Stamattina, presso la sala Conferenze “Brigadiere Zizzi” della Questura di Brindisi si è svolto l’8° Congresso Provinciale del S.A.P.
Oltre a diverse autorità sono intervenuti Silvano Ammirati (Segretario Regionale S.A.P. Puglia ed il Dr. Nicola Tanzi (Segretario Generale S.A.P.)
La relazione introduttiva è stata curata ds Francesco Pulli (Segretario Provinciale di Brindisi)
Di seguito riportiamo integralmente il testo dell’intervento di Pulli.
Autorità, ospiti, delegati e colleghi, benvenuti all’8° Congresso Provinciale del SAP di Brindisi.
Avrei voluto che i contenuti della mia relazione fossero di altro tenore, ma così non potrà essere.
La polizia di questo capoluogo, nonostante gli incessanti tagli alle risorse umane ed economiche, è riuscita a fornire con grande sacrificio del personale e delle proprie famiglie, serenità alla popolazione di questo territorio, anche grazie al funambolico coordinamento dell’ Autorità di Pubblica Sicurezza che si é altresì distinta per aver assicurato alla giustizia, in un breve lasso di tempo, e con riscontri probatori solidi e inequivocabili, l’assassino che si é reso responsabile del vile attentato dinamitardo presso l’Istituto Professionale di Stato Morvillo-Falcone di Brindisi. Un ricordo sentito e profondo merita la giovanissima Melissa Bassi che nella tragica mattina del 19 maggio 2012 ha perso la vita, e sempre permarrà il ricordo nel cuore di tutti quei poliziotti che hanno consentito la difficile e complessa gestione che ha caratterizzato un così tragico ed eccezionale evento.
Oggi ci troviamo ad operare in una situazione di grave disagio sociale del nostro Paese, derivante da una politica assente e dissennata, protrattasi per anni incurante e miope verso qualsiasi forma d’investimento idoneo a garantire un futuro alle nuove generazioni.
Il SAP da tanto tempo denuncia in ogni modo le incongruenze in questa provincia di cui siamo increduli testimoni.
Da anni, puntualmente, con l’approssimarsi dell’estate, si sollecitano le istituzioni affinché sia adeguatamente potenziata la Città Bianca di Ostuni, da tempo annoverata tra le più rilevanti mete turistiche. Tutti sono stati sordi a ciò, mentre in altre realtà turistiche nazionali riuscivano ad ottenere personale di rinforzo, consentendo ferie sicure per i turisti ed i residenti, assicurando pertanto certezze e sviluppo delle attività economiche.
Nella nostra provincia invece, piuttosto che favorire l’economia, la ricettività nei nostri borghi di straordinaria bellezza culturale, paesaggistica e storica, si rimane sorprendentemente immobili, privi di qualsiasi iniziativa e soprattutto ignari dei bei propositi elettorali. In una cittadina come Ostuni é impensabile che si possa garantire sicurezza nella stagione estiva, con l’esiguo numero di personale che deve miracolosamente dividersi tra centro storico e litorale, quando la popolazione si quintuplica e aumentano le manifestazioni di vario genere. Eppure si é stretta la cinta, si sono dimenticate le vacanze con i propri cari, e si é cercato di fornire, come sempre al turista, tutta quella sicurezza possibile ed una immagine di efficienza adeguata a garanzia di una vacanza serena.
Ma la Polizia non può e non deve sostituirsi alla politica.
Ognuno deve fare la propria parte.
È da tempo che oramai la politica dismetta quel modo di non-fare rivelatosi tragicamente fallimentare e si proietti senza alcun ulteriore ritardo verso il nuovo e il costruttivo.
Sono anni che le Forze di polizia e la DDA lanciano grida di allarme perché si prenda coscienza di quel magma che serpeggia silenzioso e infiltrante nel territorio di Mesagne, caratterizzata da criminalità mafiosa passata e mai del tutto estirpata , e di una criminalità emergente, volta ad acquisire margini sempre più ampi di onesta e operosa cittadinanza.
Anche di fronte a queste ripetute e autorevoli sollecitazioni nulla si è mosso, nessun politico locale, seduto sulle poltrone della Capitale, é stato in grado di rivendicare un aumento di legalità per il Comune di Mesagne.
