Riceviamo e pubblichiamo integralmente una lettera aperta del Forum Ambiente Salute e Sviluppo sul gasdotto TAP:
Al Sig. Presidente del Consiglio Dei Ministri
Al Sig. Ministro dello Sviluppo Economico
A Sig. Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola
Al Sig. Sindaco di Brindisi
Al Sig. Commissario dell’Amministrazione Provinciale di Brindisi
Alle Dirigenze locale dei partiti politici
Abbiamo scritto che il gasdotto TAP ha la funzione di diversificare le fonti di approvvigionamento in una fase di transizione, ma che non ha un ruolo strategico, considerando che le centrali termoelettriche a ciclo combinato sono in profonda crisi (30 mila Mw in riserva o ben sotto la potenzialità) che il 40% della domanda finale è coperto dalle fonti rinnovabili e che tale percentuale dovrà salire all’80% nel 2050 in base al Energy Road Map della UE .
La Commissione VIA nazionale ha rilasciato il giudizio di compatibilità ambientale positivo sull’approdo del gasdotto sul litorale di S. Foca-Melendugno: chi si oppone deve valutare le prescrizioni emesse ed il parere del Ministero per i Beni e le Attività Culturali ed il Turismo per intraprendere un’azione di contrasto fondata. E’ inconcepibile, giuridicamente ed eticamente, che si provi ad introdurre discussioni su alternative di sito in un procedimento che concerne unicamente il sito in esame di S. Foca-Melendugno.
Nella provincia di Brindisi, peraltro, i siti possibili sono già stati esclusi per la presenza di Poseidonia, di aree SIC e ZPS e di aree protette, di vincoli idrogeologici , archeologici, storico-artistici e paesaggistici. Sconcertante è anche il fatto che si possa pensare di interrare il gasdotto nei fondali marini e di attraversare l’area di Micorosa e che, non potendo essere diversamente bonificata, sarà “tombata”.
A nessuno venga in mente di dirottare il gasdotto TAP da S. Foca nell’area di Brindisi: sarebbe un insopportabile oltraggio ad un territorio che da anni sta pagando , anche in termini di salute e di vite umane , enormi costi a causa di impatti ambientali assai gravosi e assolutamente insostenibili. Crediamo ne sia consapevole il Presidente della Regione Puglia On.le Vendola che ha sempre definito “martoriato” il nostro territorio e siamo anche sicuri che lo sanno anche i politici e gli amministratori che si sono in questi anni battuti con un forte movimento di cittadinanza attiva contro l’insano progetto di realizzare , peraltro con comportamenti gravemente censurati in sede penale , un impianto di rigassificazione nel porto .
La situazione ambientale di Brindisi è quindi a tutti nota e lo dovrebbe essere anche a certi (per fortuna isolati) amministratori locali “possibilisti” che in questi giorni hanno chiesto di sapere se la costruzione dell’impianto nel brindisino comporterebbe ricadute economiche di qualche convenienza .
Glielo diciamo noi a costoro come stanno le cose e prima di noi glielo dovrebbe dire il comune buon senso: le ricadute economiche ci sarebbero ma sarebbero certamente di segno negativo perché la costruzione dell’impianto nella zona di Brindisi , peraltro incompatibile con i vincoli presenti, recherebbe ulteriori danni al litorale. Vi sarebbero inoltre indubbi danni economici all’agricoltura e al turismo locali. E ciò a prescindere dalla considerazione che quando si parla di ricadute economiche positive si tratta quasi sempre di prese in giro ovvero di discutibili contrattazioni su beni pubblici indisponibili.
Comprendiamo i tanti interessi elettorali in gioco nella Puglia in questa stagione di primarie e di elezioni .
Ma a tutto c’è un limite e questa storia della proposta del dirottamento del gasdotto a Brindisi lo ha ampiamente superato. I cittadini della provincia di Brindisi saprebbero insorgere, con la stessa avvedutezza e la stessa determinazione che hanno messo in campo con successo per impedire la realizzazione del rigassificatore.
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