June 20, 2025

Erano in tanti stamattina a voler dare l’ultimo saluto a Mirko Gallone. C’erano i suoi amici, quelli che frequentava nella vita privata, quelli della vela, la sua passione degli ultimi anni, e soprattutto quelli del basket. C’erano i suoi compagni che hanno vissuto martedì sera quei drammatici momenti sul parquet del PalaMelfi e c’era soprattutto Piero Labate, suo storico allenatore, uno di quelli che ha trattato il sottoufficiale della marina Militare come un figlio.

“Oggi per me è un giorno tristissimo. Con Mirko è il secondo mio ragazzo che ci ha lasciati nel giro di qualche anno (il riferimento è a Luigi Nozzi, anch’egli classe ’74, morto in un incidente stradale nel giugno del 2003). E’ stata una notizia terribile, come lo fu allora.
Non trovo le parole per descrivere il mio dolore. Non è un mistero, di quanto fossi legato a questo ragazzo. Si è sempre distinto prima di ogni cosa per la sua educazione, per la sua grande sensibilità e per le sue doti umane. Se parliamo invece del Mirko giocatore era uno di quelli che ti faceva innamorare di questo sport.
Sono tanti i ricordi che mi legano a lui ma mi piace ricordarlo per la le sue grandi doti tecniche, un talento puro. Un play maker di oltre un metro e novanta centimetri capace di palleggiare con una facilità estrema. Per non parlare del suo tiro in sospensione o dell’arresto passo e tiro. Fondamentali che lui rendeva semplicissimi con la sua eleganza e con la semplicità con cui li metteva in pratica. Era amato dai sui compagni di squadra.

 

Mirko è figlio di una pallacanestro che in quegli anni ha visto Brindisi protagonista e che ha fatto la fortuna di noi allenatori. Sono stati gli anni in cui, smessi i panni di giocatore, ho avuto la fortuna di allenare in una società come l’Azzurra Brindisi, che ha fatto del settore giovanile uno dei suoi punti di forza. Sono numerosi infatti i ragazzi che in quegli anni hanno poi esordito in prima squadra, alcuni dei quali spiccando il volo verso il massimo campionato, come ad esempio Giancarlo Giarletti.
Anni bellissimi, leve interessanti, stagioni fantastiche e giocatori importanti che hanno fatto una grande carriera in serie B, penso ad esempio ad Antonio Cristofaro o Paolo Della Corte.
Anni che ci hanno visto protagonisti di stracittadine storiche contro la Nuova Pallacanestro o l’Assi, le altre due società del capoluogo che a cavallo degli anni ’80 e ’90 facevano di Brindisi la “basket city” del settore giovanile. Mirko era uno di quei giocatori che non corso di quegli anni mi ha regalato grande soddisfazioni. Ricordo ad esempio che uno dei giovani atleti che ho provato in tutti i modi a portare all’Azzurra è stato Checco Guadalupi, classe ’75 dell’Assi, che però non ha mai ceduto. Per il resto – conclude Piero Labate – ho avuto la fortuna di allenare tanti giocatori promettenti e soprattutto bravi ragazzi e Mirko ne era l’emblema”.

 


“Ho letto con commozione il ricordo che tu e Giuseppe Melone avete tracciato di Mirko e aggiungo che già da ragazzo mi aveva impressionato per la sua eleganza nei comportamenti e nella sua grande educazione”, ha invece commentato l’ex storico segretario dell’Azzurra Brindisi, Carlo Guadalupi, che da qualche anno ricopre analogo ruolo nella New Basket Brindisi.

 

“Queste doti riscontrate in Mirko sono comuni a tanti ragazzi della sua età che ho avuto l’onore di conoscere ai tempi dell’Azzurra Brindisi e alle quali ancora oggi mi lega un sincero rapporto di amicizia. Tempi bellissimi, ricordo con molto piacere la nostra ”casa” che era il palazzetto tensostatico del rione Bozzano inaugurato nel 1985.

Ma ritornando a Mirko in effetti lui aveva qualcosa di speciale: era sempre solare e con il sorriso sulle labbra, sempre una parola di conforto per tutti e soprattutto sempre disponibile. Senza considerare che sin da ragazzino mi impressionò per la sua classe evidentemente non comune per un play maker di quell’altezza. Nel corso degli anni si è sempre distinto per spirito di sacrificio impegno e come ho detto prima per la sua grande educazione. Un figlio che tutti i genitori avrebbero voluto avere con dei valori sani, quelli comuni a tutti quei ragazzi che in quegli anni sono cresciuti con noi. La sua scomparsa mi rattrista molto e soprattutto mi fa tanta rabbia che sia venuto a mancare proprio su un campo di basket, uno di quelli dove per anni si è divertito e ha fatto divertire tanta gente”.

 

Pierpaolo Piliego

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