December 4, 2024

L’ospedale Perrino è salito recentemente alla ribalta delle cronache nazionali per il malfunzionamento degli ascensori. Molte delle contestazioni agli indagati nella recente operazione di polizia che ha visto tratti in arresto dirigenti e funzionari dell’area tecnica della ASL riguardavano proprio interventi nell’Ospedale cittadino. In una recente intervista, poi, la responsabile del locale Tribunale dei diritti del malato ha lamentato che la gente è rassegnata e non presenta più reclami come in passato perchè rimarrebbero inascoltati. Al di là di queste vicende specifiche che sono giunte a conoscenza dell’opinione pubblica un generale senso di sfiducia e di abbandono circonda il nosocomio più importante della provincia. Basta guardare l’aspetto delle sue facciate e dei suoi ambienti comuni per rendersi conto che interventi manutentivi elementari sono da tempo richiesti. A ciò si aggiungano le carenze di organico ripetutamente lamentate dalle organizzazioni sindacali, le lunghe file al pronto soccorso, la mancanza di barelle, i cantieri bloccati da mesi. Ci sembra poco probabile che in un contesto caratterizzato da così numerose carenze le responsabilità possano essere attribuite solo a eventi episodici come i sabotaggi o la corruzione.

Se si dà uno sguardo ai bilanci della ASL degli ultimi anni colpisce come le spese per manutenzione siano passate da 15 milioni del 2011 a 11 milioni nel 2013, quella del personale da 196 a 182 milioni negli stessi anni. I ricoveri sono passati da 26mila nel 2012 a 22mila nel 2013 con un calo del 15%. Indubbiamente il piano di rientro ha colpito indiscriminatamente con “tagli lineari” tutte le attività privando l’ospedale di riferimento delle risorse necessarie per far fronte alle chiusure degli altri ospedali. Peraltro l’ospedale di riferimento continua ad essere privo di specialità fondamentali che le evidenze epidemiologiche imporrebbero. Si pensi alla chirurgia toracica in un contesto in cui i tumori al polmone sono frequentissimi o la stessa pneumologia, lasciata a San Pietro Vernotico priva del supporto della Rianimazione condannandola così ad una attività sub ottimale.

Sorge spontaneo il dubbio che i tagli lineari che hanno così pesantemente agito sui costi della manutenzione siano una delle cause più importanti del default degli ascensori. Così come sembra legittimo chiederci quali controlli siano stati condotti sul corretto espletamento dei contratti di manutenzione in essere in questi anni. E se le responsabilità erano dell’area tecnica, è giusto chiedersi quali valutazioni siano state eseguite negli anni sui suoi dirigenti.

La fiducia nell’ospedale diminuisce, molti cittadini ricorrono, con aggravio di oneri, a strutture fuori della ASL o fuori regione per cure anche localmente disponibili. Il problema degli ascensori è un intollerabile scandalo, così come va migliorata la qualità dei servizi e l’efficienza delle strutture. Siamo di fronte ad una situazione estremamente grave che interpella la responsabilità della Regione, delle istituzioni locali e della politica a tutti i livelli compreso quello nazionale. Le sorti dell’Ospedale Perrino devono interessare non solo la città di Brindisi ma l’intera provincia e più ampiamente l’intera Regione. E’ forse giunto il momento che di esso di parli in un contesto istituzionale aperto alla cittadinanza come potrebbe essere un Consiglio Comunale monotematico o una Conferenza dei Sindaci.

FORUM AMBIENTE SALUTE E SVILUPPO

No Comments