Si è spento stamattina Giuseppe Manzo, in arte Pino Maciste, un personaggio molto conosciuto a Brindisi, soprattutto dai tanti avventori che hanno frequentato la sua mitica trattoria di Via Lata negli anni ’80 e ’90.
Il locale era noto per la bontà della cucina tipica sfornata dalla moglie e per la goliardia di Pino, che serviva ai tavoli e non mancava di divertire i clienti con i suoi famigerati scherzi
Una Brindisi di altri tempi che se ne va.
I funerali si svolgeranno lunedì 16 Febbraio, alle ore 15.30 presso la Chiesa dei Cappuccini.
Brundisium.net lo vuole ricordare con l’intervista rilasciata a Giovanni Vonghia e pubblicata sul nostro portale il 31 Gennaio 2002, qualche mese dopo la chiusura della trattoria e l’apertura di una rivendita di frutta e verdura, in Via Cristoforo Colombo.
Abbiamo incontrato nella sua rivendita di frutta e verdura di via Cristoforo Colombo, l’oramai mitico Pino “Maciste”, già proprietario dell’omonima, celebre, trattoria sita in via Lata nel centro di Brindisi.
Il locale era molto frequentato da clienti che si sottoponevano volentieri ai suoi esilaranti scherzi. Era tutto compreso nel prezzo: cibo, scherzi e lazzi, uguale divertimento assicurato.
Le pietanze cucinate da Maciste, preparate secondo i canoni della cucina tradizionale brindisina, erano squisite e i prezzi decisamente popolari, sicché il locale era sempre frequentatissimo.
Ma un bel giorno, dall’oggi al domani, Maciste ha chiuso la sua trattoria.
A Brindisi ancora si parla tanto di lui, così abbiamo deciso di formulargli alcune domande a cui ha accettato di rispondere di buon grado.
I brindisini si chiedono ancora che fine ha fatto la sua trattoria.
E’ chiusa, solo io potevo portarla avanti col mio sistema. Ho dovuto chiudere anche per colpa di gente che mi infastidiva…(Maciste diviene scuro in volto quando pronuncia queste ultime parole)
Molti ricordano i suoi esilaranti scherzi che lei riservava agli avventori del suo locale…
Facevo degli scherzi che erano adeguati alla situazione, non erano poi così esagerati come qualcuno dice. Io mi divertivo e si divertivano anche i clienti.
Uno era quello del muscolo di Maciste, facevo toccare i miei muscoli e, poi, via con la mia battutaccia a doppio senso…
L’altro quello della forchetta rovente; gliela servivo in tavola, loro la toccavano e “sbantavano”, si scottavano.
Infine, quello della brocca di vino che io chiamavo scherzo del “vino pesante” : la brocca pesava 12 chili perché era piena di piombo fuso.
Poi a volte cercavo di spacciare frutta di plastica per frutta vera…
In alcune trattorie di Roma si usa fare degli scherzi ai clienti come faceva lei…
Una volta ebbi l’occasione di avere come cliente Roberto, uno dei cuochi della “parolaccia” di Roma. Si divertì talmente che alla fine mi invitò nella capitale a mangiare nella sua trattoria, anche per restituirmi gli scherzi che gli avevo fatto nel mio locale.
Riaprirà un giorno il suo locale?
Fosse per me lo riaprirei, sono perfettamente ancora in grado di gestirlo, ma mia moglie è stanca dopo 23 anni di trattoria. In precedenza ne aveva fatti altri 7 in Svizzera.
Dipendesse solo da me riaprirei domani stesso.
Ciao Pino.
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