Maltrattamenti in famiglia e stalking ai danni dell’ex convivente. Con queste accuse gli agenti del Commissariato di Ostuni, diretti dal Dottor Albano hanno tratto in arresto il 47enne Angelo Polignino.
Di seguito i fatti alla base del provvedimento restrittivo così come descritti in un comunicato stampa diffuso dalla polizia ostunese.
In data 10.06.2017 la locale Sala operativa poneva a conoscenza di una nota d’intervento per una accorata richiesta di aiuto proferita su utenza di emergenza 113, da una voce femminile che, fortemente agitata e in stato di connessa confusione, riferiva di star scappando da qualcuno, aggiungendo di un acceso litigio avvenuto “a casa di POLI”, non aggiungendo altro.
Nonostante l’esigua e parziale disponibilità di elementi, ottimizzando lo stato di conoscenza delle situazioni di conflittualità intra familiare insistenti sul territorio, si comprendeva che la richiedente poteva identificarsi, come poi di fatto è stato, in una donna del posto che, di fatti, veniva rintracciata da un equipaggio della Squadra Volante del Commissariato, sola ed atterrita, a bordo della sua autovettura in questa locale Piazza Matteotti.
Condotta in Commissariato, la stessa riferiva che nel corso della serata, senza soluzione di continuità ed interruzioni, l’ex marito Angelo Polignino, dopo essersi introdotto nell’appartamento sfruttando la circostanza favorevole rappresentata dal fatto che il portone condominiale fosse stato solo accostato e non regolarmente chiuso dagli altri condomini, presentatosi sull’uscio dell’appartamento, citofonava più volte e, aperta la porta, riusciva con sotterfugi ed escamotage ad introdurvisi, iniziando a tallonarla senza mai perderla di vista, quasi fosse stata la sua ombra quindi in modo ossessivo e particolarmente ingombrante, sino a costringerla, afferratela con veemenza e forza per le braccia, ad accondiscendere alla sua richiesta di ritornare assieme a dividere lo stesso tetto coniugale.
Ma dinanzi al suo rifiuto di acconsentire ad un rientro stabile dell’ex marito in casa, lo stesso, immobilizzatela, la ricopriva di insulti e le rivolgeva frasi ed epiteti di bassa leva e rango, offendendone fortemente il decoro e la onorabilità e, non contento di ciò, iniziava a colpirla con forza prima con uno schiaffo vigoroso all’orecchio e ancora con un altro al viso, aggiungendo, nell’incedere, “tu sei mia e non sei di nessun’altro, puoi farmi anche arrestare e portare in carcere, tanto quando esco, ti trovo e ti ammazzo, così non sarai di nessun altro uomo”.
A questo punto, in difesa della madre interveniva il figlio che ingaggiava una colluttazione col padre, all’esito della quale riportava la peggio con prognosi di 4 giorni salvo complicazioni.
Anche la donna era costretta a ricorrere alle cure mediche del caso.
Solo per mere circostanze fortuite, i malcapitati riuscivano a lasciare la casa teatro dell’aggressione e a trovare riparo in strada, allontanandosi e richiedendo l’aiuto della Polizia di Stato.
Mentre la malcapitata era in Commissariato, riceveva sul suo telefono cellulare privato diversi sms da parte del Angelo Polignino, per convincerla a ritornare da lui e, visto che la stessa non vi acconsentiva, lo stesso Polignino le inoltrava un sms dove scriveva “Angelo non c’è più. Angelo è in cielo”, spegnendo subito dopo il cellulare.
A questo punto, onde scongiurare la commissione di gesti inconsulti ed irreparabili da parte dell’uomo, si provvedeva alla localizzazione del telefono cellulare in uso al Polignino e, di fatti, si riusciva a localizzare, seppur con non poche difficoltà, l’uomo attraverso l’indicazione dell’ultima cella agganciata dal medesimo numero, risultante in zona Villanova di Ostuni.
Pertanto, si inoltrava l’equipaggio di Volante presso il luogo in cui risultava presente l’ultima cella agganciata dall’utenza privata dell’aggressore e, dal momento che lo stesso era poco distante dall’abitazione degli anziani genitori, si approfondivano le ricerche all’interno della stessa riuscendo a rintracciarlo.
Lo stesso però, fortemente agitato, non intendeva accettare le indicazioni rese dagli Agenti al cui indirizzo, di contro, venivano indirizzate le peggiori frasi irriguardose e irrispettose e che, nonostante l’invito rivoltogli di seguirlo a mezzo auto di servizio in Commissariato, li aggirava all’interno della stanza ove il Polignino era stato rintracciato, dandosi a precipitosa fuga eludendo intenzionalmente di essere sottoposto a controllo di polizia e rendendosi di fatto irrintracciabile e irreperibile, onde sfuggire alle immediate maglie della giustizia.
Solo il giorno dopo il Polignino contattava il Commissariato dicendo che stava bene e che si “era calmato”.
Preso atto di ciò, si procedeva con le ritualità del caso, a partire dalla denuncia delle vittime e all’escussione di testimoni dell’aggressione, ricostruendo con precisone l’accaduto.
Polignino commetteva tutto quanto è stato descritto nonostante fosse in essere e sempre per mano di precedente attività investigativa del Commissariato di P.S. di Ostuni con vittima sempre l’ex convivente, la misura cautelare del divieto di avvicinarsi ai luoghi abitualmente frequentati dalla vittima, mantenendo una distanza non inferiore ai 500 metri dalla predetta, dalla sua abitazione e dal luogo in cui la stessa svolge la sua attivita’ lavorativa, con l’ulteriore prescrizione di non comunicare con la stessa attraverso qualsiasi mezzo( neppure in formna scritta, a mezzo telefono o dalla rete internet).
Sulla base dei riscontri del Commissariato ostunese, la Corte D’Appello di Lecce-Sezione Unica Penale- adottava l’Ordine di Sostituzione del Divieto di Avvicinamento alla donna, con la eseguita custodia cautelare in carcere.
La vicenda descritta consente di porre l’accento sull’importanza dell’atto di denuncia in generale ed, in particolar modo, in questo genere di situazioni in cui, anche una decisione ritardata di rivolgersi alla Polizia di Stato può essere fatale e rappresentare un punto di non ritorno per le vittime di soprusi e maltrattamenti di ogni genere.
La polizia di Stato, pertanto, costantemente in prima linea nell’azione di prevenzione e di repressione dei reati rientranti nella c.d. violenza di genere, invita la Collettività tutta a rivolgere alle Istituzioni competenti le dovute ed importanti segnalazioni, al fine di non dare un ulteriore possibilità di violenza ai propri aguzzini e onde bloccarli con fermezza e decisione.
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