May 1, 2025

inviaggioversogerusalaemme_sitoVenerdì 20 febbraio, alle ore 19.00, presso la Chiesa di San Benedetto a Brindisi è organizzato il XXXIV Colloquio di studi e ricerca storica.

Per l’occasione sarà presentato il volume “In viaggio verso Gerusalemme. Culture, economie e territori” (ed. Congedo, 2014) a cura di Anna Trono, Marco Leo Imperiale e Giuseppe Marella.

 

Intervengono:

Isabella Bernardini d’Arnesano (Direttrice Centro per la diffusione della lingua e cultura greca “Dimitri Glaros”)

Giacomo Carito (Direttore Centro studi per la storia dell’arcidiocesi di Brindisi-Ostuni)

Maria Stella Calò Mariani (Università degli Studi “Aldo Moro” – Bari)

Coordina i lavori:

Antonio Mario Caputo (Società di Storia Patria per la Puglia)

Saranno presenti i curatori del volume

Dalle ore 17.30 alle ore 18.55 sarà possibile visitare il complesso di Sant’Anna (via San Benedetto), sede del Centro studi per la storia dell’arcidiocesi di Brindisi – Ostuni,  col supporto del Gruppo Archeologico Brindisino.

 

 

 “Ossessivamente sogno di un labirinto piccolo, pulito, al cui centro c’è un’anfora
 che ho quasi toccato con le mani,
 che ho visto con i miei occhi, ma le strade erano così contorte, così confuse,
che una cosa mi apparve chiara: sarei morto prima di arrivarci.”
(J.L. Borges,  L’Aleph,)

 

Il labirinto con tutto il suo apparato simbolico, più o meno cristianizzato, era un dato acquisito dell’immaginario del pellegrino e del devoto medievale in genere, non solo un simbolo della cultura dotta bensì uno di quei prodotti culturali alla cui definizione hanno concorso entrambi i livelli di cultura attraverso un intricato e complesso rapporto combinatorio e dialettico. Simboleggiava esso il viaggio un cui tratto fortemente connotativo è, indubbiamente, il richiamo all’esplorazione;  in questo senso, assume una significanza percettibile nel momento in cui chi lo percorre è cosciente di intraprendere un’esperienza. Quest’ultima si riconosce nel momento in cui diviene itinerario e, in tale contesto, propone una vera e propria sfida la cui accettazione, con tutte le sue incognite, è già un merito.  Sulla soglia del labirinto si spalanca la vertiginosa pluralità dei percorsi; da questo momento scatta per il ricercatore il meccanismo di una scelta che sarà determinante per il suo progresso di conoscenza. L’ingresso, la partenza per il viaggio è un atto di libera scelta, voluto come via per il dispiegarsi del mistero che si trova al di là del conoscibile e contemporaneamente collocarsi in volontaria solitudine. La consapevolezza di trovare solo un cammino malsicuro e indefinibile, si trasforma in un itinerario per la piena coscienza di sé. L’esordio del viaggio, la partenza, contrassegna il primo fattore attraverso il quale si mette in scena volontà e proponimento. L’impulso motivazionale del partire è fornito da uno degli elementi più importanti dell’immagine archetipa del labirinto, ovvero il centro. La sua rappresentazione è da intendersi sia come luogo geometrico, sia come luogo geografico che identifica lo sforzo ardente e la necessità così connaturata nell’uomo di raggiungerlo.1 In questo senso, il centro si può considerare come la fine di un percorso, sia esso reale/materiale o interiore/spirituale. Un luogo di verifica e trasformazione, “cosicché la fine del viaggio diviene il fine del viaggio stesso” e “diviene centro ogni luogo geograficamente concretato nella realtà del vissuto”. Giungere al centro significa mettere in atto le due Avanzare progressivamente verso il centro significa allora approdare a un ordine delle cose, conquistare la chiarezza. L’intento del viaggio, che trova la sua conclusione e compiutezza nell’avvento del centro, non può prescindere tuttavia da un momento altrettanto importante, quello del transito, del durante che si esplica attraverso l’estensione di un tracciato generante una moltitudine di alternative e deviazioni. Il viaggio verso Gerusalemme, dunque, mette in scena l’eterna tensione tra l’uno e il molteplice, tra il sapere globale dell’architetto e l’impossibilità di una conoscenza aprioristica del viaggiatore, sospeso in una condizione d’incertezza in cui tutto diventa fluido, imprecisato. I percorsi sono adescanti, ma proprio in virtù di ciò insidiosi. Una sola, in breve, si rivelerà la scelta adeguata e risolutiva.

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