May 23, 2025

 

Il gruppo teatrale della Casaccia. Da sinistra: L. Rizzo, D. Farina, A. Dirella, M. Tamborrino, S. Cappellaro, C. Romano

Il gruppo teatrale della Casaccia. Da sinistra: L. Rizzo, D. Farina, A. Dirella, M. Tamborrino, S. Cappellaro, C. Romano

Dopo lo straordinario successo della presentazione del volume “Vite spezzate – Costantino Gargaro – Storia di un’ingiustizia di Stato” di Alessandro Rodia dello scorso 18 gennaio, al Castello Imperiali si tornerà a parlare di Costantino Gargaro e della sua storia con una lettura a più voci di un testo di Vincenzo Sardiello tratto dal volume di Rodia e a cura del gruppo teatrale della Casaccia, venerdì 21 febbraio a partire dalle ore 18.30.

 

La serata organizzata dall’associazione culturale Ardeco e dal Centro Artistico Culturale “La Casaccia” con il patrocinio della Città di Francavilla Fontana, sarà aperta dai saluti del Commissario Straordinario Mariarita Iaculli, ai quali seguiranno gli interventi di Alberico Balestra, autore di un recente volume sulla defascistizzazione di Francavilla, Carmelo Ciracì, presidente dell’Università della Terza Età, Cosimo Penta, nipote di Costantino Gargaro e Vincenzo Sardiello, presidente del Centro Artistico Culturale “La Casaccia” e autore del testo “Vite spezzate” che verrà rappresentato nella serata.

 

Gli interpreti della lettura a più voci sono: Domenico Farina, nei panni dell’accusa, Salvatore Cappellaro, che interpreterà la difesa, Luciana Rizzo, nelle vesti di Atena, Alice Dirella, che interpreterà Maria Fontana Principale e Maristella Tamborrino, nei panni di Laura del Mare. Le musiche sono scritte e saranno eseguite da Cosimo Romano. Regia di Vincenzo Sardiello.

 

La vicenda raccontata ha inizio il 16 agosto 1925 quando il giovane Elio Galiano perde la vita in un agguato. Il dolore per la sua morte porta la fidanzata Laura Del Mare al suicidio, suscitando nella popolazione una palpitante ed enorme commozione. Di questo assassinio viene incolpato e arrestato un innocente: il contadino-operaio Costantino Gargaro, fervente socialista. Il fascismo provinciale e nazionale organizza pubbliche manifestazioni per celebrare e far crescere il mito dell’eroe avanguardista assassinato dalla mano comunista. In onore del martire Elio Galiano vengono innalzati monumenti e intitolate strade e scuole. Costantino Gargaro subisce anni di durissimo carcere e lotta instancabilmente e disperatamente per affermare la propria innocenza, ma la scientifica e mostruosa costruzione di un labirinto processuale, con l’utilizzo di testimonianze false, lo condanna a 18 anni di carcere. Nel giugno 1932 viene disposta la sua detenzione in un luogo irraggiungibile per la moglie e per i parenti: l’isola dell’Asinara, uno stabilimento penale durissimo fuori dal mondo, un inferno galleggiante e senza speranza di ritorno.

La traduzione all’Asinara è la condanna all’emarginazione definitiva di Costantino Gargaro. Costantino Gargaro lotta per non soccombere, cerca di aggrapparsi ad ogni speranza per uscirne vivo ma non tornerà mai più. I resti mortali non ritorneranno a casa né durante la dittatura fascista né dopo con la democrazia.

 

COMUNICATO STAMPA CENTRO CULTURALE LA CASACCIA

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