze”, una sezione di lavoro che il gruppo ostunese ha avviato da poco con la finalità, attraverso l’utilizzo del cavallo, di favorire l’inserimento e l’integrazione di chi vive una qualche forma di isolamento, diversità o restrizione.
Gli adolescenti della Cooperativa “Prisma” provengono infatti da situazioni familiari “problematiche”. Sono una trentina, frequentano il centro diurno (ma Prisma ha anche una casa famiglia che fa da residenza per minori allontanati dalle famiglie e una ludoteca), vivono in contesti familiari “delicati” per via di problemi economici, psicologici o giudiziari. Sono seguiti ogni giorno dagli educatori della Cooperativa e quest’anno hanno accolto con entusiasmo la proposta dell’Associazione Astera di vivere un’esperienza di crescita con il cavallo “Siete”.
“I ragazzi che arrivano a Prisma sono mandati dai servizi sociali di Ostuni – ha spiegato Angelo Turco, 54 anni, educatore – i genitori chiedono o hanno bisogno di un sostegno per seguirli e Prisma offre il suo supporto. Come? Per esempio li aiutiamo a fare i compiti ma organizziamo anche attività motorie, di danza, teatro, cucina”. Astera, dal canto suo, è una associazione di promozione sociale che sviluppa iniziative di aiuto e sostegno alle persone in difficoltà. Gestisce un laboratorio Teatrale, si occupa di “Alzheimer” attraverso un Centro di Ascolto, cicli di incontri di formazione e informazione sulla malattia, gruppi di auto mutuo aiuto per i familiari, laboratori creativi e da poco ha avviato il lavoro con i cavalli.
“Lavorare con il cavallo può diventare il volano per l’acquisizione di un forte senso di responsabilià: un essere vivente come il cavallo che dipende dall’essere umano e dalle sue cure esige una presa di coscienza dei propri doveri, rende autori delle proprie esperienze e contemporaneamente spettatori di sé stessi – ha spiegato Francesco Attanasio, che è anche presidente di Astera – ma con ‘Cavalli e carezze’ vogliamo in generale che tutti, bambini e adulti, possano imparare a relazionarsi con la diversità, e il cavallo, proprio nella duplice natura di simile e diverso, è di per sé un mediatore che permette alla persona di elaborare in modo graduale i concetti di alterità, di vincolo comunicativo, di diversità. Il cavallo rappresenta una grande risorsa in questo senso un forte elemento di mediazione neutra”.
Soprattutto, durante la giornata al maneggio Zizzi, gli adolescenti di “Prisma” hanno imparato che con la calma e la sicurezza in sé stessi si fanno tante cose: anche indirizzare un cavallo, animale possente e vigoroso, che trova nell’essere umano, al di là di quale sia la sua età e la sua statura, al di là insomma di ogni pregiudizio fisico, sociale, di origine, un punto di riferimento. “All’inizio ho avuto un po’ paura – ha confessato Lucia dopo essere sgusciata fuori dal recinto di legno – poi Siete si è fatto accarezzare e Francesco mi ha spiegato come dovevo muovermi per farlo camminare. È stato molto bello”. Anche i suoi compagni, Marco, Stefano, Elena erano emozionati e un po’ sorpresi di questa scoperta di sé. Dopo l’esperienza della conduzione, i ragazzi sono montati in sella con l’istruttore Fabio Rubino: alcuni di loro inizialmente si sono rifiutati perché avevano paura, ma quando Francesco Attanasio ha spiegato loro che il cavallo poteva essere loro amico, hanno trovato fiducia. “Prima di montare in sella, abbiamo spiegato ai ragazzi che per avvicinarsi al cavallo è necessario farsi riconoscere, quindi tirare fuori la propria identità – ha raccontato Angela Andriola, legale dell’Associazione Astera – per molti di loro è stata un’esperienza nuova: spesso nelle loro famiglie questi bambini non sono visti’.
“Già a maggio avevamo portato 80 bambini delle scuole elementari di Fasano sul cavallo Mercurio – ha continuato Angela Andriola – adesso abbiamo in mente un altro progetto: vorremmo coinvolgere i minori sottoposti a misure restrittive, insomma i ragazzini che sono nel carcere minorile per reati penali. Per loro l’attività con il cavallo potrebbe diventare una grande occasione per acquisire una prima infarinatura sul mestiere di stalliere e groom. Questo può servirgli per un futuro professionale, ma sul momento è utile anche perché contribuisce alla stabilità emotiva, a evitare gli estremi dell’impulsività, ad una migliore autodisciplina e padronanza di sé stessi”.
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