Se errare è umano, perseverare è diabolico. Quanto continua ad accadere nella Asl di Brindisi è sconcertante: gente in attesa di una visita al Pronto soccorso per 14 ore (in codice verde), medici del Pronto soccorso in fuga, liste d’attesa infinite, edilizia sanitaria ferma e Piano di riordino mai attuato.
E’ allucinante, ad esempio perché è un problema generale, quanto sta accadendo a San Pietro Vernotico, storico ospedale di San Pietro Vernotico Ninetto Melli, trasformato in Pta (Presidio territoriale di assistenza) da destinare prevalentemente alla riabilitazione per 96 posti letto complessivi secondo le linee del Piano di riordino ospedaliero. Lo scorso Marzo la Camera del lavoro di Brindisi aveva denunciato tutta una serie di opere di edilizia sanitaria rimaste incomplete con il rischio di perdere ingenti finanziamenti, peraltro già ottenuti, sperando che qualcosa si mettesse in movimento.
Cos’è accaduto a distanza di 8 mesi da questa denuncia? Nulla. I lavori sono iniziati e si sono fermati. I lavori erano stati consegnati all’impresa che si era aggiudicata l’appalto nel 2021, ma da allora sono passati 13 mesi e resta tutto fermo. Cosa accade quindi all’Area tecnica dell’Asl se nonostante le denunce, alla parola data di un maggiore impegno non segue alcun fatto? Le strutture ospedaliere di questo territorio continuano a rimanere delle «scatole vuote», nonostante l’estremo bisogno di salute della gente che sempre più spesso sta smettendo di curarsi.
Non possiamo assistere silenti a questo caos della Sanità brindisina (peraltro ultima tra le province pugliesi per numeri di posti letto in rapporto con la popolazione), in cui lavori di edilizia sanitaria restano al palo per decenni con il rischio non solo della perdita di finanziamenti già ottenuti, ma anche – come già accaduto a Francavilla Fontana – con il rischio di attivazione di contenziosi da parte delle aziende pagati dalla Asl con transazioni da 900 mila euro. Non solo quindi si rischia di perdere ingenti finanziamenti per opere di fondamentale importanza, ma si sperperano inutilmente una grande quantità di risorse pubbliche che potrebbero essere utilizzati per una miriade di attività.
A questo andazzo come Cgil diciamo «Basta», la Regione intervenga immediatamente apportando gli opportuni correttivi restituendo ai cittadini brindisini la Sanità che si meritano ed il loro diritto alla cura sancito dalla Costituzione italiana. Quanto torniamo a denunciare è solo la punta di un iceberg, nei prossimi giorni continueremo a denunciare tutte le gravi criticità che affliggono il sistema sanitario brindisino che confliggono con il diritto Costituzionale a garantire le cure migliori possibili.
Antonio Macchia
Segretario Generale
Cgil Brindisi
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