July 3, 2025

Indagine Bronx: il Tribunale conferma tutte le posizioni della Procura, inducendo, fino a oggi, sei indagati a richiedere il patteggiamento, così da poter beneficiare dell’alleggerimento delle misure cautelari.

Hanno beneficiato, infatti, dei domiciliari Alessio Di Latte, Catia Cardone, Angelo Saponaro, Cristian Ferri, mentre per altri sono in corso le valutazioni del caso.

L’impianto accusatorio, sostenuto dal sostituto procuratore Pierpaolo Montinaro, è stato, altresì, pienamente confermato in sede di riesame richiesto già per più di qualche indagato dall’avvocato Lanzillotti.

La scelta del patteggiamento, per taluni di questi indagati, e quindi la conseguente ammissione delle responsabilità contestate, non lascia dubbi sulle prove acquisite dai Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di San Vito dei Normanni, in merito all’indagine Bronx che, ad oggi, conta circa 50 indagati, di cui 20 sottoposti a misura cautelare personale, e i restanti sottoposti a misura cautelare patrimoniale. Infatti, contestualmente alla mattina dell’esecuzione, sono stati sequestrati conti correnti, immobili e auto collegate agli indagati che rispondono, a vario titolo, di truffa aggravata ai danni dello Stato per l’indebita percezione dell’Indennità di disoccupazione.

L’inchiesta Bronx ha disvelato, nell’ambito di un filone di indagine, una fitta rete di soggetti che, pur non avendo mai prestato attività lavorativa, per mezzo di una serie di raggiri e falsificazioni ha poi percepito la Naspi attraverso la compiacenza di imprenditori locali.

 

Le indagini sono state avviate a seguito di una denuncia per tentata estorsione effettuata da un imprenditore di Carovigno nei confronti di Armando Caccetta, che gli aveva richiesto una somma in denaro, vantando, in maniera pretestuosa, un debito di 500 euro.

 

Le attività investigative, condotte anche con l’ausilio di intercettazioni telefoniche ed ambientali e di pedinamenti, hanno disvelato l’esistenza di una fitta trama tra numerosi soggetti dediti alla detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti del tipo ‘cocaina’, ‘marijuana’ e ‘hashish’, tra i Comuni di Carovigno e San Vito dei Normanni, nonché alle estorsioni ai danni di locali imprenditori.

Infatti, oltre all’estorsione di cui sopra, sono stati documentati ulteriori tentativi di estorsione. Non solo da parte dello stesso Caccetta, ma anche di Francesco Leo, Giovanni e Cosimo Saponaro nei confronti di liberi professionisti e commercianti di Carovigno.

 

Per gli episodi di cui innanzi sono stati sottoposti a custodia cautelare in carcere:
– Armando Caccetta, nato a Ostuni, 37 anni;
– Savio Di Gioia, Mesagne (39);
– Alessio Di Latte, Ostuni (33);
– Christian Ferri, Brindisi (32);
– Francesco Leo, Isola Capo Rizzuto (49);
– Vincenzo Monna, Cisternino (26);
– Angelo Saponaro, Cisternino (21);
– Cosimo Saponaro, Ostuni (30);
– Giovanni Saponaro, Carovigno (58);
– Cosimo Saponaro, Ostuni (60);
– Mirco Scatigna, Ostuni (26);
– Giuseppe Suma, Ostuni (37);
– Francesco Turrisi, Ostuni (44);
– Pietro Venerito, Ceglie Messapica (29).

Sono, invece, stati sottoposti alla misura degli arresti domiciliari:
– Catia Cardone, Ostuni (33);
– Lucia Nicol Moore, Inghilterra (32).
E’ stato, inoltre, disposto l’obbligo di dimora nei confronti di Maria Greco Belvedere, nata a Carovigno 47 anni fa
Infine, due indagati sono, allo stato, irreperibili ma le loro ricerche sono tuttora in corso.

 

Nelle indagini è coinvolto anche Antonello Zurlo, Appuntato Scelto in servizio presso la Compagnia dei Carabinieri di San Vito dei Normanni, sottoposto alla misura interdittiva della sospensione dal pubblico ufficio/servizio per un anno, perché in cambio di denaro forniva a Francesco Turrisi informazioni riservate circa le indagini in corso.
In particolare, Zurlo è stato “colto sul fatto” mentre all’interno dell’abitazione del Turrisi, stava raccontando a quest’ultimo gli ultimi progressi investigativi.

 

Alcuni degli indagati, inoltre, hanno dimostrato di essere in stretto connubio con il tessuto malavitoso locale, disponendo illegalmente anche di armi, che tranquillamente portavano fuori dalla loro abitazione, facendone anche uso. Un ruolo di primo piano rivestono i menzionati Armando Caccetta e Giovanni Saponaro (facente parte, quest’ultimo, della compagine societaria della squadra di Calcio del Carovigno e responsabile di estorsioni ai danni di imprenditori locali) capace anche di gestire e coinvolgere nell’attività di spaccio, anche minori di 18 anni 18.

Nel corso dell’indagine, grazie ai sequestri di cocaina, marijuana e hashish, ed agli arresti eseguiti in flagranza di reato, è emerso il coinvolgimento nell’attività di spaccio di Alessio Di Latte e Catia Cardone, che erano soliti raggiungere gli acquirenti a bordo del proprio veicolo dopo aver fatto dal luogo di rifornimento dello stupefacente, opportunamente occultato in luoghi isolati di campagna (all’interno di alberi di ulivo o di muretti a secco, in punti chiave di campagne abbandonate) e opportunamente selezionati per eludere i controlli.

Inoltre, con il medesimo modus operandi, è emerso il coinvolgimento di Cosimo e Angelo Saponaro, Lucia Nicole Moore, Christian Ferri, Vincenzo Monna, Giuseppe Suma, K.S. e Mirco Scatigna detto “sceriffo” – quest’ultimo
aiutato dalla propria madre Maria Greco, nell’attività di spaccio.

 

È stata inoltre documentata la spartizione territoriale dell’attività di spaccio che, per quanto riguarda la piazza di San Vito dei Normanni, era demandata alle figure di Savio Di Gioia e Francesco Turrisi.
Proprio alcuni dissidi scaturiti a guito di tale spartizione territoriale ha consentito di documentare alcune tensioni tra gli indagati, enfatizzate dalla non comune pericolosità sociale di taluni di essi, come nel caso proprio di Di Gioia.
Quest’ultimo è infatti risultato responsabile dell’esplosione di alcuni colpi di arma da fuoco sull’abitazione del carovignese Cosimo Saponaro.
Sempre nel corso dell’attività d’indagine svolta dai Carabinieri della Compagnia di San Vito dei Normanni, grazie alla intercettazioni telefoniche e ambientali espletate, è emerso un ulteriore spunto investigativo che, all’esito degli approfondimenti investigativi svolti dalla Compagnia della Guardia di Finanza di Ostuni (con accertamenti bancari, societari e tabulati forniti dall’INPS di Ostuni e Francavilla Fontana), ha consentito di disvelare un sistema di assunzioni fittizie di operai, finalizzate al conseguimento del contribuito di disoccupazione che veniva
spartito con il datore di lavoro.

 

Al termine di tutti i predetti approfondimenti investigativi, il G.I.P. presso il Tribunale di Brindisi ha emesso decreti di sequestro per equivalente nei confronti di taluni degli indagati per un importo complessivo di circa 35.000,00 euro.
Nel corso dell’indagine sono stati sequestrati complessivamente 215,3 kg di marijuana, 250 gr di cocaina e 45 gr di hashish;

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