Accogliamo con cauto ottimismo l’avvenuta ripartenza del confronto sul Contratto istituzionale di sviluppo (Cis) Brindisi-Lecce, dopo un lungo periodo di stallo e di altrettanta ritrosia verso un dialogo sociale che, fino ad oggi, aveva sostanzialmente limitato il coinvolgimento delle forze sociali e professionali del territorio.
Per quanto riguarda l’area territoriale di Brindisi, noi eravamo fermi agli originari 40 progetti, per un importo divenuto di 327 milioni di euro a fronte dei max 250 milioni inizialmente promessi e rivenienti da risorse finanziarie nazionali ordinarie, comunitarie e del Fondo per lo Sviluppo e la Coesione e finalizzati alla realizzazione di infrastrutture.
Ne sapremo di più nelle prossime settimane, auspicando una ritrovata appropriatezza amministrativa della cosa pubblica che oggi appare corroborata dalla decisa ripartenza impressa dalla Ministra per il Sud e la coesione territoriale, Mara Carfagna, decisa a “riqualificare quest’area di enorme valore … vogliamo creare un paradiso ambientale e incentivare un turismo sostenibile e rispettoso dei valori del territorio”.
Anche per la Cisl ambiente ma, complessivamente, sviluppo economico, produttivo e imprenditoriale, turismo, cultura, valorizzazione delle risorse naturali, occupazione, inclusione sociale e lotta alla povertà, istruzione e formazione, ecc., costituiscono da sempre merito di una contrattazione sociale a monte e non a valle nei processi di progettazione e condivisione prima e in quelli di finanziamento poi.
Ecco perché continueremo ad affermare l’opportunità che sia preservato il rapporto dialogante e concertativo iniziale del Cis da tutti condiviso, stando almeno alle dichiarazioni ufficiali ascoltate a suo tempo in Prefettura, IL luogo istituzionale che pensiamo possa divenire sede della governance.
Nello spirito di quel Metodo Brindisi da tempo avviato ma che rischia di inaridirsi, la serie di ricadute che ci aspettiamo dal Cis, dovranno essere contenuti in protocolli ad hoc comprendenti clausole/garanzie di protezione sociale da inserire nei capitolati d’appalto a favore delle lavoratrici e dei lavoratori e delle Aziende, in particolare le Pmi, del territorio brindisino e la contestuale redazione di protocolli di legalità e di sicurezza.
Auspichiamo che queste impostazioni vengano recepite dall’imminente dibattito in Consiglio comunale, atteso anche che il Cis Brindisi non va considerato esaustivo, né risolutivo delle opportunità di sviluppo della città capoluogo e del restante territorio provinciale che permane ancora a rischio di marginalità.
Perciò sollecitiamo, senza ulteriori indugi, per l’intera area di Brindisi, un Patto per lo sviluppo e l’occupazione, facendo convergere nello stesso l’interesse di tutte le parti interessate (stakeholders) per creare sviluppo salvaguardando quanto di eccellente già esiste.
Qui, oltretutto, c’è anche un processo di decarbonizzazione dei cicli produttivi pesanti da gestire ed una miriade di vertenzialità occupazionali in essere, nei settori anche dell’appalto e dell’indotto, da portare a compimento.
Al riguardo, pensiamo che il tema dei ristori a famiglie e imprese brindisine, vittime sacrificali oltreché della crisi pandemica anche di costi energetici schizzati oltre il sostenibile, vada preso seriamente in considerazione, anche a seguito dell’idea del Governo di tassare gli extra profitti delle imprese energetiche risultata, però, sconfitta dagli interessi di poteri economici bene individuati.
Pertanto, è giusto richiamare gli impegni di Tap-Snam in merito agli indennizzi previsti a suo tempo per il territorio che, a nostro parere, potrebbero tradursi oggi come compensazione da riconoscere alla bolletta energetica pagata da quelle comunità grazie alle quali le due società stano producendo una redditività sostanziale.
La politica, al netto degli schieramenti, è chiamata anche su questo a fare sistema facendosi carico degli interessi diffusi. oltre a moltiplicare opportunità a favore di quanti sono alla ricerca di un lavoro stabile, legale e contrattualizzato o siano stati espulsi dal sistema produttivo.
La Cisl Taranto Brindisi continua a considerare, dunque, non più procrastinabile un serrato dialogo sociale che produca risultati concreti sui versanti dell’occupazione, dello sviluppo, della qualità della vita segnatamente delle fasce giovanili e anziane, con la presa d’atto che l’intero territorio provinciale merita di rinfrancarsi definitivamente da una tra le sue fasi più stagnanti degli ultimi anni, nel contesto pugliese e nazionale.
Gianfranco Solazzo
Segretario Generale Cisl Taranto Brindisi
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