La stazione ferroviaria di Brindisi é un potenziale ordigno nel cuore cittadino ove stazionano ordinariamente convogli carichi di sostanze chimiche altamente infiammabile ed esplosive, dato oggettivo sancito in sede di comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica di qualche anno fa. Da allora, nonostante le ripetute esortazioni da parte di questa organizzazione sindacale, nulla é stato fatto per salvaguardare gli operatori di Polizia in servizio presso lo scalo, e per garantire sicurezza all’intera cittadinanza, e non si é altresì riscontrata alcuna sensibilità politica verso la problematica.
Il nostro auspico che a Brindisi non possa mai accadere quanto già successo a Viareggio e lo spettro di qualche increscioso e tragico evento possa ridestare qualcuno dal lungo ed assurdo letargo!
Non va dimenticato proprio in questi giorni il Centro per immigrati di Restinco che esige attenzione continua affinché il malcontento dei particolari ospiti non degeneri in rivolte e in atti emulativi di altri luoghi analoghi dislocati sul territorio nazionale. Eppure si ha la netta percezione che questo Centro sia dimenticato da tutti e, come sempre, i poliziotti si sono dovuti rimodulare, scoprendosi abili contorsionisti per mantenere in piedi la baracca.
Ora si chiede e si sollecitano con fermezza le Forze dell’ordine ad uno sforzo maggiore, mentre nell’intero paese imperversano le proteste della povera gente. Mai come oggi è vero il motto “polizia vicino alla gente” e purtroppo anche quello “ chi difende i difensori”. Si è vicino alla gente perché chiamati quotidianamente a vigilare sulle loro manifestazioni a garanzia delle libertà democraticamente riconosciute, si è vicino alla gente perché accomunati da condizioni economiche disagevoli.
Basti ricordare che il contratto della nostra categoria è fermo da troppo tempo e alcune indennità accessorie sono distribuite parzialmente e in palese disparità di trattamento, ciononostante più favorevolmente gestite per altre categorie di dipendenti pubblici appartenenti ad altro settore che certamente non é impiegato nella garanzia dell’ordine e delle sicurezza pubblica! Un contratto più sostanzioso determinerebbe una spesa maggiore con il riavvio dell’economia. Ma qui s’insiste nel tagliare, nell’austerità e nelle privazioni continue.
Manifestare é un diritto costituzionalmente garantito, ma generare disordini è lesivo per tutta la società. La politica peraltro, unica artefice di questa esasperazione, piuttosto che adoperarsi per sviluppare tematiche concrete che possano agevolare lo sviluppo e permettano alle imprese di investire, consentendo così il rifiorire del lavoro, ci chiede di “contenere” queste manifestazioni di dissenso, di protesta legittima, di rabbia, di sdegno, di sprezzo verso anni di condotte vigliacche e traditrici, certamente sterili per il progresso sociale ed economico ed unicamente rivolte al dispendio delle risorse pubbliche per interessi che difficilmente possono essere ricondotti alla collettività.
In questo territorio purtroppo non mancano da parte di consorterie criminali vecchie o nuove che siano, forme d’intimidazione e minacce verso qualsiasi forma di investimento.
Occorre, e lo ripetiamo da tempo, che le istituzioni diano sicurezza e tranquillità agli imprenditori per ricominciare a produrre lavoro e di conseguenza instillare serenità nella popolazione.
Alla politica si chiede di guardare con occhio attento, pensare, riflettere, ideare, progettare, in altre parole: fare e fare bene.
A noi interessa che siano tagliati in modo oculato gli sprechi e si destinino risorse alla sicurezza, perché la rinascita é possibile solo se gli imprenditori sono sicuri, solo se gli investitori percepiscono serenità.
A noi non interessa se si riducono i parlamentari, i consiglieri regionali e se si eliminano le provincie, tematiche divenute nelle aule parlamentari una telenovela infinita e forse, strumentale per evitare di affrontare quelle del lavoro.
A noi interessa che finalmente si attui una politica saggia, programmatica, lungimirante, costruttiva della sicurezza, ove tutte le Forze di polizia concorrano fattivamente al mantenimento dell’ordine e della sicurezza pubblica sotto l’egida dell’Autorità di Pubblica Sicurezza, ove si smetta di stringere la cinghia, e talvolta rimetterci di tasca propria, perché l’apparato vada avanti in modo funzionale ed efficace.
Non vogliamo più una politica sulla sicurezza elefantiaca, farraginosa, lontana e scollata dalla realtà, abbiamo bisogno che essa diventi snella, scattante, agile, dinamica, che fornisca risorse all’avanguardia per operare al meglio e, soprattutto, che sia aderente e solerte verso le richieste di un paese che non può più attendere.
Viva il Sap, orgoglioso di rappresentarvi.
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